sabato 4 agosto 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1996/1997. CAMPIONATO C.N.D.

STAGIONE 1996/1997. CAMPIONATO C.N.D.
Dopo anni d’umilianti campionati regionali, finalmente torniamo a giocare in un campionato più dignitoso, che ci permetterà di confrontarci con tifoserie vere.
Domenica 1/09/1996 ci rechiamo a Colle Val d'Elsa, in una giornata di caldo asfissiante, ad assistere ad un’insperata vittoria nerazzurra con gol di Pino Alfano: il ritorno in C.N.D. non poteva essere festeggiato meglio. L’ingresso, dopo anni, in terra toscana è suggellato, in autostrada, da un brindisi a base di decine di lattine di birra ed una speciale “torciata”.
Dopo la partita interna con il Barberino, domenica 15/09/1996 ci rechiamo nuovamente in terra toscana, a Camaiore: assiepati nei “distinti” del piccolo stadio, tifiamo alla grande per tutti i novanta minuti, spingendo i ragazzi ad un immeritato pari. Dopo un altro pari interno, contro il Cecina, domenica 29/9/1996 si va a Fossano: tifiamo alla grande, sistemati su un paio di gradini posti all'altezza della bandierina del calcio d'angolo; d’Ultras piemontesi neanche l'ombra, nonostante la scritta "Ultras Fossanese" sul muro del settore distinti. Prima della partita gli applausi sono tutti per l'ex Celella, che per "ringraziarci" segna il gol del vantaggio piemontese evitando di esultare dopo la realizzazione.
La domenica successiva, al "Ciccione", ci tocca assistere ad uno dei più inquietanti spettacoli mai visti nella nostra lunga storia: nei distinti, dietro il loro striscione "Ultras Pinerolo", i tre unici rappresentanti del gruppo intonano più volte l'indimenticabile coro "Pineroooolo".
Domenica 13/10/1996 è finalmente tempo di derby: a bordo di tre pullman ci rechiamo al "Comunale". L'appuntamento, come sempre, è in Piazza Dante: ad accoglierci decine di rappresentanti delle forze dell'ordine che ci perquisiscono prima di salire a bordo. Arrivati a Sanremo, mentre scendiamo, c’è una nuova assurda perquisizione; fatti i dieci metri che ci separano dalla biglietteria e, entrati all'interno dello stadio, terza perquisizione che lascia tutti perplessi. Sistemati nella curva, siamo affiancati dai nostri amici della "Brigade Sud Nice". Non facciamo in tempo ad attaccare i nostri striscioni che inizia una fitta sassaiola provocata dagli "Ultras Sanremo". Quest’episodio suscita il nostro risentimento nei confronti delle forze dell'ordine che tanto erano state scrupolose con noi nel perquisirci, quanto sono state assenti nei confronti dei nostri rivali. Ne segue un tafferuglio, con conseguente carica a colpi di manganello. La coreografia del primo tempo è rappresentata da un centinaio di palloncini nerazzurri, migliaia di coriandoli e decine di rotoli di carta; fa anche il suo esordio lo striscione "Rowdy Group", ma non è certo felice: assistiamo ad un vero e proprio tracollo dei nerazzurri, che perdono tre a zero e sembrano più impegnati a litigare tra loro, piuttosto che a cercare di onorare i nostri colori... squallido, poi, il rifiuto di calciare il calcio di rigore a noi concesso e oltretutto fallito. Il beffardo coro "E forza Imperia facci un gol" urlato dagli "Ultras Sanremo" è insopportabile. Alla fine del derby, una volta scesi dai pullman, decidiamo di recarci al "Ciccione" per un incontro chiarificatore con i nostri giocatori e l'allenatore: ma i codardi sono preventivamente informati dei nostri propositi e preferiscono scappare a casa senza avere il coraggio di affrontarci. Si presenta solo un giocatore, della panchina, che fa da capro espiatorio, prendendosi gli insulti per tutti. La settimana che segue è ad alta tensione: Alfano ed altri due giocatori sono messi fuori rosa, accusati di remare contro l'allenatore. E' l'ultima provocazione che intendiamo sopportare: con un duro comunicato prendiamo le parti del bomber e ci schieriamo contro l'allenatore, accusandolo di aver smembrato la squadra dell'anno precedente, e contro alcuni giocatori, per il loro scarso rendimento. Nello stesso tempo annunciamo che sarà attuato uno sciopero del tifo in occasione della successiva partita interna contro il San Vincent.
