sabato 11 agosto 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1997/1998. SERIE C.N.D.

STAGIONE 1997/1998. SERIE C.N.D.
Dopo l'entusiasmante e sofferta salvezza ottenuta la stagione precedente, c'è grande ottimismo per quella che sta per cominciare: l'assenza dei consueti proclami e di polemiche che hanno spesso caratterizzato le estati precedenti, nonché gli acquisti in sede di calcio mercato, rappresentano un ottimo viatico per il torneo.
Unico neo, e non di poco conto, è la mancata riconferma della nostra bandiera Alfano, che proprio non accettiamo. In collaborazione con la società, ci occupiamo della campagna abbonamenti, che va a gonfie vele, favorita da prezzi ribassati, come da noi espressamente richiesto.
Il primo incontro di rilievo è il derby ci coppa Italia contro la Sanremese: la sera del 26/08/1997 il "Ciccione" è illuminato a giorno da una mega torciata ed un tifo travolgente trascina i nerazzurri ad una platonica, ma sempre galvanizzante, vittoria per uno a zero.
Il mercoledì successivo al "Comunale" di Corso Mazzini ci rechiamo con un pullman di linea: come spesso accade a Sanremo, c’è una fitta sassaiola iniziata dagli "Ultras Sanremo", durante un black-out dell'impianto elettrico dello stadio. La nostra reazione è contenuta a stento dalle forze dell'ordine, che pensano bene di caricare solo noi. A fine partita, un paio di ragazzi del nostro gruppo, scesi alla fermata di San Lorenzo, subiscono la vigliacca aggressione per opera d’alcuni pseudo Ultras matuziani che avevano inseguito in auto il pullman.
E' tempo di campionato e domenica 31/08/1997 si va in un centinaio a Savona. Posti nel settore distinti del "Bagicalupo", sotto un sole ustionante, assistiamo alla vittoria in rimonta dei nerazzurri: al gol della vittoria di Celella è il delirio, con una corsa generale verso l'autore del gol. Gli "Ultras Savona" sono pochi ed impegnati ad insultare il loro Presidente Montali (qualche anno dopo sarà, purtroppo, il nostro turno) ed un nostro giocatore, ex savonese.
Domenica 7/09/1997, in occasione dell'esordio casalingo, è di scena la Massese, seguita da un centinaio di tifosi, con i quali non c'è alcun problema. La Nord, stimolata dal primato in classifica e dalla presenza degli "Ultrà Massa", non tradisce le attese: torce accese e migliaia di coriandoli sommergono la porta ed obbligano a ritardare l'inizio dell'incontro di qualche minuto.
Domenica 14/09/1997, per la successiva trasferta di Camaiore, si decide di partire il sabato pomeriggio per passare la serata in una discoteca della Versilia. I nostri programmi sono vanificati da un’alluvione, che provoca la chiusura dei locali notturni toscani; non potendoci muovere a causa del nubifragio, siamo obbligati a dormire in auto, ma alcuni cani con il loro latrato lo impediscono. Si decide allora di trovare un albergo dove dormire qualche ora, anche perché siamo completamente bagnati: l'ospitale terra toscana ci accoglie spennandoci. Finalmente si può andare allo stadio, dove incontriamo alcuni esponenti della "Brigata Neuro” del Pietrasanta, venuti a salutarci. La sfigata trasferta toscana è completata dalla sconfitta nerazzurra, provocata da una guardalinee donna, pesantemente insultata per tutti i novanta minuti.
Dopo il pareggio interno con la Valenzana, domenica 18/09/1997 si va a Pinerolo, per assistere alla vittoria nerazzurra e soprattutto alla replica dell'indimenticabile spettacolo canoro dei soliti tre rappresentanti degli "Ultras Pinerolo" ed il loro cavallo di battaglia "Pineroooolo".
Il doppio confronto casalingo con Pavullese e Derthona, che dovrebbe rilanciare in classifica i nerazzurri, si trasforma in un fallimento clamoroso. La sconfitta con i bianconeri piemontesi provoca la nostra contestazione, il cui bersaglio è rappresentato da due giocatori, Di Capita e Sansonetti: l'ex Avanzi, invece, è accolto con calore, mentre riecheggia il mitico coro "Pino Alfano facci un gol", che diventa il leitmotiv d’ogni contestazione.
