sabato 21 luglio 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1994/1995. SERIE ECCELLENZA

STAGIONE 1994/1995. SERIE ECCELLENZA
La delusione per l'allucinante epilogo della stagione precedente brucia ancora ma la possibilità di inviare la domanda di ripescaggio non è neppure presa in considerazione dalla società nerazzurra.
Domenica 25/09/1994 giungiamo a Sestri Levante, per la prima di campionato, a bordo di numerose auto ad assistere ad una mediocre partita. Gli striscioni ed il tifo non mancano anche a Santa Margherita Ligure e Multedo, contro la Pegliese. Lo stadio, negli incontri casalinghi, comincia a riempirsi: la squadra diventa capolista davanti ad oltre mille spettatori, dopo la vittoria contro il Ceparana.
Domenica 6/11/1994, nel giorno dell'alluvione che sommerge Albenga, non senza difficoltà, ci rechiamo a Loano. Al gol del pareggio su rigore dei nerazzurri, l'atmosfera si riscalda: dagli insulti ai tafferugli il passo è breve. Un giornalista locale, che fa la radiocronaca con un telefono attaccato ad una spina di fortuna, scappa via terrorizzato, con l'apparecchio sotto il braccio. Sulla via del ritorno una delle auto con le quali ci siamo recati a Loano, a causa della strada viscida, sbanda e si stampa contro un muro: nessun ferito ma un bel danno.
La domenica successiva è tempo di derby contro la Sanremese: la coreografia da allestire è spettacolare, mai realizzata al "Ciccione". Ci troviamo il giovedì sera per prepararla, all'interno del bar della tribuna dello stadio; la città è tappezzata da decine di manifesti per invitare tutti a non mancare a quest’appuntamento.
Domenica 13/11/1994 il colpo d'occhio è eccezionale specialmente per un campionato d’Eccellenza. Duemilacinquecento presenti, la Nord stracolma: proprio quello che ci vuole per la realizzazione della nostra coreografia. Lunghe strisce verticali, di stoffa, nere e azzurre, coprono interamente il nostro settore: è un'immagine che rimarrà per sempre nei nostri occhi. Nel secondo tempo una mega torciata e lo striscione di venti metri "Let's go Imperia". Attacchiamo anche uno striscione con la scritta "La Nord vi dà il benvenuto: Sanremo merda" che non è rimosso, nonostante il vano tentativo delle forze dell'ordine. Per la prima volta, al nostro fianco, gli amici della "Brigade Sud Nice", che ricambiano la nostra visita di qualche mese prima, in occasione della loro festa per la promozione nella serie A francese. I matuziani, affiancati da alcuni Ultras ingauni, sono presenti in buon numero ma, come consuetudine, limitati per idee e mentalità. Il derby del tifo è stravinto, mentre in campo solo uno zero a zero, onestamente immeritato: la gioia per la vittoria nella partita più sentita è ancora rimandata.
Domenica 20/11/1994 si va a Lavagna dove il gol della vittoria nerazzurra, al novantunesimo minuto, surriscalda gli animi, ma il tutto si limita a qualche insulto e spintone.
Dopo la sconfitta interna contro il Busalla, domenica 4/12/1994 si va ad Alassio, campo neutro, a causa dell'inagibilità dello stadio ingauno, per assistere alla partita contro l'Albenga. Prima dell'incontro, un gruppetto d’incauti Ultras bianconeri, riceve il nostro caloroso benvenuto e, gentilmente, ci offre in dono le loro sciarpe... peccato però per le aste delle nostre bandiere, rotte nell'impatto con le loro teste dure. All'interno del "Ferrando", lo spiegamento di forze ha dell'incredibile: almeno un'ottantina tra celerini, poliziotti e carabinieri si frappongono tra noi e i nostri cari amici, nell'unica tribuna presente. Il grido "Alluvionati, voi siete alluvionati !" è il più gettonato. Momenti di gran tensione seguono il gol della vittoria ingauna, con una carica delle forze dell'ordine nei nostri confronti, mentre tentiamo di assalire i bianconeri. La rabbia aumenta quando, a fine partita, veniamo bloccati all'interno dello stadio per oltre un'ora, per essere identificati uno ad uno.