Domenica 20/10/1996 l'annunciato sciopero del tifo è attuato: la Nord è chiusa e resta desolatamente vuota, nessuno striscione è appeso, tranne due recanti le eloquenti scritte "13/10/1996: Vergogna!" e "Pisano vattene". Lo stadio, attirato dalla contestazione, è pieno più del solito e non manca di divertirsi. Dai distinti i cori sono tutti per Alfano che, presente in tribuna, risponde ai nostri incitamenti e contro Pisano che, squalificato, è costretto a vedere la partita dalla Sud. Sono coinvolti anche alcuni giocatori nerazzurri ed incitati i calciatori valligiani, che increduli, in occasione del fischio finale, festeggiano la vittoria sotto il nostro settore. A fine partita la contestazione si sposta negli spogliatoi, che allenatore e giocatori sono obbligati ad abbandonare in fretta e furia o fuggendo rapidamente attraverso il terreno di gioco o a bordo di un cellulare della Polizia. L'allenatore non si assume le sue responsabilità ed addirittura imputa a noi la sconfitta sostenendo che siamo noi a doverci vergognare. Il Presidente Cipolla, dopo essersi dichiarato "nauseato" ed aver preso le parti di Pisano, formalmente si dimette, pur restando in realtà al vertice societario... tre giorni dopo l'allenatore è esonerato: il suo posto è preso da Ferraro ed i giocatori epurati reintegrati immediatamente. In pratica si realizzano i nostri desideri. Le cose migliorano immediatamente: il pari d’Agliana e la vittoria interna contro il Poggibonsi servono a rasserenare l’ambiente.
Domenica 10/11/1996 si va, a bordo di un pullman, a casa della capolista Viareggio; appena varcato il confine che indica la fine della Liguria, il pullman è fatto fermare, per un caloroso saluto alla terra toscana e ad un suo abitante impegnato a zappare la terra. E' una giornata infernale e la pineta che circonda lo stadio viareggino rende ancora più tetra l'atmosfera. Gli "Ultras Figthers Viareggio" sono pochissimi e messi, soprattutto, al coperto in tribuna. Per la mancanza d’appigli, gli striscioni sono appoggiati in terra; al nostro fianco alcuni rappresentanti della "Brigade Sud Nice" che espongono il loro striscione rossonero. Le proibitive condizioni ambientali c’esaltano e, nonostante la prevista sconfitta, tifiamo alla grande, non mancando di stuzzicare più volte i tifosi toscani. A fine partita, invocati a più riprese, si fanno finalmente vivi gli Ultras bianconeri che iniziano una fitta sassaiola contro di noi, nascosti nella pineta. Noi non stiamo certo a guardare e solo l'intervento delle forze dell'ordine riporta momentaneamente la calma; veniamo fatti salire di forza sul pullman e scortati fino allo svincolo autostradale. Nel corso della gita nel centro di Viareggio, da e contro il nostro pullman volano oggetti di tutte le dimensioni, tra i quali un grosso masso che per poco non sfonda il cofano di un'auto della Polizia che ci sta scortando. Per questa ragione, prima di lasciare la città toscana, siamo tutti identificati.
