sabato 25 maggio 2019

Non è una società per giovani

Interessantissimo articolo, quello dell'ormai ex addetto stampa neroazzurro Claudio Mandica che, su imperiasport.net ha fatto il punto sul settore giovanile dell'Imperia 1923.
Un articolo che fa riflettere, ancora una sulla mancanza totale di programmazione dei "Perino's", la Triade che poi parla, a vanvera, di "PROGETTO" o "PROGRAMMA TRIENNALE".

Più o meno un anno fa la formazione Juniores della ASD Imperia avrebbe disputato la finale regionale del campionato Juniores Eccellenza, persa ai rigori.
Tutti gli addetti ai lavori, guardando a quella squadra, hanno pensato all’ottimo aspetto qualitativo e di sicuro successo per la prima squadra in ottica futura. Purtroppo per tutti i tifosi nerazzurri di quei ragazzi non ne gioca nemmeno uno in prima squadra. Molti hanno smesso di giocare e altri gravitano in prestito presso altre società.
Il portiere, Giorgio Giraudo si è trasferito per studio. Il forte difensore Endi Tahiraj ha smesso di giocare, De Michele dalle informazioni che abbiamo ha smesso di giocare. Il terzino destro, adattabile anche come esterno d’attacco, Ludovico Vassallo è in prestito nella Dianese&Golfo, il cugino Nicolò Vassallo, difensore centrale ma all’evenienza anche centrocampista centrale, ha smesso di giocare. L’altro terzino, sinistro, è Riccardo Meda che milita attualmente nella formazione Juniores nerazzurra. Invece non abbiamo nessuna informazione su Samuele Calcina, secondo portiere. Giovanni Borderò, difensore centrale, è stato il capitano, fino al suo infortunio, della juniores di questa stagione.
Passando al reparto di metà campo vogliamo parlare subito di Matteo Calzia, centrale davanti alla difesa con una grande rapidità di passaggio e visione di gioco, che ha smesso di giocare ed è passato al Triathlon dove sta ottenendo buonissimi risultati. Filippo Verda, giocatore più o meno simile a Calzia sotto certi aspetti, trasferitosi per studio. Riccardo Cosenza che era un vero jolly all’interno del centrocampo, grande fantasia per lui, non abbiamo nessuna informazione. Enea Mane che, secondo noi, era uno dei giocatori più talentuosi e che poteva benissimo essere inserito nella rosa dei titolari, sì è trasferito a Genova per studio. Hamza Fatnassi, un altro ottimo centrocampista adattabile a tutti i ruoli del centrocampo, è stato l’unico centrocampista a vedere il campo del “Ciccione” con la prima squadra per poi finire la stagione con la juniores.
In attacco questa squadra veniva completata in modo fantastico con: Tommaso Moscatelli, che, insieme a Fatnassi Paolo Risso sono stati gli unici nerazzurri a vedere la prima squadra di questa stagione, per poi, quest’ultimo, abbandonare per lavoro. Una gravissima, sempre secondo noi, perdita è stata dare in prestito alla Dianese&Golfo Anes Chariq, trequartista, seconda e prima punta, esterno d’attacco probabilmente anche adattabile come mezz’ala, un giocatore tecnico come pochi se ne vedono in circolazione, fiuto del gol, assist, velocità d’esecuzione e grande visione di gioco. Un altro buon attaccante era Luca Fraioli che quando entrava si faceva sempre trovare pronto a buttarla dentro, ha smesso di giocare. Rafael Baroni, stagione altalenante per lui con presenze e assenze, si trova sempre con la formazione Juniores nerazzurra.
Grandi meriti vanno attribuiti anche al loro allenatore Paolo Ornamento che nelle sue due stagioni con questi ragazzi ha saputo tirare fuori il meglio da loro, gestendo ottimamente lo spogliatoio e sapendo metterli in campo per farli esprimere al meglio. Attualmente allenatore della selezione provinciale Giovanissimi 2005.
Valutazioni: le nostre speranze, così come quelle di tanti altri, erano di vedere tanti di questi giocatori almeno aggregati alla prima squadra, inseriti graduatamente come è successo con Giglio, Laera, Faedo, Trucco, Pinna ecc. invece una gestione poco attenta ai “talenti” nostrani ha fatto sì che questi si perdessero chi smettendo di giocare, chi cambiando sport e chi in prestito.
Non sarebbe stato meglio dare continuità all’ottimo lavoro svolto dal settore giovanile portando, come come  in passato, giocatori in prima squadra?
Ci sentiamo di dissentire guardando al tesseramento di giocatori giovani arrivati da fuori regione vista la presenza di Chariq e tanti altri, che dopo la breve esperienza dello scorso anno in prima squadra avrebbero dovuto confermarsi durante questa stagione.
Se la prossima stagione ci sarà sempre l’attuale dirigenza ci auguriamo vivamente possa far rientrare molti di questi giocatori dandogli spazio in prima squadra. Nel caso in cui ci sarà invece la nuova società speriamo possa valorizzare i nostri giocatori guardando prevalentemente ai giovani del settore giovanile unendoli a giocatori di qualità per farli crescere al meglio.

