venerdì 18 settembre 2020

Stadi chiusi o stadi aperti, questo è il problema

Mancano dieci giorni all'inizio del Campionato, due alla compilazione dei calendari e ancora non si sa se si potrà andare al "Nino Ciccione" di Imperia, al "Franco Ossola" di Varese, al "Giovanni Mari" di Legnano, al "Fausto Coppi" di Tortona o in uno degli altri sedici stadi del nostro Torneo.

Nei giorni scorsi il Comitato Tecnico Scientifico ha ribadito che il protocollo sanitario per il calcio italiano non cambierà, o almeno non lo farà fino alla prima settimana di ottobre, respingendo così gli vari appelli della F.I.G.C. e dei Presidenti.

Non arrivano dunque concessioni, almeno non nei professionisti, e qui nasce una contraddizione ritenuta da molti a dir poco clamorosa. Come è possibile infatti che, ad esempio, la Roma (tanto per fare un esempio di squadra della massima Serie) sia stata ritenuta non in grado di garantire entrate e uscite dall' "Olimpico" mentre per un evento di Serie D è possibile accogliere allo stadio fino a 1000 spettatori? Ovviamente tutto nasce dall’interpretazione di un passaggio specifico presente nel protocollo F.I.G.C. del 12 agosto, nel quale è stato spiegato appunto che negli eventi di minore entità (tra cui le gare tra club dilettantistici) è consentita la presenza di pubblico fino a mille persone all’aperto e duecento al chiuso.

L’interpretazione incerta di questa norma ha, però, portato diverse regioni (tra cui Lazio e Sicilia) a negare l’accesso al pubblico negli impianti sportivi anche nei dilettanti per le competizioni ufficiali, per evitare di aggiungere ulteriore confusione ad una situazione già delicata. Gare a porte chiuse anche per le competizioni L.N.D. dunque, nonostante il regolamento in teoria una piccola concessione l’abbia fatta a tali categorie. Nel frattempo l’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive avrebbe deciso di specificare che l’accezione “eventi di minore entità” riguarda solo tornei e gare amichevoli e non i campionati, sia nei tornei senior dei dilettanti e quelli giovanili. Fino al 6 ottobre dunque, in molte regioni italiane, non sarà possibile per i tifosi presenziare alle partire dagli spalti in attesa del via libera del Comitato Tecnico Scientifico.

Sul tema il Presidente della L.N.D., Cosimo Sibilia aveva recentemente dichiarato: “Accogliere mille persone in uno stadio da cinquantamila posti è una cosa possibile e gestibile, però bisogna prendere una decisione comune tra Regioni e Governo. Nei Dilettanti abbiamo regioni che hanno già iniziato le proprie attività, anche in presenza di pubblico, mentre in altre ci sono difficoltà nel far accedere le persone negli impianti sportivi. Riaprire gli stadi con la presenza del 10% dei tifosi può essere un primo passo, la riapertura delle scuole in tal senso può rappresentare una base dalla quale partire per riaprire gli stadi ma tutto è chiaramente legato all’evoluzione della curva dei contagi”.

E quindi? Cosa aspettano a prendere una decisione? Considerato il tempo che hanno impiegato a redigere i gironi e che non è ancora stato fatto il calendario, è facile immaginare che, con una decisione (anzi una non decisione) che scontenterà tutti, si inizierà il Torneo di Serie D a porte chiuse... la morte del calcio dilettantistico, insomma, visto che, a differenza della massima Serie dove le partite sono trasmesse in televisione (non il massimo della vita, ma meglio di niente), sarà praticamente impossibile ai sostenitori delle squadre poter vedere e commentare le gare della propria squadra del cuore. 

4 commenti:

  1. Io penso che in questo momento in Italia ci siano urgenze ben prioritarie rispetto al porsi il problema su come riaprire gli stadi in serie d

    RispondiElimina
  2. ma certo che il calcio non è certo una priorità rispetto alla salute delle persone, chi lo nega. Ma è il presidente della L.N.D. che, qualche settimana fa, aveva dato l'ok alla riapertura (a capienza limitata) degli stadi di Serie D, normalmente meno affollati di quelli della massima Serie... ora che fa? si tira indietro? Non prende decisioni? Tira la pietra e poi nasconde il braccio? E siamo a 10 giorni dall'avvio del Campionato... la solita manfrina del calcio italiano, insomma...

    RispondiElimina
  3. Anonimo delle 05:28. Solito commento di chi vorrebbe blindare tutto e tutti. Magari eri di quelli spiaggiati quest'estate in mezzo a qualche altro centinaio di persone. Non capisco sinceramente quelli che danno priorità a qualsiasi cosa, ma lo sport deve venire per ultimo. Mi spieghi dove starebbe la difficoltà fra i dilettanti a far rispettare le regole? I campi sono semi deserti. Il metro di distanza lo si può ampiamente tenere. Nessun problema nemmeno per entrare o uscire con la mascherina e si è all'aperto. A meno che non sei uno di quelli che pensa che il virus resta sospeso in aria a tempo indeterminato, francamente mi sembra che questa indecisione sia solo la paura di perdere il cadreghino. Del resto ormai da mesi siamo alla conta dei positivi, ma abbiamo perso la conta dei malati. Nella nostra ASL nonostante l'estate, da tre mesi non raggiungiamo le 10 osoedalizzazioni e da più di due non abbiamo T. I. causa Covid. Mi sembra che così male non stiamo facendo...

    RispondiElimina
  4. Sembra ufficiale il via libera per 1000 spettatori per gli sport all'aperto. Resta da capire quale sarà la possibilità di accesso in percentuale. 1000 spettatori a San Siro sono un puntino, a Fossano sono il pienone...

    RispondiElimina