sabato 15 settembre 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 2002/2003. SERIE C.N.D.

STAGIONE 2002/2003. SERIE C.N.D.
Quest’estate, per il terzo anno consecutivo, bisogna registrare un cambio al vertice societario: Vincenzi è sostituito da Piro, già Presidente del Savona calcio. Si tratta, in realtà di un cambio formale, poiché Piro era, di fatto, già lo scorso anno, il nostro massimo dirigente: essere, dichiaratamente, la società satellite del Savona, fatto umiliante, non suscita grossi sussulti nell’amorfo ambiente della tifoseria imperiese, ormai rassegnata a tutto.
La scossa che aspettiamo, involontariamente, è data proprio dalla dirigenza nerazzurra che ingaggia il giocatore più odiato dal nostro gruppo, Carlo Calabria. Dopo averci sbeffeggiato ed insultato nel corso di un decennio, quando difendeva i colori della Sanremese e del Savona, il nemico pubblico numero uno (insieme a Cichero) indosserà la nostra maglia. La notizia dell’arrivo di Calabria stupisce ed indigna tutti noi. In occasione della prima amichevole di precampionato, contro il Ventimiglia, il bubbone scoppia dopo pochi minuti: un brusco rimprovero di Calabria al nostro capitano Iannolo provoca un violento scambio di vedute tra noi ed il matuziano che, recitando un copione già visto, ci minaccia ed insulta.
La nostra protesta prosegue, nonostante la sua assenza, anche in occasione della successiva amichevole contro il Savona e nel derby di coppa Italia contro la Sanremese: due striscioni recanti le scritte “Calabria vattene” e “Per Carletto nessun rispetto” ed i nostri cori ostili, ribadiscono l'opinione del gruppo in merito al suo arrivo in nerazzurro.
Sui giornali e sulle televisioni locali, comincia un intollerabile processo di beatificazione del giocatore: quello che, incredibilmente, nessuno riesce a capire, è che Calabria è aspramente contestato non solo perché ex matuziano… oltre la metà della nostra attuale squadra ha militato con i biancazzurri, ma nessuno è stato accolto in malo modo, perché, pur avendo indossato gli odiati colori, non si sono mai permessi di comportarsi come Calabria.
Domenica 8/09/2002, poco prima della prima di campionato contro il San Gimignano, si decide, dopo un’accesa discussione e favoriti dall’assenza di Calabria, di attuare una tregua alla contestazione, per evitare di turbare la squadra: la nostra indifferenza deve essere la peggiore sconfitta per il matuziano. Sarà per “l’effetto Calabria”, ma la gradinata Nord è carica come ai vecchi tempi e tifa alla grande per tutti i novanta minuti, trascinando la squadra alla vittoria. Si nota un nuovo gruppetto di ragazzi, che si affiancano al nucleo storico… proprio quello che ci voleva per dare nuova linfa e stimoli al gruppo. A fine partita, misteriosamente, l’auto di Calabria è danneggiata da ignoti.
Domenica 15/09/2002 una nostra delegazione si sobbarca circa 500 km per esporre i nostri striscioni a Chiusi: a fine partita c’e’ un piccolo diverbio con alcuni tifosi locali, che si risolve senza strascichi.
L’entusiasmo è crescente grazie anche ad una squadra che vince anche il successivo incontro casalingo contro il Venturina e si porta, a sorpresa, al secondo posto in classifica: il tifo è incessante e grande il feeling con i dieci undicesimi della squadra. La presenza in campo di Calabria, però, rappresenta sempre una mina vacante, pronta ad esplodere da un momento all’altro: un suo richiamo ad un compagno di squadra, provoca anche in gradinata un diverbio, che è placato a stento, anche se è chiaro che la discussione si riaccenderà alla prossima occasione.
Ad un mese esatto dall’anniversario per il nostro ventennio, decidiamo di realizzare delle nuove sciarpe celebrative: 100 sciarpe al costo di 9,30 euro cadauna… ne sono passati d'anni dalle prime sciarpe pagate 2.000 lire!