E, aggiungo io, che ne è stato dei componenti della formazione Allievi 1997 allenata da Gianluca Bocchi vice campione regionale e di quella Giovanissimi 1999 campione regionale nel 2014 allenata da Danilo Vindigni? E della Juniores allenata da Alfredo Bencardino Campione ligure nel 2015?
Vado avanti? Non bastava investire su questi ragazzi, non fargli smettere di giocare nel maggior parte dei casi e vincere a costo zero il Campionato regionale di Eccellenza?

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosenza è out fino alla prossima stagione per rottura legamento

Anonimo ha detto...

Spesso quando la Juniores vince è perchè i giovani utilizzati hanno un'età media superiore a quella delle altre squadre e anche perchè le altre squadre utilizzano i giovani di valore solo per la prima squadra. Una valutazione più attenta e approfondita porterebbe a conclusioni diverse. Inoltre, nelle ultime stagioni ci sono un gran numero di squadre liguri in D e i giovani piu' talentuosi vanno a giocare nelle juniores nazionali o, nel caso dell'Albissola, nel campionato Berretti, impoverendo di fatto il campionato juniores regionale. Chi gioca in juniores regionale, difficilmente può reggere il passaggio in un campionato di prima squadra come quello di Eccellenza

Anonimo ha detto...

La Juniores è da tempo un campionato di livello infimo; per esperienza di una leva che vince un campionato regionale a livello giovanile ci potranno essere 2-3 elementi da eccellenza. Fossero stati buoni non si sarebbero dispersi...

Anonimo ha detto...

SE CHIEDONO I SOLDI AI RAGAZZI DELLA JUNIORES ! QUESTO E IL RISULTATO
NIENTE QUOTE E GIOCATORI VOLATIZZATI
SECONDO ME ALLA TRIADE DOVREBBERO FAR FARE IL TIROCINIO PRIMA DI PRENDERE IN MANO UNA SOCIETA' DI CALCIO (E FORSE ANCHE QUALCOSALTRO)

Anonimo ha detto...

Analisi basata su parametri errati. Realizzata palesemente, da una persona poco esperta di calcio. Vincere un campionato junores regionale, non significa nulla. La Juniores é una categoria che non conta nulla. Un govane bravo, a 16 anni, ancora allievo, é già nel giro delle prime squadre, figuriamoci in Eccellenza. Ed i ragazzi bravi non emergono in questa categoria, tanto meno li puoi formare. Il lavoro inizia da piccoli, nella categoria pulcini. Iniziando dalla tecnica di base, per arrivare, nei giovanissimi, ove si inizia a lavorare sulla tattica. Ma per ottimizzare il percorso, sono necessari Allenatori veri e preparati, che non ci sono in questa società. Evidenziare una vittoria in un campionato, che non é altro che "scarti" delle prime squadre, diretti da un "allenatore' mediocre, come tanti, troppi, in circolazione, significa banalizzare il Calcio, quello vero.

Anonimo ha detto...

