Per chi non l'avesse vista o sentita, ecco il testo integrale dell'intervista rilasciata dal presidente Fabrizio Gramondo a Mattia Mangraviti e Andrea Pomati su
imperiapost.itFabrizio Gramondo, soddisfatto per la promozione?
“Sono molto soddisfatto e molto contento. Penso che sia la realizzazione di un percorso importante, grazie al contributo di tutti, i giocatori e lo staff, hanno dimostrato sul campo di essere un bel gruppo, di essere compatti. Hanno recuperato una posizione che all’inizio della stagione non era brillantissima, vincendo con tre giornate d’anticipo con 10 punti di stacco, dominando un campionato. Nel frattempo sono anche riusciti a vincere la Coppa Italia Ligure per il secondo anno di seguito e sono usciti imbattuti dalla fase nazionale. È la dimostrazione del lavoro che è stato fatto”.
Sei presidente dell’Imperia dal 2013. Perchè l’Imperia ha fatto fatica in questi anni a riuscire a ritagliarsi un ruolo che storicamente è il suo, ovvero la serie D?
“Io posso rispondere per il periodo che mi compete. Quando sono entrato e sono stato nominato presidente dal CDA di allora ho riscontrato una situazione molto complicata a livello economico sportivo, sotto tutti i profili. Chiaramente sapevamo che avevamo davanti un periodo difficile di ricostruzione, l’Imperia era appena retrocessa dalla Serie D, veniva da un’incorporazione tra la vecchia Pro Imperia e l’Imperia Calcio che non si era più riscritta al campionato, mettendo insieme le forze che però erano forze economicamente più deboli e soprattutto tutti e due si portavano il retaggio di annate economicamente e finanziariamente non ben gestite. Di conseguenza avevamo messo davanti a noi un’ipotesi di un periodo medio-lungo per cominciare a ricostruire e poi cercare di fare il salto per non ripetere gli errori, ovvero di arrivare alla Serie D e poi non avere le forze o non avere la struttura societaria per poterla mantenere.
Abbiamo ottenuto anche un secondo posto e siamo usciti nei play-off a Lumignacco, con l’allenatore Alfredo Bencardino. Se vincevamo quella partita lì probabilmente potevamo già salire quell’anno lì. Gli anni di limbo sono stati 4-5, poi abbiamo cominciato a lottare tutti gli anni”.
Questa città, secondo te, ha mai creduto fino in fondo in questa Imperia calcio?
“Il problema è sempre stato finanziario, negli anni precedenti il problema è stato anche che si è dissipato molto con le due società che si facevano una battaglia una in Eccellenza e una in Promozione. Bisogna dare atto che la città in quegli anni aveva dato il suo contributo, ma se poi lo dissipi è un problema. C’erano anche dei problemi dal punto di vista gestionale, eravamo scesi anche come iscrizioni dei ragazzi a livelli molto bassi proprio perché non c’era qualità. Il rilancio è stato impostato per portare avanti tutte e due le fasi, infatti devo dire è stata una grande soddisfazione quando l’anno scorso vincendo il trofeo delle Regioni con i ragazzi categoria 2004, c’erano tre o quattro ragazzi del vivaio Imperia”.
La polemica che c’è da anni riguarda la triade Gramondo-Ciccione-Ramoino che secondo alcuni non se ne va perché è attaccata al settore giovanile e ai soldi del settore giovanile. Tu cosa rispondi a queste critiche?
“Non è vero perché il settore giovanile se va bene alimenta il settore giovanile con le sue quote. Non è sicuramente determinante per mantenere una la squadra che vuole vincere dei campionati come l’eccellenza, figuriamoci la Serie D. Dobbiamo sempre non dimenticare che la struttura dei Piani non è una struttura pubblica è una struttura privata della società che ha in concessione dal demanio la parte dove c’è il campo sono terreni privati che sono o affittati o sono acquistati e le spese sono a totale carico della società. A differenza delle grandi società limitrofe che vanno a giocare su strutture comunali dove almeno le utenze sono in pratica a carico delle delle Amministrazioni comunali o arriva un contributo sotto varie forme, tutto quello che è fatto su Piani è tutto completamente a onere nostro. Ad esempio il rifacimento del campo in sintetico ci costò a quel tempo 320.000 euro.
