Ciao Marco, una conoscenza comune mi viene a dire che ti senti un po' “vittima” delle mie invettive.
Sinceramente non credo tu debba. Certo, sono io ad aver coniato l'appellativo “El Vaquero” ma, sai, le mie radici musicali affondano proprio là, dove il roccioso Nevada incontra la tentacolare California, dove ancora oggi chiamano così gli eredi di quei duri allevatori che, agli inizi dell'800, colonizzarono le terre dell'ovest.
E poi mi sembrava più elegante di “Lattaio” od altri nomignoli, alcuni dei quali molto meno simpatici.
Io stesso sono stato insultato sul blog e non di rado anche se, ad onor del vero, erano, nella gran parte dei casi, insulti al nostro idioma.
Ad un più attento esame, però, noterai come io non abbia quasi mai rivolto filippiche contro di te. Anche se una sola delle tue dichiarazioni alla stampa sarebbe stata, di per sé, motivo per farlo.
Le rivolgo, al contrario, contro quella pletora di microcefali che decantano le lodi della neonata P.R.O.: pensa che c'è addirittura chi sostiene che dietro quella tastiera ci sia tu stesso.
Io, personalmente, non credo loro ma ammetterai che tra centinaia di anonimi (al punto che bisogna specificare l'ora esatta del post per far capire a chi ci si rivolge) il dubbio possa venire. Non starò certo a riportare nuovamente discorsi fatti non so quante volte: potevi o non potevi, volevi o non volevi, “io non garantisco niente”, “arriva Riolfo!, no – scusate – Faraldi...”, “...al quale però Riolfo ordina anche come nettarsi il posteriore...” (e non sono parole mie).
Quel che è stato è stato e la tua squadra, comunque, oggi, non è l'Imperia.
Però hai voluto chiamarla così, anteponendole un P.R.O. che sa di depistaggio per la facile confusione con l'avverbio latino.
Volevi – tu o chi per te - quel nome, non negarlo, e mai come ora che pizzaman aveva fatto piazza pulita di 85 anni di storia era tanto appetibile. Già. Quel pizzaman che hai detto di “aver sempre stimato”.
Cosa pretendi? Comprensione? Per le tue palesi lodi al personaggio che ha ucciso la cosa a noi più cara? Mi spiace, Marco, ma le persone che stimo, e dalle quali cerco di imparare e prendere esempio, sono ben altre. E non mi riferisco affatto alle tristemente note vicende extracalcistiche: ci sono i tribunali della Repubblica Italiana per questo e sono i soli che possano giudicare.
Ma se io, El Lobo, dicessi di stimare la persona che ha fatto fallire la tua azienda e domani ne aprissi una che si chiama “Latte El Alberti”, per rifornire solo le casette dei paraggi, tu cosa penseresti di me? Mi accetteresti? Spenderesti belle parole nei miei confronti? Se ci fosse gente vicina a me che incensa quotidianamente il mio operato, tu che faresti? Orecchie da mercante? Forse...
Perché tu non fai parte del “nostro” mondo. Tu non hai mai fatto 400 km, intirizzito dal freddo, per vedere la tua squadra ridicolizzata dagli avversari, sapendo già al momento della partenza, in Piazza Dante, che sarebbe andata così: io sì.
Tu sarai stato felice di sapere che l'Imperia aveva vinto il derby: io, per poco, non faccio un volo di 5 metri. Tu non sai che un manganello è fatto di caucciù rigido: io ne ho portato i segni per due settimane. Potrei andare avanti per ore ma non cambierebbe niente: tu non sei un Ultras. E mi dispiace per te. Perché non proverai mai quella sensazione che ho provato io tante volte.
Purtroppo la tua morbida devianza ricorda tanto quel capolavoro di satira politico-sociale che è Homer Simpson e, Duff a parte, ti è stata fatale: pensavi davvero che quel geniale pelatone di IM1923 non l'avesse notata?
Guarda che è toccato anche a me, sai? Ridicolizzato ad imperitura memoria, in un best-seller di cui sta per uscire una seconda edizione, a causa di un buco spazio-temporale durante il quale un uragano stava devastando il mio colon.
Al tuo amico è andata anche peggio: infilato a forza nel manifesto di un improbabile circo anni '70 (con tanto di richiamo per i potenziali astanti); doppiato ad arte con la voce di Calimero; in panni e sembianze del Grande Puffo e non finirei mai.
Nei tuoi riguardi è stato fin troppo 'politically correct', così come con i coraggiosi “anonimi”.
Io invece ho le “zolle nel sangue” per cui se leggo qualche castroneria in italianese o noto la mera, stupida voglia di provocazione, costruita su concetti idioti e/o luoghi comuni, mi incazzo.
Che ci posso fare? E' nel mio DNA...
Non prendertela, Marco, e, senza rancore, dammi retta: compra qualche DVD di vecchi film con Peter Sellers (Oltre Il Giardino, magari...) o i Monty Python (Brian Di Nazareth, un capolavoro...) e dai una spazzolata al tuo sense of humour perché mi sa tanto che ormai sia troppo tardi e non sia finita qui...
Converrai con me che ci hai messo anche del tuo, no?
In bocca al lupo (e non è ironico...).
EL LOBO
EL LOBO
Caro "M"...chissa' se hai letto .....????????
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