La successiva partita al "Ciccione" prevede il ritorno, con la casacca del Pietrasanta, di uno dei giocatori più amati dalla tifoseria imperiese: Stefano Mariani. Prima dell'inizio dell'incontro festeggiamo l'emozionato vecchio idolo con una sciarpa ed una targa con la scritta "La Nord non dimentica i suoi eroi: bentornato Stefano". Proprio Mariani sarà uno dei protagonisti della vittoria della squadra toscana, accompagnata da un gruppetto d’Ultras, che espone lo striscione "Brigata Neuro": scambiamo con loro qualche parola e scopriamo che le nostre imprese della settimana precedente hanno avuto molta eco in Versilia.
Domenica 24/11/1996 al "Borzoli", assistiamo alla terza sconfitta consecutiva, contro la Sestrese: a fine partita si sfiora la rissa con alcuni "Boys", che pensano bene di sbeffeggiarci.
La domenica successiva è il turno dell'Asti, accompagnato al "Ciccione" da una quarantina di tifosi con lo striscione "Ultras Asti": in realtà sono soprattutto diffidati di Juventus e Torino che, non potendo seguire le loro squadre al "Delle Alpi", seguono i biancorossi, sicuri di non essere identificati. I novanta minuti corrono via lisci, nel reciproco rispetto: indubbiamente sono il miglior gruppo Ultras visto all'opera quest’anno. A fine partita, dopo un inutile pari a reti inviolate, mentre gli "Ultras Asti" fanno ritorno sul loro pullman, scoppia la scintilla che rischia di far degenerare la situazione. Dagli insulti alla sassaiola il passo e breve: solo la presenza delle forze dell'ordine evita che ci sia il contatto fisico.
Domenica 8/12/1996 si va a Moncalieri ad assistere ad una nuova sconfitta di una squadra sempre più allo sbando, nonostante l'innesto di un paio di nuovi elementi, Marni ed Osvaldella. La trasferta è segnata dalla sosta in autostrada a Mondovì, per permettere ad un’autoambulanza di soccorrere uno di noi, colpito da un malore. Immancabile il pronto intervento di una volante che, dopo gli accertamenti di rito, c’interroga sospettando che il malore del nostro amico fosse stato provocato da nostre presunte molestie… che segugi! A fine partita, recuperiamo il nostro sventurato amico, ricoverato in ospedale con la polmonite.
La mancanza di risultati, fa sprofondare la squadra nerazzurra nei bassifondi della classifica. La situazione sta precipitando e, per cercare di compattare l'ambiente, decidiamo di organizzare una cena con la squadra e l'allenatore: l'appuntamento è la sera di mercoledì 11/12/1996, in un ristorante a San Lazzaro Reale, nell'entroterra d’Imperia. La rosa al completo è presente ed i primi minuti sono alquanto silenziosi, perché la nostra dura contestazione di qualche settimana prima deve essere ancora nei loro occhi; ma dopo qualche bicchiere di rosso, l'atmosfera si riscalda: cori, sciarpate con i tovaglioli e "ola", sanciscono il ritrovato legame con la squadra. Questa sera noi ed i membri della squadra stipuliamo un patto d'onore, che dovrà portarci al raggiungimento del comune obiettivo: a fine cena concordiamo un appuntamento alla fine del campionato, nello stesso ristorante, per festeggiare la salvezza. All’uscita del ristorante, scoppia una furiosa rissa con alcuni bulli del paese, che si pentono amaramente di averci provocato.
La domenica successiva ci rechiamo a Savona, per l'importante derby contro i biancoblù. Tutti quelli che hanno partecipato alla cena della svolta sono presenti, così come lo è lo spirito della serata: la squadra lotta su ogni pallone, accompagnata dal nostro incessante incitamento. Alla fine riusciamo a strappare un importante pareggio che è festeggiato dall'improvvisato coro "Se giocate così, ci vediamo ogni mercoledì" cantato da tutti i membri della squadra, allenatore in testa, sotto la tribuna dove siamo posti. L’appuntamento del mercoledì sarà sempre presieduto da alcuni giocatori, compreso qualche festino in Villa Giada: vero Giuntoli?