Contestazione che prosegue domenica 19/10/1997 a Fossano: i tifosi locali, ammirato il nostro modo di tifare l'anno precedente, hanno cercato di creare qualcosa, ma il loro inizio è sconfortante, a partire dall'incomprensibile striscione "Gruppo storico", che non ha alcun senso trattandosi di Ultras senza passato. Abbiamo, però, altro cui pensare perché l'ennesima sconfitta non fa che aumentare la nostra rabbia: la scintilla che la provoca è l'incredibile urlo, stile cornacchia, di Sansonetti, dopo un contrasto a centrocampo. A fine gara assediamo gli spogliatoi per contestare i nostri giocatori.
Domenica 26/10/1997, in occasione della partita casalinga contro il Ponsacco, si decide di attuare uno sciopero del tifo, per evidenziare il nostro dissenso nei confronti della squadra: in seguito alla sconfitta per uno a tre, la protesta prosegue a fine incontro negli spogliatoi dove assediamo nuovamente i giocatori. A farne le spese è l'allenatore Ferraro che dà le dimissioni, con l'intento di dare uno scossone all'ambiente: dimissioni che sono accettate senza battere ciglio dalla dirigenza nerazzurra, senza una valida alternativa e con la stessa leggerezza con cui non si era fatto il possibile per trattenere la nostra bandiera Alfano. E' questo che rimproveriamo alla dirigenza nerazzurra in un comunicato, che termina con la richiesta del ritorno in panchina di Ferraro e dell'acquisto di qualche valido giocatore. Immediata la risposta del Presidente Cipolla che dichiara di non accettare ricatti e minacce da parte nostra, invitandoci a “sospendere la contestazione e schierarsi con la politica della società nerazzurra”; la panchina è affidata allo sconosciuto Pallini, da noi battezzato ironicamente "Pinco".
La settimana che segue è ad alta tensione ed il tracollo dei nerazzurri a Castelnuovo Garfagnana, non calma certo le acque: unica consolazione il buon vinello locale, bevuto al bar dello stadio toscano.
Mercoledì 5/11/1997 è convocato un incontro tra alcuni nostri esponenti ed i dirigenti della società di Piazza d'Armi, al quale, a sorpresa, partecipa anche Ferraro ed il cui arrivo serve a placare gli animi, che s’erano surriscaldati. Per amore della nostra maglia, si decide di sospendere ogni contestazione in occasione della delicata partita contro l'Entella, fermo restando il nostro disappunto nei confronti d’alcuni giocatori, cui è rivolta la nostra protesta, e l'appoggio al Presidente.
La ritrovata armonia ed un gran tifo spingono i nerazzurri al successo contro i genovesi; a fine incontro c'è anche il tempo per dare il benvenuto ad alcuni tifosi biancazzurri, giunti in auto al " Ciccione".
Con maggiore entusiasmo, domenica 16/11/1997 si va a Pietrasanta, a far visita ai nostri amici della "Brigata Neuro": dopo aver mangiato in autogrill con il collaudato metodo sciacallesco dell'unico scontrino, giungiamo in terra toscana dove, ad accoglierci, ci sono una sfilza di bicchieri di vino bianco nel bar nei pressi dello stadio. C'è il tempo addirittura di firmare autografi sui "Supertifo" che ci hanno dedicato un servizio fotografico, per celebrare la nostra trasferta a Parigi in occasione della finale di coppa di Francia. Entrati nel piccolo stadio toscano, ci posizioniamo nello stesso settore degli Ultras biancazzurri: i loro stendardi e i fumogeni, si mischiano con i nostri striscioni e torce. L'atmosfera goliardica è turbata dall'arrivo di una quindicina di "Ultrà Massa", venuti per "studiarci". Passano alcuni minuti di tensione, perché non riusciamo a capire quali siano le reali intenzioni degli Ultras bianconeri: con un rapido scambio di sguardi ci compattiamo nell’attesa degli eventi e per evitare di farci sorprendere; ben presto, però, l'atmosfera si rilassa e si può continuare a tifare, questa volta in tre, con cori anti viareggini ed anti matuziani.
Il meglio, però, deve ancora venire. A fine incontro, dopo aver festeggiato con i giocatori la vittoria nerazzurra ed aver omaggiato il nostro vecchio idolo Mariani, che assisteva all'incontro, possiamo finalmente tirare fuori la nostra sorpresa: cinque chili di salsiccia, da cuocere su una piastra riscaldata da un fornelletto da campeggio (non chiedeteci come abbiamo convinto i carabinieri di servizio all'ingresso dello stadio a farli entrare). La festa può continuare, nel bar della tribuna, fino all'imbrunire: fiaschi di vino bianco e nero, centinaia di panini imbottiti e salsicce arrostite sono i protagonisti di un’improvvisata sagra, il tutto accompagnato da cori improponibili in terra toscana. Prima di lasciare lo stadio, ci scateniamo in una serie di lanci di pneumatici lungo la strada adiacente. Riusciamo a tornare miracolosamente a casa a notte fonda, piegati in due ma entusiasti per una trasferta indimenticabile.
