martedì 24 settembre 2013

In nome del padre e... del nonno

33 anni dopo, un Prunecchi realizza una rete per i neroazzurri.
Era precisamente il 1-06-1980 quando Andrea Prunecchi realizza la seconda delle cinque reti dell'Imperia nel corso di un pirotecnico Imperia-Lucchese terminato 5-3.
Ci ha pensato sabato pomeriggio, a Finale Ligure, suo figlio Marco ha scrivere il proprio cognome sul tabellino dei marcatori neroazzurri (fotografia tratta da svsport.it): purtroppo non è bastato a conquistare almeno un punto, ma è l'occasione per raccontare ai "più piccoli" lettori del blog chi è stato suo padre Andrea Prunecchi e... suo nonno.
Andrea Prunecchi, nato a Cecina il 26 luglio 1951, dopo aver iniziato la carriera nel settore giovanile della squadra della città natia, passa, nella stagione 1969-1970, a quello del Torino.
La società granata lo manda "a farsi le ossa" all'Asti Ma. Co. BI. (stagione 1970-1971, Serie D, 30 presenze e 3 gol realizzati), dove è compagno di squadra del più giovane Giancarlo Antognoni.
La stagione successiva si trasferisce all'Anconitana (stagione 1971-1972, Serie C, 28 presenze e 9 gol realizzati), per poi passare al Rovereto (stagione 1972-1973, Serie C, 35 presenze e 13 gol realizzati).
La stagione successiva è quella del grande balzo, in Serie B, con la casacca della Ternana, appena retrocessa tra i cadetti: in terra Umbra Andrea Prunecchi disputa realizza 13 reti in 29 incontri disputati, contribuendo in maniera determinante all'immediato ritorno dei rossoverdi nella massima serie.
A fine stagione passa alla Sampdoria, con cui esordisce in Serie A il 6 ottobre 1974 nel pareggio esterno contro il Milan: dopo 15 presenze e 2 reti all'attivo a fine stagione viene ceduto al Pescara, in Serie B.
In Abruzzo, dopo un'annata nella quale realizza 2 reti in 29 presenze, nella stagione 1976-1977 segna 9 reti e contribuisce alla prima storica promozione dei biancazzurri in Serie A. Resta al Pescara anche l'annata successiva in Serie A, chiusa dagli abruzzesi all'ultimo posto: colleziona 8 presenze, non trovando mai la via della rete. Proprio nel corso di questa parentesi abbruzzese, nasce, il 17-11-1977,  ad Atri (Teramo), Marco.
Nella stagione 1978-1979  passa al Modena in Serie C1 ed in quella successiva approda ad Imperia, in Serie C2.
E' una stagione disastrosa per i neroazzurri, reduci dalle emozioni e della delusione dagli interminabili spareggi: l'Imperia termina il Campionato all'ultimo posto e torna tra i dilettanti. Tra le poche note positive di questa stagione, l'esordio in neroazzurro di Enrico Lombardi e le reti di Andrea Prunecchi, 10 in 29 gare, la maggior parte delle quali dei piccoli capolavori.
Le due stagioni successive Andrea Prunecchi indossa la casacca della Sanremese, Serie C1, 8 gol e 38 presenze: l'ultima sua con la casacca biancoazzurra è "indimenticabile", visto che nel corso di una tumultuosa semifinale di Coppa Italia tra Sanremese ed Arezzo, all' '87, esasperato dalle decisioni arbitrali, getta via la maglia ed esce volontariamente dal campo. Queste intemperenze lo fanno restare fuori dai campi di gioco per sei mesi e, di fatto, concludono la carriera ad alto livello di Andrea Prunecchi che, dopo l'esperienza a Sanremo, termina la carriera laddove l'aveva iniziata, a Cecina, in Serie D, nel 1984.
Cessata l'attività agonistica, ha intrapreso quella di allenatore, passando dalle serie dilettantistiche ai settori giovanili e al calcio femminile e dal 2009 è divenuto responsabile della scuola calcio dell'Associazione Sportiva Cecina.
Abbiamo parlato del padre di Marco Prunecchi, Andrea, ma prima dei due c'è stato il nonno di Marco, Leto Prunecchi: nato a Borgo San Lorenzo l'8 giugno è stato forte ala sinistra.
Messosi in luce nella file della Carrarese realizzando 10 reti nella Serie B 1947-1948, è un'ala guizzante e coriacea.
La Sampdoria, che sta setacciando il mercato alla ricerca di profili interessanti da immettere nella rosa, lo preleva senza indugio e a Genova, in una realtà diversa e di maggior livello rispetto a quella cadetta, fa vedere di poter reggere agevolmente il salto di categoria. Non ha tecnica sopraffina, ma quando parte palla al piede sulla fascia e acquista velocità, non è facile fermarlo.
Con la Sampdoria, esordisce nella massima Serie il 19-09-1948, nel corso di Inter-Sampdoria terminata 4-2. Alla fine della stagione, Leto Prunecchi realizza 6 reti, fra cui la rete del definitivo 5-1 nel Derby della Lanterna del 17-10-1948.
Viene quindi ceduto al Padova, dove disputa quattro stagioni (le prime 3 in A, la quarta in B), raggiungendo la doppia cifra in fatto di realizzazioni nelle prime due stagioni (10 reti realizzate in entrambe le occasioni).
proprio all'Appiani trova l'ambiente ideale per dare il meglio di sé. In una squadra che lotta per la sopravvivenza, il suo ardore agonistico viene enormemente gradito dalla tifoseria e lui ripaga l'affetto con grande continuità di rendimento. Sul fango di Padova travolge fior di difese con le sue serpentine e i suoi cross diventano inviti al bacio per i compagni di reparto. Per tre anni è una delle migliori ali del nostro massimo campionato, poi denuncia qualche battuta a vuoto che convince la dirigenza patavina a cederlo al Palermo.
Torna quindi in Serie A col Palermo, realizzando 4 reti non sufficienti ad evitare la retrocessione in Serie B.
In carriera ha totalizzato complessivamente 153 presenze e 37 reti in Serie A.

1 commento:

Gianbo ha detto...

In quella famosa partita, Prunecchi papa', dopo aver buttato la maglia prese la bandierina e si mise a inseguire il guardalinee... Se riesci a trovare la foto e' bellissima...