Domenica 29/09/2002 si va in auto a Pietrasanta, ad assistere ad un'inaspettata disfatta dei nerazzurri contro il Versilia; facciamo ritorno nello stadio toscano, dove però non troviamo più gli amici della “Brigata Neuro”, con i quali eravamo stati protagonisti di indimenticabili feste.
Dopo la travolgente vittoria interna contro la Cerretese, domenica 13/10/2002, sempre in auto, la nostra meta è Lavagna: protagonista assoluto della partita è l’odiato Calabria, i cui due gol, però, sono, da noi festeggiati con cori inneggianti al giovane bomber Lupo… “Che ci frega di Calabria, noi abbiamo Lupo gol”.
La domenica successiva l’immeritato pari interno contro il Fucecchio è, in ogni caso, festeggiato dalla Nord, che chiama sotto la nostra gradinata la squadra per l’applauso finale: anche stavolta ai festeggiamenti non partecipa Calabria, ma nessuno di noi è triste per quest'assenza.
Domenica 27/10/2002, in occasione della trasferta a Viareggio, allestiamo un pullman, prenotato a Savona, per il consueto ostracismo, nei nostri confronti, delle compagnie di viaggio della provincia d'Imperia: il risultato è che il trasferimento del pullman da Savona ad Imperia e ritorno non fa altro che far lievitare il prezzo del noleggio… l’ennesimo ostacolo che dobbiamo superare da anni. La trasferta di Viareggio, considerati i precedenti e la concomitanza con la ricorrenza del nostro anniversario, è assai sentita: a bordo di un pullman pieno, ognuno dà sfogo ai suoi vizi preferiti. Dopo una sosta di rifornimento gratuito nei pressi di La Spezia, giungiamo, cotti a puntino, nella pineta nella quale è immerso lo stadio viareggino. Quattro pattuglie di poliziotti ci accolgono calorosamente, mentre alcuni Ultras bianconeri c'insultano a distanza di sicurezza e ci minacciano cinghia in mano. Sistemati, non senza difficoltà, all’interno dello stadio, attacchiamo tutti i nostri striscioni e continuiamo lo scontro verbale con gli “Ultras Fighters Viareggio”, mai visti così numerosi nelle precedenti partite contro di noi: l’infiltrazione nelle loro fila d'alcuni esponenti delle “Teste Matte Napoli”, trasferiti a Viareggio per lavoro, ha dato una scossa al loro gruppo.
La travolgente vittoria nerazzurra per tre a due ci esalta ancora di più ed incarognisce ulteriormente gli Ultras viareggini che, prima spingono una poliziotta giù dagli scalini della gradinata, e poi cercano il contatto con noi: la Polizia ci carica e ci obbliga a fare ritorno sul pullman. Ha inizio un rally nella pineta, scortati da poliziotti in auto e moto, che si esaltano alla guida dei loro mezzi e rischiano un paio di tamponamenti. Il viaggio di ritorno è un delirio, con un nuovo rifornimento gratuito, cori e cruente risse.
Dopo la nuova vittoria interna contro la Rondinella, quanto auspicato dalla maggior parte di noi si realizza: Calabria se ne va e fa ritorno nella sua Sanremo, dopo aver fatto credere di essersi accasato con il Ventimiglia. L’ennesima beffa ai nostri colori non c'infastidisce più di tanto, anche se, da un punto di vista tecnico, la perdita è grave e va ad aggiungersi ad un altro paio di cessioni: la squadra è in pratica indebolita… l’inevitabile destino di una società satellite come la nostra, che non può avere nessuna ambizione e deve limitare al massimo le spese.
Domenica 10/11/2002 si va in auto a Borgo San Lorenzo, dove assistiamo ad un rocambolesco pareggio con rete nerazzurra e rigore parato dal nostro portiere nei minuti finali. Lo stadio del paesino in provincia di Firenze è semideserto e gli unici problemi ce li creano alcuni poliziotti, che ci trattengono a lungo per una serie d'inutili controlli… evidentemente non sapevano come passare il pomeriggio.
Sono finalmente pronte le nuove sciarpe a strisce nere e azzurre, inframmezzate da alcune righe arancione, il ricamo del nostro Samurai e la scritta “Samurai Ultras Imperia 1982-2002”, che vendiamo in pochi giorni.