Il clima è assai teso: gli ultimi risultati negativi hanno retrocesso l'Imperia dalla vetta al terzo posto in classifica. Il caos esplode alla fine della successiva partita casalinga contro il Vado: il gol del pareggio nerazzurro in pieno recupero su rigore non placa la contestazione. In campo piovono oggetti e la squadra è assediata negli spogliatoi: a farne le spese è solo l'allenatore Bencardino, da noi non contestato, che si dimette. La sera successiva, a manifestare la nostra solidarietà al Mister, una nostra delegazione si reca a casa sua. Il campo è inoltre squalificato per un turno.
Subentra in panchina Barlassina, ma i risultati sono poco esaltanti. Si va a Savona, campo neutro, dove si registra un primo incontro riconciliatore con gli “Ultras Savona”: c’è uno scambio di complimenti ed un impegno a migliorare i rapporti tra noi, dopo le ruggini del passato.
Domenica 15/01/1995 si va a Finale ligure, dove c'è una mini carica verso il settore dei tifosi giallorossi, dopo il definitivo gol della vittoria nerazzurra: l'obiettivo è prendere l'odiato Cassata, in tribuna con la fidanzata, che ci aveva insultato dopo il gol del momentaneo vantaggio finalese.
Sono pronte le nuove sciarpe in raso, con la scritta "Brigata alcolica" e il disegno di un mastino con tanto di bombetta e boccale di birra, su un lato, e "Soli contro tutti" sul retro: ne stampiamo duecento e vanno a ruba in pochi giorni.
Domenica 29/01/1995, giorno in cui ci rechiamo numerosi a Ventimiglia, è una data tristemente nota a tutto il movimento Ultras italiano: Vincenzo Spagnolo, Ultras genoano, muore accoltellato prima della partita contro il Milan. Da questo momento in avanti nelle curve italiane nulla sarà più come prima: il governo inasprisce notevolmente le leggi anti violenza, introducendo tra gli altri l'iniquo provvedimento della diffida... gli stadi in pratica sono blindati.
Gli alterni risultati della squadra hanno provocato una frattura insanabile con alcuni giocatori. Domenica 12/02/1995, in occasione dell’incontro casalingo contro la Sammargheritese, l'ennesima papera del portiere Vaccarezza rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso. Il nostro numero uno è stuzzicato in occasione d’ogni intervento ed un suo gestaccio nei nostri confronti provoca una reazione: dalla Nord, è lanciato prima un megafono, che lo sfiora di poco, e poi l'asta di una bandiera tenta di infilzarlo... sarà questa la sua ultima presenza al "Ciccione".
La domenica successiva ci rechiamo a Chiavari ed assistiamo ad una nuova sconfitta all'ultimo minuto.
Domenica 26/02/1995 si gioca al "Ciccione" la decisiva partita contro la Pegliese. A causa di un nubifragio, nel corso del secondo tempo ci spostiamo in tribuna ad assistere all'ennesimo incredibile tracollo nerazzurro; in vantaggio per due ad uno, subiamo due gol assurdi, uno dei quali con un tiro da metà campo: esplode la contestazione a Presidente, allenatore e giocatori, che sono nuovamente assediati negli spogliatoi.
Il campionato è in pratica perso e l'unico obiettivo rimasto è il derby di Sanremo.
La domenica successiva ci rechiamo in auto a Ceparana ad assistere ad un’altra sconfitta: posti dietro una porta, veniamo circondati da un gruppo di paesani spezzini. Non succede nulla di particolare ma la tensione è molto alta, preludio a quello che accadrà l’anno successivo.
Domenica 12/03/1995, in occasione della partita interna contro la Loanesi, attuiamo uno sciopero del tifo: ci sentiamo traditi dallo scarso attaccamento alla maglia d’alcuni giocatori e dalle scelte della dirigenza nerazzurra.
E’ tempo di derby. La vigilia è avvelenata da un ignobile gesto: alcuni Ultras matuziani, introdottosi nottetempo all'interno della Nord, ci rubano lo storico striscione "Samurai Ultras Imperia", incautamente lasciato all'interno del magazzino. Il furto è rivendicato con una telefonata alla torrefazione gestita da un dirigente nerazzurro. La notizia fa il giro della città in poche ore ed inasprisce notevolmente il clima, di per sé già elettrico, del derby. E' un gesto gravissimo, che non può rimanere impunito e tale non sarà.