Per fortuna sono ragazzi intelligenti e preferiscono andare a studiare (ricordate che Imperia è fuori dal mondo....) e per studiare, minimo, devono andare a Genova...

Anonimo ha detto...

x Anonimo delle 10.56
la leva 97 vicecampione regionale con Bocchi e per 9/11 titolare nella Juniores campione regionale l'anno dopo (con i 97 juniores di primo anno che contro il Genova Calcio aveva 3 fuoriquota 95 in campo) era fatta di giocatori che hanno esordito praticamente tutti in Eccellenza prima di compiere 18 anni... poi c'erano quelli che l'anno dopo giocavano titolari in D come Garattoni Roda e Rinaldi o titolari in Eccellenza come Franco Dominici Amoretti... ma erano scarsi e si sono dispersi...

Anonimo ha detto...

Esordire con la regola degli under non vuol dire nulla. Io se non gioco è perché sono grammo, non perché non mi fanno giocare perché sono cattivi...questione di mentalità!

D? ha detto...

La Juniores 2011-12 dell'ASD Imperia: campioni regionali anche grazie alla gestione scellerata dei giovani. Quell'anno i ragazzi aggregati alla 1a Squadra, arrivati soprattutto all'inizio dell'anno prima (vi ricordate l'arrivo in massa degli under da Sanremo?), si erano ribellati ed avevano scelto di scendere di categoria per giocare e divertirsi! Perché? Perché nella 1a si rompevano i coglioni visti i vari trattamenti! Risultato: campionato Juniores vinto con largo anticipo e partitelle del giovedì con la 1a Squadra vinte o pareggiate. Dove sono finiti tutti? Tranne Conrieri che era al Finale, tutti dalla Promozione in giù oppure hanno smesso di giocare per i più svariati motivi. P.s.: la 1a squadra quell'anno ha fatto CAGARE, arrivando terza con una rosa da D.

Anonimo ha detto...

anonimo delle 16:57 quanto hai ragione, ma vallo a spiegare a chi ha il paraocchi.
E aggiungi che anche per lavorare spesso devono andare via da qui e per quelli che rimangono qui a lavorare l'impegno lavorativo spesso non è conciliabile con gli allenamenti e gli impegni di fine settimana.
Ma per i superficiali tutti scarsoni come se la prospettiva di un misero e incerto rimborso spese per 8-9 mesi all'anno fino ai 30 anni in D o in eccellenza fosse preferibile a una carriera scolastica e lavorativa di livello.
Certo che per chi vive, studia o lavora ad esempio a Genova è più facile riuscire a conciliare gli impegni con l'attività sportiva anche a buon livello ed ecco spiegato come molte società piccole ma situate a poca distanza dai grandi centri riescano ad avere squadre di buon livello in eccellenza e perfino in D

Anonimo ha detto...

In definitiva: non giocano perché studiano o per miopia della dirigenza?

D? ha detto...

Anonimo delle 00.16: per entrambi i motivi ma soprattutto per il secondo.
Conosco ragazzi che hanno continuato a giocare a Imperia (in vari sport, non solo nel calcio) nonostante studino a Genova o Torino, perché uno a 18-20 anni, se ha voglia ed è motivato, si "sbatte" un po' senza problemi e fa le corse i weekend piuttosto che non giocare!
E casi ce ne sono, anche di gente che poi ha continuato a giocare in altre realtà visto il prolungarsi del periodo lavorativo o di studio.
Però, non motivando i ragazzi, non credendo in loro e non aiutandoli negli spostamenti e negli allenamenti da fuori-sede questi decidono giustamente di cambiare, e spesso spiace.

Anonimo ha detto...

Se fai l'università seriamente a Genova o altrove giocare in eccellenza a Imperia è impossibile ve lo garantisco, perchè ammesso e non concesso di avere la domenica per giocare, significherebbe comunque non fare nemmeno un allenamento settimanale col resto della squadra. Oggi l'università prevede esami di accesso, obblighi di frequenza e esami di sbarramento
Diverso giocare in categorie inferiori dove ti alleni là dove frequenti e poi la domenica se e quando puoi vai a giocare con spirito dopolavoristico.