La domenica successiva è il turno di un’altra squadra toscana, il Sansovino, accompagnata al “Ciccione” da un piccolo gruppo di tifosi, gli “Ultras Monte”: non avendo mai avuto a che fare con loro, non li provochiamo. Una calorosa accoglienza è, invece, riservata all’ex idolo Bongiorni, che dopo tre anni fa ritorno ad Imperia: per lui, a fine partita, i nostri cori ed una sciarpa.
Domenica 24/11/2002 si va a Massa ad affrontare la capolista Massese e ritrovare gli amici “Ultrà Massa”. Non riusciamo a trovare un pullman e dobbiamo andare in treno. Arrivati nei pressi di Chiavari, però, un imprevisto ci obbliga a rivedere i nostri piani: a causa del maltempo che da alcuni giorni flagella la Liguria, il fiume Entella straripa e la linea ferroviaria è interrotta. Siamo, così, obbligati a restare all’interno dei vagoni per diverse ore, senza possibilità di raggiungere lo stadio di Massa, dove si aspettano gli “Ultrà Massa” con panini e bevande. Con l’ausilio dei telefoni cellulari siamo informati, in tempo reale, dei cambiamenti del risultato della partita: la rete del momentaneo pareggio nerazzurro è salutato da un boato e cori, che lasciano stupefatti i nostri sventurati compagni di viaggio. Dopo oltre tre ore, il treno fa marcia indietro e possiamo fare ritorno ad Imperia, dopo la trasferta più anomala della nostra storia: ci toccava anche questa…
Domenica 8/12/2002 la partita casalinga contro la Larcianese, terza forza del campionato e coi nerazzurri decimati, è una delle più entusiasmanti alle quali abbiamo assistito: sei a due per noi, con emozioni per tutti i novanta minuti… quattro gol nerazzurri sotto la Nord non si erano mai visti e sono festeggiati coi giocatori appesi alla rete, dopo ogni realizzazione.
Dopo la sconfitta esterna contro la capolista Cappiano, è il turno dell’attesissimo derby contro la Sanremese: la settimana che precede la partita da noi più sentita è, come sempre, frenetica. Secondo una consuetudine ormai consolidata, realizziamo due coreografie, una per tempo.
Per il primo tempo realizziamo centocinquanta bandierine nere e azzurre e una ventina di bandiere a due aste, con svariate scritte: insieme agli stendardi già in nostro possesso ed alle sciarpe, trasformano la gradinata Nord in un delirio nerazzurro. Nel secondo tempo spettacolo pirotecnico senza precedenti, con venticinque torce accese e fumogeni colorati, che illuminano a giorno il tetro pomeriggio. Sullo sfondo sono appesi due striscioni recanti le scritte “Non mollare mai” e “La Nord vi dà il benvenuto: ciao merde”, mentre è innalzato a mano un enorme striscione con la scritta “A Sanremo niente Ultra’, solo infami senza mentalità”.
I fedeli amici di Tortona “Quelli di sempre” e la “Brigade Sud Nice” sono in gradinata al nostro fianco, mentre una quarantina di “Kaos Sanremo”, gruppo che ha preso il posto degli “Ultras Sanremo”, compresi alcuni redivivi esponenti degli “Ultras Albenga” (presenti solo in queste occasioni e da noi assolutamente ignorati), presentano la solita scontata e malriuscita coreografia fatta di cartoncini bianchi e azzurri. Le nostre attenzioni sono rivolte soprattutto a Calabria, ferocemente insultato per tutti i novanta minuti: memorabile il beffardo coro “Carletto? Ci senti?…”.
La partita, secondo una tradizione ormai tristemente nota, finisce con una sconfitta, questa volta più umiliante del solito, per uno a quattro, dopo che il primo tempo era terminato coi nerazzurri in vantaggio per uno a zero; resta, come di consueto, la vittoria sugli spalti. A fine partita, nei pressi della stazione ferroviaria, c’è un fitto lancio d'oggetti, con il ferimento di alcuni esponenti delle due tifoserie e di un agente, ed il fermo di un paio dei nostri: fortunatamente non è adottato alcun provvedimento nei loro confronti, come invece già accaduto in passato.
