Come anticipato ieri, intervisto quest'oggi Roberto Manitto, mitico ex attaccante neroazzurro della fine degli anni '70.
IM1923: Sei stato un idolo
dei tifosi imperiesi, che ti inneggiavano al grido "Manitù Manitù".
Spiega ai lettori più giovani del blog, cos'era giocare al "Nino
Ciccione" alla fine degli anni '70
R.M.:Avevamo
una squadra fortissima, in ogni reparto, una dirigenza adeguata, un
allenatore che ricordo con tanto affetto (Bruno Baveni) ed una citta che
ci seguiva e ci aiutava a vincere. Belin che bello!!!
IM1923: Terminata la carriera
calcistica, sei rimasto ad Imperia: il legame con la nostra città è
sempre forte.
R.M.:Vero,
il legame che ho con la Citta di Imperia è forte: ho un figlio che vive
qua con la madre, ho diversi amici "antichi" e nuovi, acquisiti in
relazione all'attività che svolgo attualmente e tanti, tantissimi
ricordi belli legati a quegli anni a cui fai riferimento.
IM1923:
Tuo figlio Simone gioca nei Giovanissimi Regionali: che differenza
riscontri nei settori giovanili rispetto a quando tu giocavi da
"ragazzino"?
R.M.: Si, mio figlio
gioca nelle giovanili. Differenze rispetto a quando giocavo io,
tantissime!!! Oggi anche il calcio giovanile è caratterizzato e
condizionato dai nuovi metodi comportamentali che si attuano in campo e
fuori dal campo. Ritengo, comunque, che l'insegnamento che deve essere
rivolto ai ragazzi deve certamente tenere conto delle "novita", ma se
un bambino non stoppa bene la palla, non calcia bene o non sa quali
movimenti deve fare in campo, al di là delle proprie iniziative e del
talento che esprime, non e colpa del bambino.
IM1923: Cosa dovrebbe fare la città di Imperia per aiutare la sua storica squadra del cuore?
R.M.:
Cosa dovrebbe fare la città? Bella domanda: il calcio, prima di ogni
altra cosa, è una passione. Da qui parte ogni cosa. Imprenditori locali,
istituzioni e persone con tanta passione, potrebbero dare il via ad un
nuovo ciclo che la città e l'Imperia Calcio meriterebbero. Difficile?
Forse, sono impegni difficili da sostenere e difficili da mantenere,
servono persone adeguate e capaci con tanta voglia e tanta passione.
IM1923:
Ad Imperia anni di scellerate gestioni e delusioni a ripetizione hanno
incrinato in maniera che pare irreversibile il rapporto tra la gente di
Imperia e la sua storica squadra: cosa bisognerebbe fare per cercare di
ricreare quel forte legame che tu hai vissuto?
R.M.: Da tempo, mi sembra che l'Imperia Calcio sia in crisi, le difficoltà che ha avuto e che tutt'oggi ha, hanno origini diverse .
Una
"grande " squadra nasce e vince se ha una "grande" società, una
dirigenza capace, solida ed organizzata, che sappia organizzare il
presente ed il futuro .
E' ovvio che la solidità, e mi riferisco in
particolare ai denari che una dirigenza può mettere a disposizione, sono
determinanti al fine di raggiungere determinati risultati in senso
lato. Ma a volte non basta, le capacità, sempre in senso lato, dei
singoli soggetti che dirigono, sono altrettanto determinante.
La
gente di Imperia credo non avrebbe difficoltà a creare un legame forte
simile a quello che ho vissuto io: per farlo hanno solo bisogno di
credere e verificare che ci sono persone capaci, adeguate, organizzate,
passionali, solide e con dei sogni da realizzare. Non è poco vero ?
Cominciamo a cercare... e sperare...
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