L'U.S. Imperia, per la prima volta nella sua storia, disputa il Campionato di Serie C ed è inserita in un girone stellare, composto da squadre prestigiose o contro cui i neroazzurri non hanno mai giocato, come Genoa, Anconitana, Ascoli, Maceratese, Ravenna, Rimini, Sambenedettese e Spal.
Le due gare più importanti sono, per ovvie ragioni, i due derby contro il Genoa.
La partita d'andata era stata giocata il 4 novembre 1970 e non, come da programma, l'11 ottobre 1970, poichè, a seguito di un'alluvione, lo stadio "Luigi Ferraris" era inagibile: si gioca, pertanto, fu disputata un mercoledì pomeriggio, dinanzi ad oltre trentamila spettatori.
La partita di ritorno, al "Nino Ciccione", è in programma il 28 febbraio 1971: ed il gran giorno arriva, l'U.S. Imperia si appresta ad ospitare al “Nino Ciccione” il Genoa C.F.C. per la prima (ed unica) volta nella sua storia.
La vigilia della partita è assai tesa: i neroazzurri sono reduci dalla sconfitta esterna contro il Prato ed attendono questa gara in maniera spasmodica; l'allenatore del Genoa C.F.C., Arturo Silvestri, ha paura del clima che troverà al “Nino Ciccione”, sia in campo sia sugli spalti.
Si temono anche gli strascichi della gara d'andata, conclusasi con la vittoria dei rossoblù per 3-1, ma con le espulsioni di Brignole e Balestrieri, con Natta intenzionato a vendicarsi con lo stesso Balestrieri, per le conseguenze di uno scontro, conclusosi per lui con alcuni punti di sutura al volto.
Alla vigilia l'allenatore imperiese Luigi Bodi, per tentare di placare sul nascere i suoi, minaccia di infliggere centomila lire di multa per chi, tra i suoi, fosse stato espulso.
Lo stadio “Nino Ciccione” è stipato all'inverosimile: sugli spalti sono presenti seimila spettatori, con un incasso di tredici milioni seicentomila lire, che rappresenta un record assoluto per Imperia.
Per l'occasione speciale sono addirittura montate delle tribune di fortuna, per permettere ad un maggior numero di tifosi di poter assistere allo spettacolo.
La Questura di Imperia, che ha organizzato un imponente servizio d'ordine, proibisce, per ragioni di ordine pubblico, temendo che potessero provocare qualche reazione dei tifosi genoani, l'esposizione di circa cento bidoni da olio, che alcuni tifosi imperiesi avevano pazientemente dipinto a strisce rosse e blu.
L'arbitro Moretto di San Donà del Piave, fin dai primi minuti, per placare sul nascere gli animi, decide di spezzettare il gioco, limitando al minimo le azioni in area di rigore e le situazione a rischio: saranno ben 73 (un record) i suoi fischi nell'arco dei 90 minuti di gioco, quasi uno ogni minuto, in una gara giocata assai poco.
Nelle poche fasi di calcio giocato, il Genoa C.F.C. fa vedere le cose migliori, grazie soprattutto a Perotti capace di far perdere la testa a Demaria, portandoselo in giro su tutto l'arco dell'attacco, macinando palloni a centrocampo e cercando poi furenti inserimenti.
Contro questo Genoa C.F.C. solido e sempre temibile l'U.S. Imperia sceglie l'unica tattica possibile. Blocca l'avversario, riuscendovi bene soprattutto alla distanza, quando Pischedda entra a fare da stopper, e costruendo qualche buono spunto a centrocampo.
Nella fascia mediana si è visto quel poco di apprezzabile che la partita ha offerto ed anche gli episodi più burrascosi, come il fallo di Bittolo su Boido al 6' e quello di Boido su Corradi al 60'. L'ala sinistra genoana, che rientra dopo lunga assenza, crolla urlando di dolore su un contrasto vigoroso ma non cattivo di Boido, subendo un colpo al piede: facile immaginare cosa succede attorno a lui, mentre lo caricano sulla barella e Lupi entrava a sostituirlo.
Volano pugni (Boido finisce a terra), spinte, testate e calci, a volte soltanto accennati: tre minuti di zuffa prima che il gioco possa riprendere.
Al 71' il Genoa C.F.C. reclama per la mancata concessione di un calcio di rigore per un fallo in aerea neroazzurra di Natta su Bittolo; pochi minuti più tardi è l'U.S. Imperia a reclamarne uno per un sospetto atterramento in area subito da Giordano.
La palla gol più clamorosa capita proprio allo scadere, al 90', quando un cross radente da destra di Maselli è mancato da Cini prima e da Lupi poi.
Senza concedere un solo secondo di recupero, l'arbitro fischia la fine della gara.
Il pareggio, comunque, torna buono per tutti. Per il pubblico che può cantare vittoria sui due fronti, per i rossoblù che consolidano la loro posizione d'alta classifica, per i neroazzurri che possono dire d'aver bloccato la capolista e vantarsi di essere l'unica squadra ligure di Serie C ad averlo fatto.
IMPERIA: Settimio, Demaria, Brignole, Natta, Ronco, Alessio, Bisio, Bosca, Bini, Boido, Giordano (Pischedda). All. Bodi
GENOA C.F.C.: Lonardi, Rossetti, Ferrari, Derlin, Benini, Turone, Perotti, Maselli, Cini, Bittolo, Corradi. All. Silvestri
ARBITRO: Moretto di San Donà del Piave
(tratto da Imperia calcio, storia di un amore, il sito della storia neroazzurra)
1 commento:
Da genoano onore all'imperia! Tornerete nelle categorie che vi competono!
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