Un accordo con il Comune per allenarsi al Ciccione?
“Al Ciccione non si può allenare la squadra, può allenarsi la prima squadra forse, come ai vecchi tempi, ricordando mio papà che era anche lui è stato dirigente dell’Imperia e medico sportivo negli anni d’oro dell’Imperia in Serie C, quando la prima squadra si allenava sull’antistadio per non distruggere i campi in erba. Il settore giovanile non si può allenare lì, altrimenti sabato e la domenica non potresti avere il campo a posto. Negli anni scorsi la prima squadra si allenava lì, ma non sempre si può. Con una stagione piovosa come questa rischi di rovinarlo molto, quindi devi fare altre valutazioni e devi avere sempre una seconda opzione in sintetico per il settore giovanile”.
Arrivando allo stadio ciccione, ci sono parecchie cose da capire. La prima è: voi siete stati interpellati dal Comune quando ha chiesto questo finanziamento?
“Se ci andasse bene non ce l’hanno chiesto ed è legittimo perchè ognuno è padrone in casa propria. Siamo stati informati di questa cosa e siamo stati anche informati che per quel tipo di bando bisognava riconoscere più attività sportive e quindi quello era un modo per poter nel frattempo apportare grandi modifiche e mettere mano a una struttura che è degli anni 70. Io ricordo che l’illuminazione è degli anni 70 e ultimamente ci dava dei grossi problemi quando pioveva perché o andava in tilt o non si accendeva e non potevamo fare partite in serata in notturna. Addirittura abbiamo rischiato che qualche volta l’arbitro a dicembre rischiasse di sospendere la partita se veniva a buio”.
Riuscirete a convivere tutti lì dentro?
“Dipenderà da come sarà gestito dal Comune, se il Comune darà la gestione gestione o la concessione a un’unica società che ha il coordinamento di tutto e la cosa è fattibile, perché se il sabato e la domenica si allena la Juniores Nazionale e la prima squadra nessuno può giocare a paddle e nessuno può giocare a bocce perché l’anti stadio deve essere chiuso, è la legge anche perché la federazione stessa ti impone per motivi di sicurezza. Sono sicuro, anche in virtù di dei rapporti che sono sempre stati storici e con al tempo quando fu iniziato il programma con Simone Vassallo, che il Comune abbia intendimento di dare una gestione unica in modo tale che possa essere seguita e gestita da una persona sola”.
Se non c’è stata un’interlocuzione antecedente profonda con il Comune, adesso adesso il campo chi lo rifà?
“Il bando del PNRR è stato fatto dal Comune. Per fare determinate migliorie, siccome ci rendevamo conto che per tanti aspetti ormai la situazione era ingestibile, avevamo le lamentele della federazione degli arbitri che ci dicevano che certe cose non erano più accettabili, abbiamo ritenuto di accettare la soluzione che ci permetteva dal punto di vista calcistico di avere almeno una struttura adeguata.
Come sarà il campo? Ieri c’è stato un sopralluogo dell’amministrazione comunale, a cui sono stato invitato come presidente dell’Imperia, ovviamente ero all’ultimo posto dell’ultima fila perché non avevo diritto di parola, c’era l’impresa, il dirigente del settore dei lavori pubblici, dello sport, il sindaco e poi ovviamente c’era anche il direttore lavori. Non ho diritto di parola sui lavori, su come sono stati eseguiti. Siamo sempre stati interpellati, tanto che venerdì sera alle ore 18 il sindaco ha voluto fare nella sala consiliare un incontro per ringraziare la squadra, dimostrando di avere un attaccamento e ci hanno assicurato che per agosto quando inizia la stagione il campo sarà pronto”.
Chi pagherà i lavori del campo?
“A noi hanno detto così, non mi hanno chiesto niente. Se non mi chiedono, faranno le loro valutazioni. Al momento non ci hanno chiesto nulla”.
Avevano detto che avreste festeggiato la promozione al Ciccione.
