Invasioni barbariche

E' notizia delle ultime ore che "il progetto Sanremese Next Level, nato a marzo scorso, oggi si amplia e potrà contare della collaborazione anche dell’Asd Oneglia Calcio. Il Responsabile del Settore Giovanile della Sanremese Gianni Brancatisano insieme al Responsabile Tecnico dell’attività non agonistica Fabio Coccoluto, hanno recentemente incontrato il vice presidente Alessandro Brancatelli, il Direttore Generale Federico Fresia e il Responsabile del Settore Giovanile Umberto Decesari, proprio in ottica di creare ulteriori sinergie con le società sportive del territorio e hanno sancito un accordo di collaborazione che prevede da una parte un allenatore messo a disposizione dalla Sanremese ai giovani talenti dell’Oneglia Calcio, con lo scopo di ottimizzare i processi di formazione tecnica, attraverso un programma di sviluppo e miglioramento a 360 gradi" (fonte lavocediimperia.it).

Sta così prendendo forma questa invasione barbarica, un incesto, un qualcosa che, vista dal punto di vista di noi tifosi (ma non solo), è inaccettabile. Ma così va il mondo del pallone e non ci dobbiamo sorprendere: Imperia e Sanremese, da sempre acerrime rivali, tutte assieme appassionatamente.

L’Asd Oneglia Calcio è nata nel 2015 da un’idea di Don Paolo Pozzoli, Parroco della “Sacra Famiglia” di Imperia e i colori sociali sono bianco/granata e nero/azzurro. 

I numeri stanno dalla parte dell' Asd Oneglia Calcio, passata da 90 tesserati della stagione 2021 ai 204 tesserati alla fine dell’anno 2022, agli attuali 260.

Nello specifico l'Asd Oneglia Calcio ha cinque squadre dei "Primi calci" (tre dei nati nel 2015, due di quelli del 2016), tre dei "Pulcini" (due del 2014 e una del 2013), tre degli "Esordienti" (due dei 2011 e una dei 2012), una dei "Giovanissimi" e una degli "Allievi".

Le squadre si allenano nei campi dell'oratorio della "Parrocchia di Santa Maria Maggiore" a Castelvecchio, in quello della "Sacra Famiglia" in via Spontone e al Francesco Aicardi" di Pontedassio

I motivi di questa ascesa sono dovuti soprattutto al netto calo dei tesserati della SSD Imperia Calcio i cui numeri non conosciamo (e invitiamo i responsabili del settore giovanile neroazzurro a comunicarceli).

Non solo una fuga di ragazzi dalla SSD Imperia Calcio, ma anche di allenatori: quest'estate, infatti, ben sette allenatori del settore giovanile se ne sono andati, persone che avevano sempre dato l'anima per il club neroazzurro e ora hanno avuto il coraggio di dire basta a una società dove non esiste una programmazione, dove contano solo le quote e dove regna solo l'invidia. 

Aggiungiamo la presenza di strutture e attrezzature deficitarie per permettere agli allenatori di allenare in condizioni ottimali: l'impianto dei Piani definito spesso un campo a 9 invece che a 11, un terreno di gioco in pessime condizioni e un impianto di illuminazione deficitario (si gioca praticamente al buio).

Il quadro, pertanto, è a dir poco sconfortante.

Possiamo anche vincere il campionato e tornare in serie D, ma che futuro può avere una società che ha scelto di arroccarsi nella sua torre d'avorio, abbandonata da tifosi, atleti, allenatori, collaboratori e alla perenne ricerca di uno sponsor da spennare e il cui motto pare essere "Io so io e voi non siete un cazzo?"

Ovviamente, accettiamo repliche da parte della SSD Imperia Calcio e dei suoi responsabili, nella speranza di aprire un dialogo costruttivo per cercare di ricreare un clima migliore e virtuoso in seno al centenario club imperiese.