Domenica 22/12/1996 al "Ciccione" è di scena la vice capolista Castelnuovo che travolge i nerazzurri, favorita dalle papere del nostro contestato portiere Gestro, che dopo questa partita deciderà di ritirarsi ed il cui posto è fortunatamente preso da Minardi. L'episodio più importante della domenica accade intorno al quarto d'ora del primo tempo quando, riconosciuti cinque "Ultras Sanremo" seduti nei distinti, decidiamo di andare a dargli il benvenuto: sono cinque minuti infernali per gli incauti matuziani che non solo sono gonfiati come zampogne ma qualche giorno dopo subiranno anche il provvedimento di diffida per un anno.
Inizia il girone di ritorno e le cose vanno per il verso giusto: tre vittorie consecutive, con Colligiana, a Barberino (dove giungiamo dopo un rocambolesco viaggio in auto) e con il Camaiore, fanno risalire in classifica i nerazzurri e riaccendono l'entusiasmo.
Domenica 26/01/1997 si va a Cecina, in treno, per la trasferta più lunga: quasi sette ore di viaggio per giungere nella cittadina toscana. Lo spettacolo è assicurato da un nostro esponente che, non volendo pagare il biglietto ferroviario, gioca a nascondino con i controllori: arriva addirittura a sdraiarsi sul ripiano nel quale si mettono normalmente le valigie, nascosto da alcuni striscioni srotolati. Dopo una corsa per raggiungere lo stadio, ci posizioniamo dietro di una delle porte tifando alla grande, ripagati da un gran gol di Pino Alfano che suggella la quarta vittoria consecutiva dei nerazzurri. Il viaggio di ritorno è massacrante ed arriviamo a casa ben oltre la mezzanotte.
Domenica 2/02/1997 è il turno della Fossanese: il ritorno al "Ciccione" di Celella è salutato dallo striscione "Beppe, uno di noi". Il nostro ex giocatore, però, inspiegabilmente nervoso, passa tutta la partita a litigare con tutti, lasciandoci stupefatti. A fine partita, allora, il nostro portiere Minardi compie un gesto plateale ma da noi assai apprezzato: strappa il nostro striscione e, raggiunto Celella dopo una lunga corsa, glielo getta addosso provocando un piccolo tafferuglio tra i giocatori.
Domenica 16/02/1997 si disputa finalmente il tanto atteso derby con la Sanremese: dopo il disastroso esito della partita d’andata, ci aspettiamo una riscossa da parte della nostra squadra, che in questi mesi ha realmente capito quanto teniamo a quello che noi definiamo "The match". Due, come consuetudine, le coreografie. Nel primo tempo, a tutti i presenti, sono consegnati dei cartoncini rettangolari da un lato neri e sul retro azzurri: la Nord è divisa in due parti da un bandierone, disegnato a mano, che rappresenta il Samurai dello striscione; sul lato destro della gradinata, ad un segnale stabilito, sono alzati i fogli azzurri, mentre sul lato sinistro quelli neri. Dopo un minuto, altro segnale, e i fogli sono girati... l'effetto ottico è spettacolare. Compare anche un cartello raffigurante il celebre Mister Flanagan che indica una bella merda e con scritto il suo tormentone "What's is this? This is Sanremerda". Nel secondo tempo sono srotolati i nostri tre bandieroni che, una volta riavvolti lasciano la scena ad una paurosa e coloratissima fumogenata. Al nostro fianco, sono presenti gli “Ultras Savona” e la “Brigade Sud Nice”. Gli "Ultras Sanremo" sono presenti in una cinquantina e sono chiaramente sovrastati. E’ realizzata anche una nuova videocassetta che documenta il nostro tifo.