“Anche noi quando siamo partiti a inizio stagione pensavamo la seconda parte della stagione di farla al Ciccione perché secondo il bando i lavori dovevano completarsi in una certa data, a novembre, poi si è passati a marzo e adesso hanno parlato di fine mese metà maggio al massimo. In effetti vedendo lo stato attuale, mi sembra che possa essere un’ipotesi assolutamente plausibile però parlo sempre da da tecnico del calcio. Mi fido ciecamente del direttore dei lavori.
Il sindaco invocava lavori di miglioria delle tribune, delle strutture, dei bagni e per quanto riguarda i distinti sarà un lavoro un po’ più lungo, sul lavoro invece delle tribune e di tutto il resto credo che sia una cosa che voglia fare, fermo restando le disponibilità economiche, nell’ambito di questo periodo. D’altronde ha dichiarato l’altro giorno in piazza Dante la sua ambizione della Serie C, quindi è chiaro che la struttura deve essere adeguata. Io ero lì come gentile ospite e ringraziavo, anche per chiedere cosa fare ad esempio per quanto riguarda il manto. Io sono certo che la prossima stagione agonistica si giocherà al Ciccione, tra fine agosto e primi di settembre quando inizia la Coppa Italia”.
La serie D è un campionato difficile e dispendioso. Chi ci metterà i soldi? L’indiscrezione più chiacchierata è che Esselunga, nell’ambito dell’ipotesi del loro arrivo, sarebbe lo sponsor dell’Imperia. È vero?
“Non ho mai sentito parlare di questa ipotesi. Sento da voi il discorso del supermercato. In questo momento noi ci siamo veramente goduti il risultato, è chiaro che dalla prossima settimana saremo i primi che cominceranno a guardarci intorno e magari possiamo aver recepito che qualcuno potrebbe contattarci. Del Gratta? Non solo lui, però avevamo dato come appuntamento la conclusione dei festeggiamenti. Noi come dirigenti tireremo le somme e questo comporta da parte nostra di mettere in disponibilità le nostre quote e la struttura societaria, azzerare le cariche sociali in modo tale che chi viene possa avere la possibilità di accedere.
Questo messaggio lo dobbiamo dare, qualcuno nel momento in cui partecipa come sponsor importante può aver voglia anche avere una presenza nel cda. Il primo passaggio è dare la disponibilità in tutti e due i sensi, sia delle quote societarie e sia delle cariche sociali. Del Gratta potrebbe essere un’ipotesi? Potrebbe, oggi è legato al Sestri Levante che sta lottando per salvarsi in Serie C, sarebbe una cosa secondo me miracolosa per una società che non ha neanche il campo e che quest’anno ha dovuto giocare mi sembrerebbe ingeneroso parlare dell’Imperia, mi sembra più giusto che finisca questo e poi valuterà lui. Se anche fosse interessato non farebbe mai nulla di ufficiale, aspetterà ai suoi tempi, se lo riterrà, ma noi cerchiamo anche altre soluzioni. Personalmente il mio rapporto è ottimo. Tra le tante persone che mi hanno scritto quando abbiamo vinto il campionato, uno dei primissimi è stato Marco Del Gratta mandandomi un messaggio di congratulazioni e di stima. Questo dimostra che segue l’Imperia e che c’è stima reciproca”.
Quest’anno i soldi chi ce li ha messi?
“Ce li hanno messi i tre cretini. Quanto è costata la stagione? Il budget iniziale viaggiava almeno sui 150.000 euro e non è ancora finito, nel calcio è facile sforare per eccesso. Siamo andati anche alla ricerca di sponsor. Per la Serie D, dipende da quello che vuoi fare, però ci vuole una cifra più importante, indicativamente almeno 250.000 euro”.
Che tipo di Serie D volete fare?
“C’è la disponibilità ad aprirsi perché se c’è un riscontro, se c’è una risposta, la volontà è di fare una da Serie D di alto livello per buttare le basi per arrivare a quella famosa Serie C, la categoria superiore, tanto auspicata dal sindaco. Noi speriamo che questo veda il contributo fattivo di varie persone e di figure in modo tale da costruire qualcosa di solido, perché non arrivi a una certi livelli solo con la squadra, ci deve essere una struttura societaria dietro perché se no rischia di cadere tutto”.