L’ennesima umiliazione regalataci dai nostri giocatori non ci scoraggia: ormai ci abbiamo fatto il callo. Dopo la sosta natalizia, ci rechiamo a Vado Ligure per assistere al derby contro i locali: si notano pochi esponenti della vecchia guardia e molti volti nuovi. Dopo una lunga trattativa sul prezzo del biglietto e grazie alla solerzia delle forze dell’ordine, che ci palpeggiano per bene, raggiungiamo il nostro settore a partita iniziata. Nel primo tempo, in ogni caso, esponiamo un solo striscione recante la scritta “Società e giocatori: grazie per il regalo sotto l’albero di Natale… senza palle” e ci asteniamo dall’incitare la squadra. L’unico coro che riecheggia è “Nessuno, nessuno, si scorda il quattro a uno!”. Nell’intervallo, come stabilito, lo striscione è rimosso e sostituito da un altro con la scritta “22/12/2002: non dimentichiamo. Rialziamoci e combattiamo!” affiancato dagli altri striscioni tradizionali. Riusciamo ad entrare tranquillamente all’interno del terreno di gioco per sistemare al meglio lo striscione, mandando in crisi le forze dell’ordine, che non possono impedire l’invasione di campo. Il rientro in campo delle squadre è salutato da una torciata e da un incessante incitamento ai nerazzurri, che realizzano anche la rete della fortunosa vittoria: a fine partita, tutta la squadra si porta sotto il nostro settore per festeggiare con noi, anche se il coro finale è, in ogni caso, quello del primo tempo. Dopo aver cercato di chiudere alcuni carabinieri all’interno dello stadio, incontriamo degli esponenti degli “Ultras Savona”, che sono venuti a salutarci.
La vittoria di Vado si rivela solo un episodio fortunato. La successiva domenica, il 12/01/2003 una nostra delegazione si reca a San Gimignano (ben 800 km tra andata e ritorno!) per assistere ad un nuovo crollo dei nerazzurri.
Domenica 19/01/2003 l’ennesima sconfitta casalinga contro la Nuova Chiusi, fa esplodere la nostra contestazione: al fischio finale, ci rechiamo negli spogliatoi per chiedere “spiegazioni” alla dirigenza nerazzurra. Bersaglio della nostra protesta è il latitante Presidente Piro; la nostra richiesta di voler parlare con qualcuno della dirigenza nerazzurra causa minuti di smarrimento tra chi è all’interno degli spogliatoi del “Ciccione” poiché, in realtà, non c’è nessuno che rappresenti la società… l’obiettivo è raggiunto e, per cercare di placare i nostri animi, interviene Mister Cavallaro: imbarazzato, ci da ragione circa la cronica latitanza del Presidente, impegnato solo a seguire il suo Savona. Dopo un’ora di assedio, leviamo le tende e, finalmente, il cancello degli spogliatoi può aprirsi e i nostri giocatori possono uscire sotto scorta. In settimana non tarda ad arrivare la risposta del Presidente, che manifesta l’intenzione di essere disposto a cedere, anche gratuitamente, la società nerazzurra. La squadra, ormai allo sbando, è travolta la domenica successiva a Venturina: la classifica diventa precaria, dopo un inizio stagione entusiasmante.
Domenica 2/02/2003, per protesta contro la dirigenza, non esponiamo i nostri striscioni, ma solo uno recante l’inequivocabile scritta “Bettino, porta via il belino”. In un comunicato spieghiamo le ragioni della nostra protesta, indicando nel Presidente il responsabile principale della crisi nerazzurra. Piro non manca di rispondere al nostro comunicato e, in un delirio d'onnipotenza, afferma che ha addirittura in mente la fusione tra le sue due società, Imperia e Savona, in un’unica chiamata Imperiosa… in questi anni ne abbiamo sentite di tutti i tipi, ma questa è tra le più assurde. Ironicamente, suggeriamo al geniale Presidente di chiamare la sua nuova creatura, in suo onore, Pirotecnica! In un clima di pressoché totale abbandono la squadra continua a non vincere, racimolando due pari contro Versilia e Cerretese, restando in piena zona playout.