Domenica 23/11/1997 è il turno del Casale a farci visita al "Ciccione", con al seguito una quindicina di "Boys": insultati ed in vantaggio per due a zero, gli Ultras nerostellati, impauriti, restano muti per tutto l'incontro. "Noi vogliamo questa vittoria !" riecheggia dalla Nord e nel secondo tempo trasciniamo la squadra al pareggio. Da segnalare il misterioso incendio del pullman dei giocatori piemontesi, avvenuto il sabato sera precedente, che non manchiamo di evidenziare con cori beffardi.
Dopo la trasferta in Val d'Aosta a San Vincent, domenica 7/12/1997 è il turno del derby casalingo con la Sanremese. Sono predisposte due coreografie: nel primo tempo una mega fumogenata, con torce, fumogeni colorati e migliaia di coriandoli; nel secondo tempo due bandieroni, quello storico a strisce nerazzurre, uno nuovo recante la scritta "Why ?", confezionato per l'occasione dalla sezione di Diano Marina, ed in mezzo il bandierone con il disegno del Samurai. Sullo sfondo la mega scritta "1982-1997: sempre al tuo fianco". I matuziani, presenti in un'ottantina sebbene siano primi in classifica, sono sovrastati. Non si registra alcun incidente, per una partita combattuta che termina con un nulla di fatto. A fine partita la tensione sale, a causa della cervellotica idea, delle forze dell'ordine, di blindarci all'interno della Nord, per oltre un'ora: per uscire siamo costretti a fare una serie di cariche fino a che il cancello non è sfondato. Da segnalare la presenza al nostro fianco della "Brigade Sud", degli "Ultras Savona" e per la prima volta degli "Ultras Massa" a sancire il rapporto d’amicizia instaurato con loro.
Subito dopo il derby, ritorna in panchina Ferraro, ma i problemi restano perché assistiamo ad una nuova disastrosa sconfitta ad Ivrea.
Domenica 21/12/1997 c'è la delicata partita con il Cuneo: stufi dell'atteggiamento dei nostri giocatori, si decide per protesta di esporre solo uno striscione recante la scritta "Ora basta! Tocca a voi ", il cui intento è chiaramente di richiamare la squadra alle proprie responsabilità. Siamo alla vigilia di Natale e, prima dell’inizio dell’incontro, la società nerazzurra ha l'infausta idea di regalare agli spettatori un piccolo panettone. La squadra, pungolata a dovere, sfodera una prestazione super, con protagonista assoluto "Spartaco" Desideri, autore di una doppietta. Nel corso del secondo tempo cominciamo a stuzzicare il portiere ospite Campana che, in piena crisi nervosa, risponde ai nostri beffardi cori, insultandoci. E' un invito a nozze: i cori si fanno sempre più pesanti e Campana continua a rispondere gestacci ed insulti. Dopo aver subito il quarto gol, il nostro supereroe pensa bene di mostrarci il suo vero volto, abbassando i calzoncini: questo è troppo! Dai cori si passa al lancio dei panettoni contro il portiere, che così festeggia anticipatamente il Natale. L'area di porta è un misto d’uvetta e canditi e Campana, per completare il suo personale spettacolo, crolla a terra come se fosse stato colpito da un fulmine, uscendo in barella per poi farsi ricoverare all'ospedale, con il chiaro intento di ottenere la vittoria a tavolino. Il reclamo del Cuneo è però respinto ed il tutto si risolve con una diffida del campo ed una multa alla società nerazzurra.
Dopo la pausa natalizia si ricomincia il 4/01/1998 con il derby contro il Savona. Gli Ultras biancoblù si presentano nella Sud in buon numero e sono bene accolti come si conviene tra tifoserie che si rispettano. Gli unici problemi ci sono con il portiere ospite Siracusa, che è insultato per tutto l'incontro ed accolto con un fitto lancio di banane ed il coro tormentone "Cuccia la banana, brutta scimmia Sudamericana". Dopo aver subito il gol del tre a zero, anche Siracusa perde la testa e si fa espellere, con il chiaro intento di regolare subito i conti con alcuni tifosi della tribuna.
