mercoledì 31 ottobre 2012

Emozione ed amarezza

Come tante altre centinaia di persone, ho visitato anch'io la Mostra organizzata dai "Samurai Ultras Imperia", lo scorso fine settimana, per celebrare i 30 anni dello storico gruppo Ultras neroazzurro ed i 35 anni di attività anni del movimento Ultras ad Imperia.
Sono entrato all'interno dello "Spazio Vuoto" di via Bonfante come un bambino entra a Disneyland e ne sono uscito molto emozionato.
Ho rivissuto, in pochi minuti, 35 anni della mia vita, trascorsi nella Gradinata Nord, ho rivisto alcuni dei ragazzi coi quali ho vissuto emozioni forti, mi sono rivisto in una foto in bianco e nero con la mia prima "sciarpona" a rigoni neroazzurri, fatta da mia madre coi ferri, addirittura coi capelli in testa, a dimostrazione del fatto che si trattava davvero di tanto tempo fa... e poi ho visto coreografie, sciarpe, magliette, ritagli di giornale, manifesti, adesivi, filmati, gli stadi che ho frequentato in questi anni, il libro della storia dei "Samurai Ultras Imperia", "A noi ci piace così", che ho avuto il piacere e l'onore di scrivere...
E posso dire con orgoglio che il 31 ottobre di 30 anni c'ero, ero uno di quei ragazzi che hanno appeso per la prima volta lo striscione con la scritta "Samurai" sulla rete di protezione della Gradinata Nord.
Non posso non fare i complimenti a chi ha allestito questa mostra con tanto cura ed amore per l'Imperia ed il suo storico gruppo Ultras ed augurarmi che fosse permanente, all'interno di un locale (bar o altro), con magari un analogo Museo della storia neroazzurra, un mio vecchio cavallo di battaglia... ma credo di sognare ad occhi aperti.
Passati i brividi e l'emozione ho fatto un'amara riflessione: questa lunga storia d'amore per l'Imperia calcio e la città di Imperia, credo non abbia eguali, in tutti gli ambiti, nella nostra città, spesso e volentieri gelida e distaccata.
I "Samurai Ultras Imperia", pur avendo commesso talvolta qualche errore e qualche eccesso, tra alti e bassi, ci sono sempre stati con passione e fedeltà, non si sono mai tirati indietro, ci hanno sempre messo la faccia e pagato i loro errori, spesso subendo più del dovuto gli errori di altri.
Quello che, invece, in questi 30 anni, non hanno fatto molti dei dirigenti che si sono succeduti al vertice societario... anzi, direi che si contano sulle dita (e non tutte) di una mano.

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