Comincia quest'oggi un'intervista doppia ai due allenatori del Settore Giovanile dell'Imperia 1923, Gian Luca Bocchi e Danilo Vindigni, rispettivamente mister degli "Allievi 1997" e dei "Giovanissimi 2000", freschi vincitori dei propri Campionati ed alle prese con le fasi finali regionali dei loro Tornei.
- Quando hai iniziato la tua avventura da allenatore e con quale annata?
Gian Luca Bocchi: "Ho iniziato due stagioni fa con la Juniores nazionale della Pro Imperia, incarico dal Lquale fui sollevato dopo soli 4 mesi di lavoro. Da allenatore patentato, questa che sta volgendo al termine è la prima stagione. Da giocatore, in alcuni frangenti di determinate stagioni penso di aver dato una "grossa mano" agli allenatori di quei momenti"
Danilo Vindigni: "Ho iniziato circa dieci anni fa con i “Piccoli amici” del Golfodianese dell’allora presidente Francesco Miraglia, che ringrazio ancora per avermi dato il privilegio di iniziare ad allenare. Tra l'altro, due ragazzi di quel gruppo sono l’attuale portiere Marco Ruocco ed il mio capitano Edoardo Franco"
- Cosa ti ha spinto a seguire questa strada?
Gian Luca Bocchi: " La passione per questo sport. Nelle ultime stagioni da giocatore mi sarei visto di piu' con incarichi diversi, piu' dirigenziali, ma devo riconoscere che il ruolo dell'allenatore mi soddisfa pienamente".
Danilo Vindigni: "La risposta viene da sola anche se scontata: la passione. Qualche tempo fa un ex giocatore anche dell’Imperia attualmente dirigente di una società di Serie B mi definì “animale da campo”"
- Quali sono stati gli allenatori da cui hai appreso di più dai punti di vista tecnico-tattico e comportamentale, nella tua carriera di calciatore?
Gian Luca Bocchi: "Il calcio negli ultimi 25 anni è cambiato parecchio, molto di piu' che nei 50/60 anni precedenti. Sono cambiate le metodologie d'allenamento e le impostazioni tattiche delle squadre. In tal senso, posso affermare tranquillamente che quello della fine degli anni '80 (quando ho iniziato a giocare a livello di prima squadra) era un altro calcio. Ricordo con affetto l'allenatore che mi fece esordire in prima squadra a Savona, mister Luigino Vallongo che, nell'epoca dei due punti a vittoria, era un fautore del "primo non prenderle".
Un'altro maestro, soprattutto di vita, fu Guidone Vincenzi che ebbi a Casale nel '93. Un passato da "ciclista" da giocatore a grandissimi livelli, non finiva mai di insegnare qualcosa.
Venendo a tempi piu' recenti, di Giorgio Benedetti, pur senza vantare un gran passato da calciatore, come nei casi di Vallongo e Vincenzi, ho un ricordo bellissimo che poi si è tramutato, tutt'ora, in un rapporto di amicizia. Cosa penso di lui come allenatore è facilmente intuibile, visti anche i grandissimi risultati che l'Imperia consegui' sotto la sua guida. In generale, posso affermare che gli allenatori che piu' hanno influenzato il mio modo di allenare sono proprio Benedetti e Riolfo. Di quest'ultimo, col quale mi confronto spesso, ammiro la grandissima capacita' che hanno le sue squadre di mettere in pratica quello che si prova in settimana"
Danilo Vindigni: "Gli allenatori che ho avuto sono prevalentemente di Roma, essendo nato e cresciuto lì… ricordo con piacere tutti e da tutti ho “rubato” qualcosa. Qui ad Imperia non posso non menzionare “Ruspa” Bencardino insieme a Gianni Manera…e, lo ammetto, anche da “Giotto” Caverzan col quale, allenandosi dopo di noi, ho avuto la possibilità sia di confrontarmi teoricamente che di rubacchiargli qualcosa qua e là"
Quale è la tua filosofia di lavoro sul campo e quali metodi pensi siano i più efficaci per trasmettere tale filosofia ai giocatori ?
Gian Luca Bocchi: "Con i ragazzi che alleno sono stato chiaro fin dall'inizio. La vita è fatta di priorita' e sacrifici e non è detto che affrontandoli non ci sia svago e divertimento. Ovviamente la famiglia e la scuola (per un mio allievo il lavoro) hanno la priorita' su tutto, ma subito dopo richiedo ai miei ragazzi la massima applicazione nell'attivita' sportiva che svolgono. Chi non è pronto a questo è giusto che la svolga a livello di oratorio, rispettando in pieno quella scelta. I miei metodi e la mia filosofia partono da questi principi e come obbiettivo finale, parlando di settore giovanile, credo sia importantissimo perseguire la crescita individuale e di gruppo dei ragazzi, prima ancora dei risultati agonistici. Mensilmente stilo una relazione a livello individuale e di gruppo dei miei ragazzi, cercando di capire dove sono migliorati e dove devono impegnarsi maggiormente per completare il loro percorso di crescita"
Danilo Vindigni: "La filosofia è il lavoro in se stesso che poi racchiude tutto: credere in quello che si propone, lavorare anche in funzione delle risorse a disposizione e cercare di tirare fuori il meglio di ognuno"
In che modo cerchi di rapportarti con i tuoi ragazzi dal punto di vista del gruppo?
Gian Luca Bocchi: "Allenare un gruppo di ragazzi di 16/17 anni non è semplice. E' un'eta' complessa nella quale la scuola e le amicizie (anche quelle femminili...) hanno grandissima influenza. Per mia fortuna ho a che fare con un gruppo di ragazzi in gamba e che dalle proprie famiglie hanno ricevuto i giusti insegnamenti educativi. Fin dal primo giorno sono chiaro con loro, dicendogli chiaramente che li avrei trattati come se fosse stata una prima squadra, tenendo conto, ovviamente, che in certi aspetti l'eta' è ben diversa. Credo che in questo modo si accelleri il processo di crescita, preparandoli all'eventuale salto con i piu' grandi, che rimane un obbiettivo primario"
Danilo Vindigni: "Se faccio riferimento all’attuale squadra, penso che gruppo sia la parola magica… ho ereditato questi ragazzi dalle due vecchie società e il primo obbiettivo è stato proprio quello di creare un gruppo. Pochi giorni fa, a fine stagione, ormai notavamo coi dirigenti come fossero presenti tutti all’allenamento anche quelli che hanno avuto meno minutaggio"
Come valuti la situazione del calcio giovanile oggi nella nostra provincia?
Gian Luca Bocchi: "Non penso di dire nulla di nuovo se dico che nella nostra provincia il calcio, non solo a livello giovanile, soffre di problemi ormai atavici. Manca la continuita' all'interno delle societa' che dovrebbero essere di riferimento. Mi riferisco principalmente all'Imperia e alla Sanremese. Purtroppo, è la storia che lo dice, le vicissitudini societarie influiscono sulla crescita o meno di interi gruppi giovanili. Credo che la priorita' sia quella di dare continuita' all'intero movimento e spero che l'Imperia, soprattutto, e la Sanremese (qualora rinascesse) tornino ad essere il riferimento calcistico, giovanile e non, della provincia"
Danilo Vindigni: "Risponderei che c’è sempre da migliorare a partire da me"
Domani la seconda parte dell'intervista a Gian Luca Bocchi e Danilo Vindigni.
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