Non una brutta partita, si badi bene, per essere un derby, ma una sconfitta per chi ama la passione e l'adrenalina che eventi come questo (nello squallore della nostra piccola città) sanno offrire.
La mancanza del pubblico di fede matuziana e la relativa contestazione degli Ultras imperiesi, si è capito da subito che avrebbero creato un ambiente inedito, per chi, come il sottoscritto, ha vissuto i suoi primi derby negli anni '70 dove nessuno si preoccupò mai di impedire l'accesso a questi o a quest'altri tifosi nonostante le scazzottate nei derby fossero all'ordine del giorno.
Un servizio d'ordine da G8 letteralmente a guardare per 90 minuti i tifosi di una sola squadra ai quali tutto
importava meno che di creare casini se non sottolineare con cori la
scelta degli organismi competenti che hanno finito per scontentare
tutti.La Gradinata che, giustamente, fa capire ai ragazzi di essere pronta a sostenerli ma che poi sceglie la forma più civile di contestazione, ovvero l'abbandono del settore senza creare alcun problema di ordine pubblico, mossa che deve aver clamorosamente spiazzato le "forze dell'ordine" (mai, come ieri, un parolone) letteralmente interdetti sul cosa fare a quel punto. Uno schieramento incredibile alla fine della gara all'uscita dello stadio (probabilmente più agenti che tifosi) a scortare una normalissima uscita di un qualsiasi Imperia - Angelo Baiardo...
Tutto questo contorno per una
partita che, per l'ennesima volta, ci ha regalato la "maledizione da
matuziani" ovvero l'ennesima sconfitta al termine di una gara dove non
si è vista la differenza clamorosa che c'è fra le due società e
soprattutto su quelli che sono gli obiettivi di entrambe. Purtroppo
bisogna rimarcare quella che resterà probabilmente una macchia
indelebile nella probabile ultima stagione di Marco Prunecchi in maglia
neroazzurra, un errore che avrebbe potuto darci la vittoria (facile
immaginare che l'Unione Sanremo si sarebbe buttata in avanti alla
ricerca del pareggio aprendo spazi invitanti per i nostri) con un
pallone che, da solo, a tu per tu, col portiere, un giocatore con le sue
qualità non può calciare metri sopra la traversa.La gara, a mio modo di vedere, ha ruotato su questo episodio. Probabilmente i matuziani hanno preso coraggio e, con una tecnica obiettivamente superiore a quella dei nostri, non hanno dato l'impressione di essere in inferiorità numerica rischiando di subire il pareggio in una sola altra circostanza.
Fa male soprattutto pensare a cosa voglia dire avere alle spalle di chi sta in campo una società o avere il nulla come succede a noi.
Quale altra società avrebbe permesso, a costo di comprare una muta
in settimana, di giocare IL DERBY con quella assurda maglia bianca che
sembra una t-shirt presa dai cinesi e il portiere che indossa una improbabile casacchina stile Ringo Boys?Che dire, poi, dell'impietoso confronto fra una società che si permette di mettere in campo fra primo e secondo tempo quattro attaccanti che sicuramente giocherebbero titolari in qualsiasi squadra di serie D e, soprattutto, tutti col vizietto del gol ed un'altra che mette in campo un giocatore menomato da inizio stagione da problemi fisici, un altro che a quasi quarant'anni non può sostenere il peso dell'attacco ed in panchina due ragazzi di belle speranze, ma chiaramente senza l'esperienza necessaria per affrontare queste partite.
Insomma, non un disastro, ma certamente una delle pagine più amare della nostra storia recente perché, alla fine, questa Unione Sanremo, nonostante tutto, era assolutamente alla portata, almeno per il pareggio, anche di questa Imperia e questo risultato non fa altro che rinfocolare, ancora una volta, l'amarezza per quello che avrebbe potuto essere e che, ancora una volta (speriamo l'ultima) non sarà.

























