"Abbiamo voluto regalare ai tifosi un titolo sportivo nel quale si possa riconoscere l’ intera città. Cercheremo, con l’aiuto di chi vorrà collaborare, di riportare l'Imperia Calcio ai livelli che la città dimostrerà di meritare.
Punteremo decisamente alla vittoria del campionato e cercheremo di vincere più campionati possibile per arrivare nel più breve tempo in Eccellenza".
Quelle pronunciate dal nuovo Presidente dell'ASD Imperia, Antonio Gagliano, sono le parole che volevamo sentire pronunciare, le parole che bisognava dire... le stesse parole che non ha pronunciato chi, con molta reticenza e molti dubbi, pareva essere l'erede designato della rinascita del calcio Imperiese.
E' chiaro, come sempre, che alle parole dovranno seguire i fatti, ma l'inizio è quello auspicato.
Di lavoro da fare ce ne sarà moltissimo, bisognerà rifondare tutto, ogni aspetto, visto che il master non ha lasciato neanche le macerie.
Bisognerà ricominciare dal fondo che più fondo non si può, senza commettere gli errori fatti dagli scellerati (per usare un termine civile) che negli ultimi anni si sono succeduti in Piazza d'armi.
Bisognerà riconquistare la fiducia e l'entusiasmo degli imperiesi, coinvolgerli dimostrando serietà, idee, lavoro, passione e comunione di intenti. In quest'ultima ottica, io credo che, a livello di settore giovanile, sia necessaria una collaborazione con quello della Riviera Pontedassio: perché farsi la guerra su questo terreno, credo nuocerà a tutti. Certo,
mettere d'accordo tante teste, sarebbe un'impresa titanica, ci vorrebbe un persona di carisma e spicco a capo di tutti, e questa dovrebbe indicarla chi comanda in città. Vedremo.
Nei prossimi giorni un amico del blog, dall'alto (o dal basso, a seconda dei punti di vista) della sua esperienza, suggerirà alcune cose che potrebbero essere utili alla causa. Leggetele, sarà interessante leggerle e, possibilmente, applicarle.
Sarà dura per tutti, soprattutto per noi tifosi, abituati a giocare al “Moccagatta” di Alessandria, dover giocare all' “Airenti” di Dolcedo: ma chi ama i colori nerazzurri veramente, non ci farà caso più di tanto. Io, 21 anni fa, la Terza categoria l'ho vissuta e digerita malvolentieri, ma da lì era ricominciata la scalata culminata con la promozione in serie C2.
Ricominciamo, tutti insieme, con un unico obbiettivo: tornare laddove meritiamo di stare.
Punteremo decisamente alla vittoria del campionato e cercheremo di vincere più campionati possibile per arrivare nel più breve tempo in Eccellenza".
Quelle pronunciate dal nuovo Presidente dell'ASD Imperia, Antonio Gagliano, sono le parole che volevamo sentire pronunciare, le parole che bisognava dire... le stesse parole che non ha pronunciato chi, con molta reticenza e molti dubbi, pareva essere l'erede designato della rinascita del calcio Imperiese.
E' chiaro, come sempre, che alle parole dovranno seguire i fatti, ma l'inizio è quello auspicato.
Di lavoro da fare ce ne sarà moltissimo, bisognerà rifondare tutto, ogni aspetto, visto che il master non ha lasciato neanche le macerie.
Bisognerà ricominciare dal fondo che più fondo non si può, senza commettere gli errori fatti dagli scellerati (per usare un termine civile) che negli ultimi anni si sono succeduti in Piazza d'armi.
Bisognerà riconquistare la fiducia e l'entusiasmo degli imperiesi, coinvolgerli dimostrando serietà, idee, lavoro, passione e comunione di intenti. In quest'ultima ottica, io credo che, a livello di settore giovanile, sia necessaria una collaborazione con quello della Riviera Pontedassio: perché farsi la guerra su questo terreno, credo nuocerà a tutti. Certo,
mettere d'accordo tante teste, sarebbe un'impresa titanica, ci vorrebbe un persona di carisma e spicco a capo di tutti, e questa dovrebbe indicarla chi comanda in città. Vedremo.
Nei prossimi giorni un amico del blog, dall'alto (o dal basso, a seconda dei punti di vista) della sua esperienza, suggerirà alcune cose che potrebbero essere utili alla causa. Leggetele, sarà interessante leggerle e, possibilmente, applicarle.
Sarà dura per tutti, soprattutto per noi tifosi, abituati a giocare al “Moccagatta” di Alessandria, dover giocare all' “Airenti” di Dolcedo: ma chi ama i colori nerazzurri veramente, non ci farà caso più di tanto. Io, 21 anni fa, la Terza categoria l'ho vissuta e digerita malvolentieri, ma da lì era ricominciata la scalata culminata con la promozione in serie C2.
Ricominciamo, tutti insieme, con un unico obbiettivo: tornare laddove meritiamo di stare.