Domenica 19/03/1995 tre pullman sono riempiti in un attimo: tutti vogliono essere presenti. Per ragioni d’ordine pubblico, il commissario di Sanremo decide di sistemarci nella tribuna del "Comunale". L'entrata nello stadio è una passeggiata: una torcia accesa, gettata all'ingresso della tribuna, crea una bell’atmosfera, Emo e i suoi soci sono ai nostri piedi e c’invitano ad entrare gratuitamente. Il nostro settore è stracolmo: con noi una delegazione d’Ultras della "Brigade Sud Nice". Pochi istanti prima del fischio d'inizio, un fitto lancio di carta igienica e fumogeni provoca un incendio all'interno del terreno di gioco: nel tentativo di spegnerlo, il Presidente della Sanremese è colpito da una pietra: stessa sorte per il capitano biancazzurro Calabria, che ha la bell’idea di venire proprio sotto il nostro settore. La partita incomincia con dieci minuti di ritardo, quando l'incendio è domato ed il terreno di gioco ripulito. Dopo pochi minuti, l'Imperia passa in vantaggio: è il delirio! La gioia, però, dura poco, perché il risultato è ribaltato nel secondo tempo. Dopo il gol della vittoria matuziana, “inspiegabilmente”, la tribuna comincia a sgretolarsi sotto i nostri piedi, così come i servizi igienici dello stadio. E' uno scempio. Al fischio finale un centinaio d’agenti cerca di farci risalire sui pullman, ma stiamo così bene nella città dei fiori che non vorremmo mai andarcene. Il traffico è paralizzato per più di mezz'ora e, dopo un tentativo di sassaiola operato dagli "Ultras Sanremo", torniamo a malincuore ad Imperia.
La dirigenza matuziana ed il Comune di Sanremo, arrabbiati sia per il mancato incasso (almeno duecento persone sono entrate gratuitamente) sia per i danneggiamenti, decide di denunciarci. Le conseguenze non tardano ad arrivare: il questore d’Imperia, per la prima volta in Italia, applica le nuove severe disposizioni adottate per reprimere la violenza negli stadi. Ai sensi dell'articolo 1 bis della legge 45 del 24/02/1995 (meglio nota come "decreto Maroni"), undici nostri esponenti sono diffidati per un anno e due denunciati per danneggiamenti. E' una mazzata tremenda per il gruppo, anche perché in città non si parla d'altro e chiunque abbia una sciarpa nerazzurra al collo è additato come un delinquente.
Si deve, però, andare avanti; la domenica successiva, il 26/03/1995, c'è la partita interna contro l'Albenga: nessuno striscione è esposto, ma è presente solo la scritta "Diffidateci tutti !"; lo stadio è presidiato da decine d’agenti. Uno di questi riconosce, in tribuna, uno dei ragazzi diffidati: non ha resistito alla tentazione e si è presentato al "Ciccione" all'inizio del secondo tempo, nonostante il provvedimento a suo carico. L'arresto scatta immediatamente e per lui si aprono le porte del carcere: nel corso della permanenza in questura ha anche il tempo per attaccarsi con un Ultras bianconero, anch'egli arrestato. Processato per direttissima, sarà condannato a quaranta giorni d’arresto con la condizionale... è un'altra tegola per il gruppo.
Fortunatamente questa travagliata stagione volge al termine, con la squadra che si classifica al terzo posto. Le polemiche non si placano: con un duro comunicato contestiamo i giocatori definiti "mercenari senza coglioni", l'allenatore "incapace" e la dirigenza, alla quale chiediamo di inviare la domanda di ripescaggio al campionato Nazionale Dilettanti: per rafforzare il concetto, al comunicato alleghiamo un francobollo da utilizzare per affrancare la lettera e tutta la città è tappezzata dal nostro volantino e da maxi copie del francobollo.

2 commenti:

  1. Cazzo che tempi!!!!!Rifarei tutto domani!!!!!

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  2. bello tutto giusto ma essendo presente non ricordo proprio che qualcuno di noi abbia perso delle sciarpe ( cercaste forse di rubarla all'entrata ad uno che era nel vostro settore, senza successo)in uno scontro anche perche' c'erano tanti di quegli sbirri che non potevi nemmeno guardarti tra un po......ricordo invece che veniste ad alassio esponendo uno striscione pubblicitario rubato dentro lo stadio riva di notte, con la pubblicita' di un frantoio , dove noi con una bomboletta nera avevamo scritto sul retro, ma non era un nostro striscione sicuramente.
    maurizio albenga

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