Domenica 16/02/2003, al “Ciccione”, si disputa un delicato derby tra Imperia e Lavagnese ed un nuovo passo falso dei nerazzurri può portare conseguenze gravissime per la classifica. Capiamo perfettamente il momento e carichiamo a dovere i ragazzi che riescono a tornare al successo: da segnalare la presenza di uno sparuto gruppo di tifosi bianconeri, con tanto di striscione “Ultras Lavagna”… in pratica sono tre persone di mezz’età con un tamburo ed una bandiera. Non mancano i nostri cori contro Piro, che, finalmente, in settimana, cede la società ai fratelli Montali, ambigui personaggi che qualche anno prima gli avevano ceduto il Savona, dopo averlo fatto sprofondare in Eccellenza… insomma, siamo caduti dalla padella nella brace. E’ l’ultimo sgradito regalo fattoci da un Presidente mai amato, per il suo totale disinteresse per le vicende nerazzurre.
La nuova dirigenza esordisce con un pari esterno a Fucecchio e soprattutto con dichiarazioni roboanti agli organi di stampa: ritorno tra i professionisti, riorganizzazione della società e del settore giovanile, organizzazione di amichevoli di lusso, creazione di un nuovo impianto, ecc. ecc. Noi, scottati da precedenti esperienze, non crediamo a tutto ciò e restiamo alla finestra.
Domenica 2/03/2003 è il turno del Viareggio, in una partita che noi sentiamo particolarmente per la rivalità con gli “Ultras Fighters Viareggio”: infatti, la Nord è particolarmente gremita, mentre gli attesi Ultras bianconeri, dopo le promesse e le minacce via internet, hanno il coraggio di presentarsi in cinque a bordo di un’auto… la settimana successiva addurranno a loro giustificazione, la concomitanza col Carnevale, che a Viareggio occupa molti esponenti del loro gruppo. I pochi presenti tornano a casa sconfitti sul campo e distrutti dalla nostra gradinata.
Il sabato successivo l’Imperia vince nuovamente a Firenze, contro la Rondinella, e si toglie definitivamente via dalla zona di bassa classifica.
Domenica 16/03/2003 è di scena al “Ciccione” la Fortis Juventus, il cui nome spinge gli antijuventini del gruppo al liberatorio coro “Juve, Juve, vaffa…”: al seguito dei biancoverdi fiorentini un gruppetto di parenti ed amici dei giocatori, che al pareggio allo scadere su calcio di rigore dei propri giocatori, si lasciano andare a gestacci contro di noi… saranno obbligati a raggiungere il pullman della loro squadra scortati da una decina d'agenti di Polizia. Da segnalare la presenza in gradinata di una bandiera della pace, in voga in questo periodo in concomitanza con la guerra in Iraq, sventolata senza problemi da un giovane ragazzo: un episodio di poco conto, che però, qualche mese, dopo sarà riportato in maniera distorta su un quotidiano locale… ma ne riparleremo.
La domenica successiva ci rechiamo a Monte San Savino, in provincia di Arezzo: una trasferta lunghissima (in tutto, ben oltre 800 km). La squadra ci ripaga subito con un inizio strepitoso: non abbiamo fatto in tempo a mettere gli striscioni, che siamo già sotto di due reti… alla fine del primo tempo saranno quattro! Non ci sono problemi con gli Ultras locali, che espongono gli striscioni già visti ad Imperia: i nostri unici applausi sono rivolti all’ex Massimiliano Bongiorni.
Domenica 30/03/2003, nostri ospiti graditissimi, sono gli “Ultrà Massa”: è una partita attesissima anche dagli amici toscani che partono dal capoluogo apuano addirittura alle cinque del mattino! Una nostra delegazione li accoglie e, nell’attesa dell’ora di pranzo, li accompagna in una sorta di gita turistica della città. Nel frattempo, un altro gruppo di nostri esponenti, dietro la gradinata Nord, prepara una mega abbuffata a base di salumi, formaggi, torte dolci e salate e litri di vino rosso e birra. E’ una festa riuscitissima alla quale partecipano circa duecento persone: l’immagine più rappresentativa è quella di un motocarro, parcheggiato nei paraggi, stracolmo di bottiglie e lattine vuote. La partita è un dettaglio ed è vinta, a sorpresa, dai nerazzurri: per tutto l’incontro riecheggiano cori contro Sanremo e Carrara. A fine partita, c’è l’abbraccio finale tra le nostre tifoserie e l’arrivederci alla prossima occasione: saranno i play off, ai quali i bianconeri parteciperanno un paio di mesi dopo, quando si recheranno a Sanremo.
