mercoledì 16 aprile 2014

Le interviste di IM1923. Gian Luca Bocchi e Danilo Vindigni (2° parte)


Dopo la prima parte dell'intervista ai due allenatori del Settore Giovanile dell'Imperia 1923, Gian Luca Bocchi e Danilo Vindigni, pubblicata ieri, oggi la seconda ed ultima tranche di domande e risposte.

- Come ti poni nel talvolta difficile rapporto coi genitori?
Gian Luca Bocchi: "In questa mia esperienza ho la fortuna di avere a che fare con genitori molto presenti che non fanno mai mancare la propria vicinanza ai propri ragazzi, anche in occasione delle frequenti trasferte. Non ho mai ricevuto nessuna interferenza da parte loro, pur rendendomi sempre disponibile per qualsiasi delucidazione in merito a questioni riguardanti il mio operato"
Danilo Vindigni: "Coi genitori, ogni volta che inizio una nuova avventura, mi riprometto di parlarci sempre meno… ma poi, essendo romano, mi piace scherzare e ridere… mi rendo conto anch'io, essendo padre, che vedere il proprio figlio giocare meno di altri talvolta è fastidioso: qualcuno capisce, altri meno… a quest'ultimi, probabilmente, sto antipatico"

- Come vedi in generale la situazione del nostro settore giovanile? Quale aspetto ti soddisfa maggiormente e dove credi sia migliorabile ?
Gian Luca Bocchi: "Come detto precedentemente, al nostro settore giovanile serve continuita'. Il blasone dato dalla storia nerazzurra e dai risultati della prima squadra possono anche influenzare in termini numerici sulle iscrizioni, ma per avere qualita' nella formazione di giocatori serve un lavoro lungo che deve durare diversi anni. L'aspetto che puo' essere migliorabile (secondo me, DEVE...) è sicuramente la ricerca di maggiore qualita', in special modo a partire dalla categoria Giovanissimi. I giovani che formano questi gruppi devono aver ben chiaro quali siano le priorita': 1) famiglia 2) scuola 3) calcio.  Se in questa particolare classifica si inserisce qualcosa di diverso (uscite con gli amici, fidanzatina, discoteca, motorino, spiaggia, vasche sotto i portici ecc.) significa che la passione e la propensione al sacrificio non sono all'altezza. La societa', a mio avviso, deve necessariamente perseguire questa impostazione, correndo il rischio di perdere qualche ragazzo (è tutto da dimostrare, secondo me se ne acquisterebbe in serieta' e mentalita', attirando moltissimi ragazzi veramente motivati), ma avendo moltissime probabilita' in piu' di ottenere formare giocatori all'altezza del blasone che questa societa' ha"
Danilo Vindigni: "Il nostro settore giovanile attualmente è in buone mani: su tutti cito Paolo Semeria, il "brontolone", ma non dimentico tutti quelli che si occupano materialmente e tecnicamente di tutto quello che gravita attorno ad un settore giovanile, lavorando tanto e bene"

- Come ritieni che sia la situazione delle strutture di Imperia e della nostra provincia?
Gian Luca Bocchi: "Se ci guardiamo intorno, nelle province limitrofe e, soprattutto, nelle regioni vicine il panorama è sconfortante. Bisogna ammettere, pero', che le strutture a disposizione sono migliorate negli ultimi 5/10 anni. I terreni in sintetico sono sempre di piu' e permettono lo svolgimento dell'attivita' in qualsiasi condizione. Credo che la soluzione definitiva, per quanto riguarda la citta' di Imperia, debba per forza essere la posa del terreno in sintatico sul Nino Ciccione. Il calcio sull'erba naturale è tutt'altra cosa, ma quest'intervento permetterebbe un utilizzo maggiore, anche da parte di alcune categorie del settore giovanile, di questa struttura che rimane il vero punto di riferimento della provincia"
Danilo Vindigni: "Rispondo come in una precedente domanda, dicendo che c’è sempre da migliorare. Abbiamo, comunque, strutture che, rispetto ai campi in terra che si vedono ancora in giro, sono tanta roba. Siamo una realtà piccola ma ciò non toglie che ne servirebbero ancora di più per far crescere i ragazzi in ambienti sani e positivi"

