giovedì 6 agosto 2009

Manlio uno di noi


La notizia della scomparsa di Manlio Sobrero ha colpito profondamente i tifosi nerazzurri.
Manlio Mario Sobrero era nato il 23-6-1950 a Genova.
Terzino/Mediano comincia la sua carriera con le giovanili del Genoa, che lo manda "a farsi la ossa", come si diceva ai quei tempi, nei campi della serie D: la sua prima compagine fu il Rapallo e poi l'Albenga.
Dopo due anni in terra piemontese, con Gavinovese (serie C) ed Albese (serie D), l'approdo ad Imperia, nella stagione 1975/1976 (serie D) fortemente voluto dal mister nerazzurro Chicco Hanset, che lo aveva avuto con lui alla Gavinovese.
E' l'inizio di una grande avventura: la prima stagione colleziona 31 presenze, si dimostra leader della difesa nerazzurra insieme ad Alfredo Bencardino e Sauro Marinelli e realizza anche due reti, quella del pareggio nel derby disputato a Savona e quella del momentano 1-1 a Cossato, contro la Cossatese.
La stagione successiva, con l'arrivo di Bruno Baveni, forma con Virgilio Landini una coppia difensiva impenetrabile: colleziona 31 presenze ed un gol, quello della vittoria nerazzurra a Canelli.
Nella stagione 1977/1978 (serie D) contribuisce alla promozione dei nerazzurri in serie C2 con 21 presenze e nella successiva fa parte di quella difesa fantastica i cui nomi erano quelli indimenticabili di Di Vincenzo-Sobrero-Bencardino-Torchio-Landini... così, detti tutti in un fiato: 22 presenze per lui ed un gol, quello della vittoria interna contro il Montecatini. La stagione termina come tutti ricordiamo: l'Imperia arriva seconda e partecipa ai "doppi" spareggi. In quello decisivo contro il Montevarchi, Sobrero si prende l'onere di calciare un calcio di rigore che nessuno voleva battere: purtroppo lo fallisce e finisce così il grande sogno nerazzurro.
L'ultima stagione nerazzurra, 1979/1980 (serie C2) disputa 27 partite e dà l'addio ai colori nerazzurri.
Compresi gli spareggi, 136 presenze per Manlio e 4 gol realizzati.
Disputa una stagione al Sestri Levante (serie D), due al Vado (serie D) e le due ultime in 1° categoria con Sammargheritese e Nuova San Fruttuoso.
Difensore vecchio stampo, tenace e roccioso, ma assai corretto, in grado di giocare sia a destra che a sinistra, a fine carriera comincia la carriera di allenatore delle giovanili di Sammargheritese, Bogliasco ed Albaro; ricopre anche il ruolo di allenatore della Rappresentativa Ligure Juniores.
I suoi funerali si celebreranno questa mattina alle ore 10,00 presso la Chiesa di San Paolo a Quinto.
I famigliari di Sobrero hanno comunicato che quanti vorranno ricordare la sua memoria lo potranno fare facendo una donazione al Centro che si è preso cura di Manlio negli ultimi mesi di vita.
Questi gli estremi:
c/c postale 23689169. causale: per Hospice Maria Chighine. Coordinamento Regionale cure pagliative
c/c bancario: IBAM IT87J0617501594000001840790 CARIGE Ag. 49

6 commenti:

  1. Scompare un altro protagonista ligure di un calcio 'ligure' che non esiste +.....Onore a Sobrero....

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  2. E' giusto e doveroso fare una donazione all'Hospice Maria Chighine, posso purtroppo testimoniare personalmente di quanto amore circondi i malati terminali che lì vengono accompagnati all'ultimo viaggio, uno di questi è stato mio marito, che lì si è addormentato serenamente il 19 luglio scorso.

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  3. Mi unisco anch'io alle testimonianze di condoglianze verso la famiglia del povero Manlio Sobrero.Lo conobbi nella mia esperienza alla Sammargheritese nel 92/93 e non conoscevo ancora il suo glorioso passato nelle fila nerazzurre.Parlando con alcune vecchie glorie, mi accorgo solo adesso del segno indelebile che ha lasciato qui nel capoluogo...

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  4. ciao papi..ora più di prima sento il tuo respiro, la tua voce la tua presenza..è stata un'esperienza indescrivibile..volevo stare con te fino al tuo ultimo respiro, come ci sei stato tu al mio primo..sei stato un gran padre, pensavo speciale perchè tutti i papà sono speciali, ma ora leggendo il tuo mondo capisco il perchè...e nonostante tutto tu hai scelto prima noi e dopo il pallone..grazie..

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  5. Potrei ricordare mio padre citando decine di episodi di bontà d'animo e generosità.
    Potrei ricordare le numerose vittorie conseguite sia come uomo che come sportivo. Ma quelle le conoscete tutti, ognuno può ricordare la propria.
    Invece lo voglio ricordare con quella che potrebbe apparire come una sconfitta.
    Era la fine degli anni '60 e mio padre, nemmeno maggiorenne, militava nelle giovanili del Genoa. L'avversario di turno era la Juve. E il centravanti della Juve era un certo Roberto Bettega.
    I giovani grifoni erano le vittime predestinate, e a Manlio toccava l'ingrato compito di marcare il futuro attaccante della Nazionale. Che, come potete immaginare, era già una forza della natura.
    Non conosco i particolari, papà non è mai stato prodigo di dettagli; possiamo solo supporre che furono 90 minuti molto lunghi e molto duri.
    Bobby-gol fece il suo dovere, e lo stesso fece Manlio. Tanto che mi disse: “Alla fine gli feci segnare solo tre gol”.
    Questo era mio padre. Un uomo che, anche di fronte ad una sconfitta inevitabile, ce la metteva sempre tutta, senza mai accampare scuse.
    Ha fatto lo stesso con la malattia. Ha combattuto. Ha dato il massimo. E ha perso. Come con Bettega.
    Solo che, purtroppo, la malattia si è rivelata un avversario ben più scorretto e infingardo.
    Se lassù c'è un campo, sicuramente Manlio è là, a rendere la vita difficile a qualsiasi attaccante.
    Vorrei, insieme alla mia famiglia, cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che si sono stretti intorno a noi ricoprendoci di un affetto che a stento siamo riusciti a contenere.
    Abbiamo ricevuto testimonianze che ci hanno commosso, e per davvero. Purtroppo l'elenco delle persone da citare sarebbe lunghissimo, senza contare i numerosi gesti che, nell'abbraccio collettivo che abbiamo ricevuto, ci sono inevitabilmente sfuggiti. Sicuramente Manlio ha preso nota di tutto, e saprà, in qualche modo, sdebitarsi.

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  6. Buongiorno Manlio,
    nel 1966 ero il portiere titolare di quella formazione mitica del Genoa Allievi Nazionali di cui anche tu facevi parte, il cui D.T. era l'immenso Dott.Sarosi e l'allenatore Lino Bonilauri. Eravamo un grande gruppo che aveva regalato tante soddisfazioni ai colori rossoblu.Ho ancora una foto di quella squadra scattata ad Appiano Gentile il 10/04/1966 al Trofeo Internazionale La Pinetina in cui siamo insieme La vita ci ha poi portato su lidi diversi e solo ora ho saputo che giochi in cielo.Al di là delle tue indiscussi qualità tecniche io Ti ricordo come un ragazzo buono, serio, leale e rispettoso e so che sei cresciuto e ti sei fatto uomo non dimenticando quei sani principi.
    Un abbraccio caro Manlio ed un arrivederci....torneremo ancora a giocare assieme lì dove tu sei. - Franco Rinaldi 07/04/2021

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