La squadra ce la mette veramente tutta, lotta su ogni pallone, pareggia con uno splendido gol del bomber Alfano l'iniziale vantaggio biancazzurro, realizzato in netta posizione di fuorigioco; ma ad una decina di minuti dal termine, dopo una doppia carambola, la palla entra alle spalle del nostro portiere, per il più assurdo e beffardo degli autogol... è l'ennesima delusione, l'ennesimo episodio di un film già visto. A fine partita, i giocatori, molti dei quali in lacrime, sono in ogni caso chiamati sotto la Nord per l'applauso finale. L'allenatore Ferraro, il mercoledì successivo, con una sua lettera aperta sui giornali locali, ci ringrazia pubblicamente per il sostegno dato alla squadra.
Domenica 16/03/1997 al "Ciccione" è di scena la capolista Viareggio, accompagnata da una cinquantina di "Ultras Fighters". La partita, visto quanto è accaduto all'andata, è molto sentita: la Nord è gremita e bella carica, così come la squadra che mette subito alle corde i bianconeri. Dopo meno di venti minuti, con un gran tiro d’Osvaldella proprio sotto la Nord, l'Imperia passa in vantaggio: è il delirio. L'autore del gol si arrampica sulla rete di recinzione, mentre un nostro tamburo, nell'entusiasmo più sfrenato, è lanciato in campo rischiando di colpire il portiere ospite... fortunatamente un nostro giocatore lo rilancia all'interno della gradinata e tutto finisce lì. Gli Ultras viareggini sono attoniti e cercano di reagire, ma non è giornata neanche per loro: l'Imperia vince inaspettatamente e fa un decisivo passo avanti verso la salvezza. A fine partita tutta la squadra è festeggiata sotto la Nord, con Bocchi che si fa consegnare il megafono e lancia, affiancato da tutta la squadra e dai tecnici, il nostro cavallo di battaglia "Perché? Perché? Perché?" cui tutto lo stadio, tribuna compresa, risponde "Perché Sanremo è merda"... Fantastico!
Domenica 23/03/1997 si torna in Toscana, a Pietrasanta, dove veniamo accolti calorosamente dagli Ultras di casa, la "Brigata Neuro", entusiasti per il trattamento da noi riservato ai loro storici nemici "Ultras Figthers Viareggio”, in occasione delle due partite disputate in questo torneo. Per noi fiaschi di vino a getto continuo, una teglia di focaccia ed una di cecina, gentilmente offerti dai tifosi biancazzurri. Siamo talmente presi dai festeggiamenti, che non ci accorgiamo di quanto accade in campo. Il campionato sta ormai volgendo al termine, ma per tutti c'è ancora un appuntamento da non perdere: domenica 13/04/1997 si va ad Asti. Visto quanto è accaduto nel dopopartita della gara d’andata, non si può certo mancare. Il pullman è rapidamente riempito e, una volta arrivati ad Asti, malgrado si tema che possa accadere qualcosa, incautamente scendiamo alla spicciolata e non compatti. Un nostro primo sparuto gruppetto è immediatamente aggredito davanti all'ingresso dello stadio da un gruppo d’Ultras astigiani, sbucati da alcune auto parcheggiate nei paraggi: armati di pietre, bastoni, catene e coltelli, cercano e trovano il contatto con noi. Sono minuti infernali, nei quali vola di tutto; le assi di legno di un vicino cantiere nella sede della Croce Rossa locale, spariscono all'improvviso per un uso facilmente immaginabile. Le aste delle bandiere sono utilizzate come armi improprie così come ogni oggetto che si trova nei paraggi, compreso un segnale stradale. Un astigiano, che indossa un casco, è suonato come un tamburo. A fare le spese della nostra furia, più di altri, è un Ultras biancorosso che, armato di coltello, ci minaccia e c’invita a farci sotto: si pente ben presto della sua spavalderia, travolto da una carica paurosa, che gli fa cambiare i connotati. Volano anche alcune bottiglie che colpiscono una volante della Polizia. L'unica pattuglia presente è colta di sorpresa e non sa cosa fare: un poliziotto, terrorizzato, prima sventaglia la pistola ad altezza uomo e poi spara un paio di colpi di pistola in aria, a scopo intimidatorio. Ma non serve a nulla: la rissa prosegue sotto gli occhi attoniti degli abitanti del quartiere che, spaventati, si barricano in casa ed assistono a queste scene di guerriglia urbana. Qualcuno chiama il 113 e, dopo un quarto d'ora, giungono otto pattuglie di Polizia e Carabinieri che, a stento, riescono a placare la rissa. Veniamo tutti identificati mentre gli astigiani scappano via: il bilancio dei cruenti incidenti è d’otto feriti (sei astigiani e due dei nostri) ed un paio di denunciati per parte.