Con rinnovato entusiasmo, domenica 11/01/1998 ci rechiamo a Massa in pullman, dove incontriamo nuovamente gli "Ultrà Massa", che ci accolgono calorosamente. L'episodio indimenticabile di questa trasferta, accade ad inizio partita: un nostro esponente riesce ad entrare all'interno del terreno di gioco, a farsi tutto il campo di corsa fin sotto la curva massese, per poi fare ritorno nei pressi del nostro settore e tifare all'interno del campo per tutti i primi quarantacinque minuti, sventolando una bandiera nerazzurra. Incredibilmente l'arbitro sospende l'incontro per far uscire dal terreno di gioco alcuni fotografi ed i raccattapalle, ma il nostro esponente resta al suo posto, senza che neppure le forze dell'ordine glielo impediscano.
La domenica successiva al "Ciccione" arriva la seconda in classifica Camaiore, travolta dai nerazzurri, tra i quali esordisce Rotella, incredibilmente acquistato dall'Imperia ed accolto degnamente dalla Nord.
Domenica 8/02/1998 si va in auto a Pavullo, in Emilia, per la trasferta più lunga, che ricordiamo solo per la mega battaglia a colpi di palle di neve ed i litri di Lambrusco bevuti in un ristorante della zona. La domenica successiva si va in pullman a Tortona: all’entrata riceviamo la solita accoglienza a base di palpeggiamenti e richieste di documenti, tipica delle forze dell’ordine locali, e la solidarietà e gli attestati di stima degli Ultras bianconeri.
Dopo il rocambolesco pareggio interno con la Fossanese, domenica 1/03/1998 si va a Ponsacco per la trasferta più massacrante della stagione. Partiamo dalla stazione d’Oneglia, di mattino; per l'assenza di una fermata a Ponsacco, siamo obbligati a fare scalo a Pontedera. Siccome i pullman che la domenica collegano i due paesi hanno orari che non ci favoriscono, siamo obbligati a farci una non prevista passeggiata di oltre un'ora per raggiungere lo stadio toscano. Durante il tragitto, beffardamente, assistiamo al transito di un pullman, il cui autista è insultato per non essersi fermato. Giunti allo stadio a partita già iniziata, ci limitiamo ad usare il poco fiato rimasto per stuzzicare alcuni nostri giocatori (i soliti noti) e siamo costretti a subire una pesante sconfitta. Il ritorno a Pontedera lo facciamo fortunatamente in un pullman fatto arrivare per noi. Il viaggio verso Imperia è un incubo: il treno è stracolmo e siamo obbligati a sederci attaccati uno all'altro, nel corridoio vicino al gabinetto. Abbiamo così occasione di apprezzare i delicati profumi provenienti dal bagno provocati, soprattutto, da una vecchiaccia schifosa: a mezzanotte è un miracolo che si riesca a tornare tutti vivi.
La successiva trasferta è domenica 15/03/1998 a Chiavari contro l'Entella, dove giungiamo a bordo di un pullman semivuoto. La squadra locale si gioca le ultime speranze di salvezza e lo stadio, per questa ragione, è pieno. In diciotto, posti in uno spicchio del settore distinti, siamo circondati da circa ottocento tifosi biancazzurri. La situazione ambientale ci stuzzica: incuranti di tutto e galvanizzati dall'immediato vantaggio dei nerazzurri, cominciamo a provocare i tifosi di casa, arrabbiati con noi anche per il trattamento riservato ad alcuni di loro alla fine dalla gara disputata al “Ciccione”. E' una serie di sbeffeggiamenti continui, che incoscientemente attuiamo per tutti i novanta minuti, nonostante gli inviti alla calma delle forze dell'ordine. Alla fine del vittorioso incontro decidiamo, irritando non poco i celerini, di rimanere all'interno dello stadio, nell’attesa che siano fatti sfollare i tifosi locali. I chiavaresi che passano sotto il nostro settore sono “battezzati” da una nostra bandiera, la cui asta si abbatte, casualmente, sulla testa dura d’ogni tifoso biancazzurro che s’avvicina un po’ troppo… Alla fine si scocciano e comincia una piccola sassaiola: anche in quest’occasione, complice la loro inesperienza, hanno la peggio. Scortati, siamo caricati di forza a bordo del nostro pullman, dove l'attonito e terrorizzato autista ci riporta a casa... la sua compagnia non ci affitterà mai più un torpedone!