Com’è possibile che dopo 10 anni questa struttura societaria non ci sia ancora?
“Purtroppo è legato al fatto che siamo anziani. Ci vuole un ricambio generazionale. Sono 11 anni che faccio il presidente, se fossi in politica avrei fatto più di due mandati. Fabio Ramoino ne ha più di me e Daniele Ciccione ne ha poco meno”.
Puntare sui giocatori del posto è stata una una scelta vincente.
“Devo dare onore al merito, è stata l‘idea vincente e geniale di Alfredo Bencardino e Giancarlo Riolfo, che ci hanno accompagnato nella prima fase della stagione per mettere su la squadra. Giancarlo era un consulente e un amico, però aveva sempre dichiarato che lui voleva allenare e che se gli fosse arrivata una chiamata da un certo livello sarebbe andato. Bencardino? Lui non concordava sulla scelta di sostituire Pisano con Buttu perchè riteneva che ci fossero le condizioni. È una scelta che ci siamo assunti noi, un rischio nostro. I fatti ci hanno dato ragione e quindi siamo tutti contenti, però era legittima la sua opinione. É stata un’idea geniale quella di puntare non tanto soltanto sulla qualità tecnica, ma sul fatto di essere imperiesi, di avere una motivazione e quindi creare un gruppo dove c’erano tanti amici, tanti ragazzi come Faedo, come Giglio, come Costantini e Castagna, con un legame che andasse al di là della valutazione prettamente tecnica. Rispetto ad altre società una per prima la Cairese che sulla carta era sicuramente più strutturata di noi e ha speso più di noi alla fine ha avuto risultati diversi. Con i pagamenti siamo regolari, anche in passato. I primi anni potremmo aver avuto dei ritardi, negli ultimi anni assolutamente no, infatti i giocatori sono sempre ritornati da noi.
Un’altra grande intuizione di Giancarlo Riolfo, con una visione di uno che capisce il calcio, è stata quella del portiere, tutti sapete la storia di Sylla, per cui è stata una scelta vincente per la stagione, perchè ha portato un contributo fondamentale, tutti piccoli tasselli per una stagione fortunata e meritata. La dirigenza si è limitata ad assecondare la linea dei tecnici.
I ragazzi su questo tipo di schema avrebbero piacere che il gruppo potesse provare a rimanere. A me piacerebbe mantenere, se non tutti, almeno una parte, perché l’hanno meritato sul campo. Io vorrei dare una chance perché secondo me se la sono meritata. Poi la palla passa ai tecnici”.
Per quanto riguarda la comunicazione dell’Imperia Calcio, Mattioli e Galeotti ci mettono grande impegno, ma li vogliamo affiancare con una struttura che funzioni meglio? Perché fate così fatica a gestirla?
“Questo fa parte di quella struttura della società che ti dicevo, c’è la segreteria, c’è la pubblicità, c’è l’informazione, il collegamento coi media, tutti settori che oggi sono un gestiti in modo troppo dilettantistico che bisogna integrare. Riconosco che siamo carenti e vi prometto che per quanto le mie possibilità ci lavorerò”.
Il rapporto con il blog Imperia 1923 è di amore e odio?
“Io non sono social, però loro fanno un lavoro assolutamente meritorio, dalla preparazione della partita alle interviste, però alcune volte ci sono anche delle posizioni preconcette perché se anche vincessimo la Champions League noi rimaniamo tre ‘perinos’. Non dico che si deve dire che siamo diventati dei fenomeni perché non lo siamo e rimaniamo limitati però ogni tanto riconoscerci qualcosa”.
Forse doveva esserci maggiore confronto con il Comune per evitare pasticci?
“Devo dire la verità, io ieri sono entrato negli spogliatoi e sono una meraviglia, ho visto le vasche di accumulo e tutte le pompe di calore, hanno acceso i fari e le torri faro con i LED di notte e sembrava di essere di giorno. Il campo da paddle può essere usato anche per calcio tennis si può togliere la rete e può diventare un campetto d’allenamento per i piccolini”.