Il derby disputato domenica 27/04/1997 contro il Savona, rappresenta l'atto finale di una stagione incredibile: la partita è una pastetta prevedibile, con il due a due finale che accontenta tutti. Gli "Ultras Savona" giungono al "Ciccione" e l'atmosfera di festa annunciata, sancisce il riavvicinamento tra le nostre tifoserie, dopo un lungo periodo d’astio. L'invasione di campo finale, a caccia di magliette, suggella il raggiungimento della rocambolesca salvezza, cui noi abbiamo veramente contribuito in maniera decisiva.
C'è ancora il tempo per l'ultima trasferta a Castelnuovo Garfagnana. E’ una festa: della partita non importa a nessuno; quello che resta nella memoria è la mega mangiata e la decina di bottiglioni di vino svuotati nel bar dello stadio. Tornare sani e salvi ad Imperia è stato un vero miracolo!
Mantenendo fede a quanto concordato con la squadra e l'allenatore, ci ritroviamo nel ristorante della svolta, per festeggiare la salvezza. La cena è un vero delirio, con i giocatori e i tecnici scatenati a saltellare sopra i tavoli e suggella un legame tra noi e la squadra che non ha precedenti nella nostra storia.
L'atto finale della stagione è un nostro comunicato nel quale ringraziamo Ferraro ed i suoi ragazzi per l'attaccamento dimostrato ai nostri colori e non manchiamo di pungolare la dirigenza.
Domenica 10/05/1997 c’è un ultimo appuntamento: la finale di Coppa di Francia, che si disputa al “Parco dei Principi” di Parigi, tra Nizza e Guingamp. Una nostra delegazione, invitata dagli amici della ”Brigade Sud Nice”, si presenta alla stazione di Nizza per prendere il treno speciale: il lungo viaggio è allietato da visite ad un particolare vagone, ben fornito d’alcolici e di tutti i generi di conforto. Arrivati nella capitale transalpina, trascorriamo la giornata visitando i luoghi più conosciuti (immancabile la foto davanti alla Tour Eiffel, con lo striscione srotolato), utilizzando gratuitamente la metropolitana. Non mancano le scene esilaranti, come quando un nostro esponente soffia la schiuma di una lattina di birra addosso ad una signora parigina, che leggeva tranquillamente un libro. La maggior parte dei franchi che abbiamo in tasca, li spendiamo nei bistrot parigini per mangiare e soprattutto bere. Un paio d’ore prima del fischio d’inizio ci rechiamo ai botteghini dello stadio: notato sul marciapiede un biglietto, lo raccogliamo e lo rivendiamo, probabilmente alla stessa persona che l’aveva perso! Il ricavato della vendita è immediatamente speso per acquistare altre birre, nel bar dello stadio. Superati i controlli della “gendarmerie” (meno rigidi di quelli italiani), ci mettiamo nella parte inferiore della curva destinata ai tifosi rossoneri, appendendo lo striscione “Brigata alcolica” vicino a noi e “Samurai Ultras Imperia” nell’anello superiore. La vittoria ai rigori dei nizzardi è a lungo festeggiata dentro e fuori lo stadio parigino. Scortati fino alla stazione, ripartiamo tra i fumogeni accesi: il viaggio di ritorno trascorre tranquillamente e, nella tarda mattinata, salutati gli amici nizzardi, possiamo ritornare a casa, con una nuova esaltante esperienza da raccontare

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