domenica 18 maggio 2008

Vergogna


Ora più che mai è il momento di rileggersi quanto scritto ad inzio anno dal Senatore Nedo Canetti

La vergogna dell'Imperia calcio.Vergogna! Una vera vergogna.
L'Imperia calcio muore nella generale indifferenza.
Sta forse per scomparire dalle scene sportive e da quelle cittadine, uno dei più gloriosi sodalizi di casa nostra e pare che nessuno, proprio nessuno, sia disponibile a muovere un passo per salvare il vessillo nero-azzurro.
La storia dell'Imperia è un filo rosso che attraversa tutta la storia della città per il secolo scorso e per lo scorcio di quello attuale, ma tutto sembra ora congiurare a rimuoverla quella storia, per lasciarla nell'angolo del dimenticatoio.
Potremmo scrivere interi capitoli sulle vicende della squadra di calcio cittadina e d'altronde già libri sono stati scritti, ma la drammaticità dell'oggi ci impone di lasciare alle spalle tutti i nostri amarcord, per calarsi nella cruda realtà di queste ore, di questi giorni.
Non ci sono soldi, scappa l'allenatore e scappano i giocatori non pagati.
La squadra, che stava conducendo un egregio campionato, é ridotta al lumicino, con le finanze esangui, i debiti straripanti, l'avvenire incerto, il pericolo della sua cancellazione, la scomparsa addirittura del titolo sportivo.
Sono deceduti, negli scorsi mesi, due bandiere della grande Imperia, Piero Ranzini e Sergio Bistolfi. Quasi un presagio. Triste.
I tifosi, che erano tornati speranzosi al “Ciccione”, cominciano a riavvolgere le bandiere e a disertare tribune e gradinate, come nei momenti peggiori.
Forse qualcuno degli “amici del cemento” comincia a fare qualche pensierino su quella bella area. E da chi potrebbe fare qualcosa, che sentiamo? Un silenzio assordante.
Sono passati i tempi delle belle, pavoneggianti passerelle in tribuna d'onore, le foto ricordo, il combinato disposto politica-calcio.
E gli industriali locali che fanno? Non fanno, ecco tutto.
Passata la sbornia Cipolla, ci si è dimenticati che lì c'era un patrimonio di valori e si é lasciato che altri, magari di altre città, assumessero la guida della società, preferendo che i capitali, con relativi rischi, uscissero da altre tasche.
Qualche volenteroso ci aveva rimesso le penne, è vero, ed era difficile pensare che potesse bruciarsi ancora, ma -badate- quel qualcuno non era certo tra quanti avrebbero potuto intervenire con ben altra forza finanziaria.
Ci voleva una cordata, allora, ma doveva essere ispirata, guidata, indirizzata, coordinata da qualcuno che ne prendesse le redini, qualcuno che avesse autorità per farlo. Un'autorità pubblica, per dirlo fuori dai denti.
Per no, il Comune? Non certo intervenendo finanziariamente, con soldi pubblici. Non é il caso e non é il tempo, ma con la forza morale necessaria. Fu fatto in altri tempi, con notevole forza ed sostegno dei cittadini, e i motivi erano meno drammatici di quelli odierni. Non é stato fatto, a suo tempo, lasciando che le cose rotolassero malamente.
Perché non farlo ora? Pensiamo ne valga ancora la pena, per tentare, in extremis, di non far morire squadra e società, tradizione e passione, storia e cronaca.
Anche così si dimostra l'amore per la città. Non solo occupandosi di investimenti redditizzi.
“La meta é partire” chiosava Giuseppe Ungaretti.
Si potrebbe tentare. O no?"

Non è stato tentato. Io non dimenticherò mai nessuno di voi: e me lo ricorderò ancor di più quando, tra un giorno, un mese, un anno, verrete a cercarti spiegandoci i perchè ed i percome diu quanto accaduto e vorrete, magari, propinarci un surrogato dell'U.S. Imperia 1923.
Vergognatevi tutti!!!

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