Una società strutturata e in mano a una seria imprenditoria locale piuttosto invece che promettere miraggistici rimborsi si preoccuperebbe di favorire i suoi giovani nell'ingresso del mondo del lavoro locale e agevolare quelli volenterosi e in gamba nel conciliare lavoro con allenamenti e impegni agonistici. Ma qui è fantascienza

D? ha detto...

Anonimo delle 10.53: ce la si può fare invece, perché il venerdì sera uno può allenarsi con la propria squadra mentre durante la settimana allenarsi o con altre squadre o da solo, se seguito da un buon preparatore atletico (figura che però manca in quasi tutte le società, non solo calcistiche, del nostro circondario) che gli prepara gli allenamenti.
Questo lo dico perché l'ho fatto per anni, anche se in uno sport di squadra diverso dal calcio. La cosa più difficile, temporalmente parlando, è il tornare per tempo la domenica sera a Torino/Genova dopo le partite in trasferta, ma questa è un'altra cosa cui la società può in parte pensare e facilitare il compito.
Conosco anche tanti altri ragazzi in situazioni simili alla mia che hanno conciliato ottimi risultati universitari con il proseguimento dello sport. Ci tengo però un minimo alla privacy e per questo non mostro il mio nome :)

Anonimo ha detto...

Anche io conosco molti ragazzi che hanno conciliato ottimi risultati universitari con il proseguimento dello sport, ma tutti hanno giocato per società con sede vicina al luogo di studi.
Anche io ci ho provato a giocare ad Imperia e studiare a Genova (non calcio) e sono sicuro che farlo a buon livello è impossibile. Per fare come dici tu occorrerebbe spostarsi in auto con costi esorbitanti e comunque un allenamento solo con la squadra a settimana non può bastare e nessun allenatore si accontenta.
Citami un calciatore dell'Imperia del passato oggi laureato e al tempo studente in corso e contemporaneamente giocatore a Imperia almeno in eccellenza; e oggi è più difficile per come è strutturata l'università
Per contro io ti potrei citare almeno una decina di medici, avvocati, professori, ecc che a diciotto anni erano ottimi calciatori ma hanno dovuto smettere o hanno giocato altrove.
Ma non ci sono solo gli studenti; stesso discorso, anzi più ampio, per molti altri che hanno lasciato Imperia per lavoro.
Non per niente poco tempo fa un noto allenatore di calcio nostrano mi ha confessato ridendo: "Noi ci dobbiamo curare somari e testoni, perchè quelli più intelligenti e in gamba li perdiamo tutti finite le superiori"

D? ha detto...

Corio, se non sbaglio, sta ancora studiando eppure gioca.
Fino a quest'anno, io ho continuato a fare uno sport di squadra (non il calcio) con una società imperiese, facendo avanti e indietro nei weekend e dovendomi fermare solo per alcune partite in trasferta perché iniziando a lavorare ho incontrato ulteriori difficoltà nei trasporti. E nella mia squadra a fare questa "vitaccia" ce ne sono altri 2, e altri 3-4 l'hanno fatta negli anni scorsi (ora o sono tornati a vivere a Imperia o hanno cambiato squadra).
Insomma, io sono dell'idea che si possa fare ma solo se dalla società c'è sostegno. Ad esempio, in un'altra società in cui sono stato mi hanno liquidato appena hanno scoperto che volevo continuare gli studi, senza neanche aiutarmi a cercare una squadra nelle vicinanze alla mia nuova casa. Da questo poi ho iniziato a fare avanti e indietro, e non me la sono cavata male in nessun ambito... Quindi ribadisco: volendo si può!

Anonimo ha detto...

Forse ce la può fare uno su dieci, e mi tengo largo.
Di sicuro non ce la può fare chi studia ad esempio medicina o ingegneria per motivazioni di orari e comunque massimo i primi due anni. So di che parlo

D? ha detto...

Anche io, sono ingegnere :D
Vabbè sarò uno degli 1 su 10, o forse solo uno dei più motivati.