- Nel settore giovanile credi che sia più importante la ricerca del bel gioco o comunque il gioco di squadra, o pensi che per creare entusiasmo e interesse da parte dei giocatori sia più importante il raggiungimento del risultato?
Gian Luca Bocchi: "Io credo che nel settore giovanile sia importante perseguire la crescita e la formazione di giocatori. Credo che si debba partire da un discorso individuale, cercando di formare giocatori (non calciatori) piu' abili possibile, che affinino le proprie capacita' personali e che quindi abbiano piu' facilita' nell'inserirsi in un contesto collettivo. Questa, secondo me, deve essere la "mission" di un settore giovanile di livello. Il "gioco di squadra" è importante, ma deve essere interpretato da giocatori che prima devono essere formati individualmente, altrimenti, nel momento in cui cambieranno contesto potrebbero trovare diificolta'. Il risultato, poi, è quello che crea entusiasmo e che puo' dare stimoli nuovi e importanti e che ripaga dei tanti sacrifici, ma non deve essere l'obbiettivo primario"
Danilo Vindigni: " La priorità è che si divertano e che crescano con dei valori che, nel suo “piccolo”, il calcio ti da; poi le componenti bel gioco, entusiasmo e risultato vengono da se"

- Quali sono le doti migliori che deve avere un ragazzo per diventare un buon giocatore e quali quelle di un buon allenatore del settore giovanile?
Gian Luca Bocchi: "La miglior dote che deve avere un giovane è quella di volersi migliorare, sempre. Nella valutazione di un giovane sono tanti i fattori da prendere in considerazione. la crescita fisica non è uguale per tutti, in alcuni casi puo' anche ritardare, ma l'aspetto fondamentale è la capacita' di  apprendimento e senza la giusta voglia e tenacia nel volersi migliorare, il risultato finale puo' non essere quello sperato. L'allenatore o istruttore bravo è quello che riesce piu' a stimolare questo processo nei ragazzi"
Danilo Vindigni: "Passione, volontà, sacrificio e costanza: con queste doti credo si migliori tutto, dalla tecnica alla parte atletica e tattica. L’allenatore o l'istruttore deve avere voglia di migliorare, oltre ad essere disponibile ed ad avere tanta pazienza"

- Oggi, secondo te, cos’è cambiato nei rapporti tra giocatori e tra questi e l’allenatore? 
Gian Luca Bocchi: "I rapporti tra giocatore e allenatore sono gli stessi di una volta, dipende dai casi specifici. Adesso mi trovo da un'angolazione diversa rispetto a prima, ma non vedo molte differenze ripsetto a prima. Dipende dai soggetti interessati, come per qualsiasi rapporto tra persone in diversi ambiti"
Danilo Vindigni: "Tra i giocatori non è cambiato quasi nulla: facevo le stesse cose io alla loro età.
Tra allenatore e giocatore qualcosa è, invece, cambaito. Il rapporto ora è più diretto, si scherza anche di più, quanto meno io lo faccio.
Da ragazzo avevo timore reverenziale nei confronti dei mister, cui mi rivolgevo dando del lei, cosa che ho chiesto di non fare ai miei ragazzi"

Quali sono i suoi sogni nel cassetto come allenatore?
Gian Luca Bocchi: "E' una domanda cui preferirei non rispondere perche' rischierei di dire una banalita'. Di sicuro ho un obbiettivo che è quello di migliorarmi sempre"
Danilo Vindigni: "Uno dei sogni è quello di continuare ad allenare con la stessa passione di adesso, oltre a crescere e migliorare"

2 commenti:

  1. Ho letto con interesse le interviste e ne sono rimasto in parte sorpreso. A Gianbo chiedo la differenza tra "giocatore" e "calciatore" perche' mi sfugge

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  2. Ai miei ragazzi dico sempre che il "calciatore" è quello che sa calciare bene il pallone, magari anche con entrambi i piedi, ed è quello che alla spiaggia d'oro incanta le ragazzine. Il "giocatore", invece, è quello che sa fare le scelte giuste durante le partite. Sa quando è meglio calciare di punta, piuttosto che di collo, o magari riconosce quand'è il momento di servire un compagno meglio piazzato piuttosto che tentare conclusioni improbabili.
    Grazie per la domanda e l'interesse dimostrato.

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