Per il successivo incontro interno contro il Pietrasanta prepariamo una degna accoglienza per gli amici della "Brigata Neuro", a base di vino, birra e salumi vari, ma l'improvvisa morte di un loro esponente di spicco, il mitico "Foca", fa saltare tutto. Domenica 29/03/1998 a Casale ci rechiamo in pullman: giochiamo in pratica in casa, per la latitanza dei "Boys” e subiamo l'ennesima beffa quando al novantesimo minuto arriva il gol del pari nerostellato; gli unici problemi ce li creano le forze dell'ordine piemontesi che, non avendo di meglio da fare, hanno la brillante idea di provocarci.
Il campionato volge al termine ed il nostro unico obiettivo è il derby di ritorno a Sanremo, in programma domenica 19/04/1998. Per l'occasione riusciamo a realizzare un altro sogno.
L'appuntamento è alle 11,30 alla banchina di Porto Maurizio: la "Diana II", imbarcazione di 33 metri, battente bandiera italiana (ed ora anche nerazzurra) salperà alla volta di Sanremo. Al mattino fave, salame e vino per tutti, aspettando l'ora fatidica e l'arrivo d’alcuni Ultras nizzardi e massesi. Per pubblicizzare l'evento, la città è tappezzata di volantini il cui motto è eloquente: "Chi non salpa è un matuziano!" e "Sanremo stiamo attraccando". La notizia del noleggio del natante lascia stupefatti un po' tutti per l'originalità dell'idea ed ha un notevole risalto anche sui quotidiani nazionali: si tratta, infatti, di una novità assoluta, perché nessun’altra tifoseria, in passato, l’aveva fatto, avendo per lo più utilizzato una nave che compieva tragitti di linea.
Il nostro spirito è chiaramente spiegato dallo striscione realizzato per l'occasione, "Guastafeste": i matuziani, infatti, festeggiano proprio in questa domenica la vittoria del campionato ed il ritorno in C2... a noi il compito di rovinargli la festa! L'arrivo dell'imbarcazione è accolto da un'ovazione, ma cominciano i primi problemi al momento di salire a bordo: nel corso della prima perquisizione, alcuni fumogeni e bottiglioni di vino sono confiscati dalle forze dell'ordine e quest’episodio fa alzare la tensione. Finalmente si salpa, con la barca tappezzata dagli striscioni ed una bandiera pirata appesa al pennone più alto. E' il delirio per i circa centoventi pirati nerazzurri, salutati da moltissime persone appostate sul molo lungo. Per la prima volta siamo scortati dalla Guardia Costiera, impegnata soprattutto a recuperare i salvagente che gettiamo in mare. Il mare è un po' mosso e all'altezza di San Lorenzo, mentre sul piano superiore dell'imbarcazione si festeggia, sotto coperta si consuma il dramma d’alcuni nostri esponenti: sdraiati in terra, con i volti pallidi, vomitano l'anima ovunque e trasformano il piano inferiore della barca in un girone dell'inferno dantesco. Dopo un'ora di navigazione giungiamo a Portosole. Lo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi è esaltante: decine di sanremesi sul lungomare a bocca aperta ed una cinquantina tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, celerini ed unità cinofile. Appena scesi subiamo una seconda assurda perquisizione: alcuni di noi sono addirittura denudati... questo non fa altro che aumentare la tensione. Comincia così il corteo d’avvicinamento allo stadio: il traffico è paralizzato ed è dato lavoro ai carrozzieri matuziani. Giunti davanti al "Comunale", secondo un copione da noi previsto, siamo accolti dagli "Ultras Sanremo" che, nascosti nell'antistadio, ci bersagliano con un fitto lancio di pietre ed altri oggetti contundenti. La nostra istintiva reazione crea il caos: l'inevitabile contatto con le forze dell'ordine provoca la caduta in terra di diverse persone, la carica a colpi di manganello e di calcio di fucile, pugni e spintoni... il risultato è un paio di feriti per parte. Dopo un quarto d'ora di tafferugli e la terza perquisizione, si entra gratis, come ormai consuetudine, nella curva. La tensione, durante tutto l'incontro, è altissima: nell'intervallo volano, da un settore all'altro, pietre e torce accese, con le forze dell'ordine impegnate solo a fronteggiare noi. A fine partita, subita l'ennesima sconfitta, facciamo ritorno ad Imperia a bordo di tre pullman, gentilmente offerti dalle forze dell'ordine, che non vedono l'ora di liberarsi di noi. Il bilancio di una domenica indimenticabile è di qualche ferito tra noi, due carabinieri ed un vice questore che devono ricorrere alle cure dell'ospedale e cinque denunciati.
La sconfitta nel derby segna in pratica la fine di una stagione deludente, dopo l'iniziale entusiasmo: si prospetta un'altra estate di rivoluzione in casa nerazzurra.

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