Lo striscione che sancisce questo legame che va oltre il fatto sportivo è stato immortalato e trasmesso in mondovisione domenica sera in occasione del match interno di Ligue 1 tra i rossoneri e il Paris Saint Germain, disputato all’Allianz Riviera e terminato 1-1. A incarnare il legame tra i due club è senz’altro, dunque, Salvi, che all’anagrafe fa Salvatore Primicerio. Dopo aver lasciato il giornalismo (era inviato di Tuttosport) nel 1997 ha lavorato, appunto, nella Roma di Sensi poi "dirottato" al Nizza quando l’imprenditore romano acquistò il club francese, è stato, poi, anche consulente della federazione calcistica statunitense. Nel 2004 al Portsmouth per tre anni e per sei mesi, nel 2007 ha lavorato al Leicester ed è stato l’uomo di fiducia allo Sheffield United del miliardario serbo-americano Milan Mandaric. L’ultima sua esperienza calcistica è stata al Bologna appena acquistato dal canadese Saputo.
Nella mente di Salvi, si affastellano i ricordi, come l’amichevole tra neroazzurri e rossoneri disputata a Nizza nel dicembre del 1998, durante la sosta natalizia o “i colloqui che ebbi con tutti i giocatori, tra i quali anche l’attuale direttore generale della Juventus Cristiano Giuntoli o con Michele Sbravati che lo ha raggiunto a Torino, nella sede di piazza d’Armi prima di assumere l’incarico di amministratore unico dell’Imperia”.
Cosa si potrebbe fare ora per rinsaldare questo rapporto? “La proprietà del Nizza ora è inglese, quindi, difficile da raggiungere, ma visti anche gli ottimi rapporti transfrontalieri che intercorrono tra il sindaco di Imperia Claudio Scajola suggellati da un interessante convegno, c’è da tenere presente che le società calcistiche professionistiche francesi hanno, per legge, una partecipazione pubblica del 30 per cento a garanzia della buona gestione e del valore sociale dei settori giovanili. Quindi, non è impossibile raggiungere la società attraverso, appunto, il presidente ‘pubblico’ del club”.
Quali vantaggi potrebbero derivarne? “Atteso che l’ Imperia meriterebbe altri palcoscenici, almeno disputare la Lega Pro, non si chiede di più e i soldi ci sarebbero, sicuramente potrebbero essere molteplici, come per esempio lo scambio di giocatori o amichevoli prestigiose, se disputate su un campo in erba ben tenuto come da tradizione imperiese”.
(tratto da lavocediimperia.it a firma Diego David)
Già il fatto che non usi il proprio vero nome la dice lunga... quando arriva lui, il fallimento è dietro l'angolo. Un Montali applicato al livello superiore del calcio. Povero calcio
RispondiEliminaMa lavati la bocca
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