Il campionato sta volgendo al termine e la nostra mente è rivolta all’ultimo appuntamento importante: il derby con la Sanremese. Prima, però, ci sono tre partite contro Cascina (vittoria casalinga), a Larciano (sconfitta) e contro il Cappiano, squadra di un quartiere di Fucecchio (un paesino di 5.000 persone), che, alla fine di un pari annunciato, festeggia proprio al “Ciccione” una storica ed inaspettata promozione tra i professionisti: al seguito dei biancazzurri, una trentina di tifosi toscani che probabilmente non si rendono neanche conto della fortuna che li sta baciando. A fine partita c’è uno scambio di vedute tra un paio di nostri esponenti ed i tifosi toscani, che ci procurerà altre due diffide… tanto per cambiare.
Domenica 4/05/2003 è finalmente tempo di giocare il derby. Si decide di recarci a Sanremo in treno, per “inaugurare” la nuova stazione matuziana: il nostro programma è però modificato dalle forze dell’ordine che decidono farci scendere a Taggia, dopo averci fatto pagare il biglietto fino a Sanremo. Questo fatto non l’accettiamo e ci rifiutiamo di scendere, bloccando il treno per dieci minuti: la tensione sale alle stelle. Buttati giù dalle carrozze del treno, troviamo un nutrito gruppo di ragazzi della “Brigade Sud Nice” che ci accolgono con alcune casse di birra fresca: ci voleva proprio visto il caldo opprimente di questa giornata. Fa ancora più caldo quando scendiamo nel sottopassaggio della stazione: un celerino pensa bene di manganellare uno dei nostri e ne consegue un parapiglia incredibile. Caricati a fatica su un paio di pullman di linea, giungiamo a Sanremo, dove ci sono un’altra ventina di agenti ad aspettarci: nonostante questo, qualcuno riesce a forzare il blocco ed a entrare gratuitamente in curva. Dopo il classico reciproco scambio d'insulti coi matuziani, attacchiamo lo striscione preparato per l’occasione, recante la scritta “Inchinatevi al capoluogo”; sullo sfondo tutti gli striscioni. Ad inizio partita una mega torciata rischia di provocare un incendio: infatti, alcune torce vanno a finire in una zona piena di sterpaglie, che s'incendiano in un batter d’occhio e, solo dopo una decina di minuti, i vigili del fuoco riescono a spegnerlo. La partita s'incanala negli ormai canonici binari: due reti subite nel primo tempo da una squadra incredibilmente demotivata e molle, stroncano ogni nostra speranza di poter finalmente assistere alla prima vittoria in campionato a Sanremo. Come di consueto siamo gli unici a non mollare e continuiamo a sostenere i nostri colori fino al triplice fischio finale, non mancando di contestare i nostri giocatori. A fine partita c’è un fitto lancio d’oggetti tra il nostro settore e quello matuziano, senza gravi conseguenze: le forze dell’ordine si mettono in mezzo e c’è un piccolo tafferuglio al momento di risalire sui pullman. Al rientro ad Imperia, una nostra delegazione, assai arrabbiata, si reca in sede per chiedere spiegazioni ai nostri giocatori ed al Mister, ma questi, probabilmente avvisati, pensano bene di evitare l’incontro. Anche la dirigenza non digerisce bene il comportamento della squadra ed, incredibilmente, ad una giornata dal termine del campionato, esonera Mister Cavallaro: anche alcuni giocatori, tra cui il nostro capitano Iannolo, sono messi fuori squadra. Domenica 11/05/2003, l’ultima partita di campionato si gioca in un clima irreale: uno stadio semideserto, con metà squadra titolare in tribuna, in panchina l’allenatore della Juniores ed in tribuna il nuovo Mister della prossima stagione, sospettosamente ingaggiato a tempo da record. La nostra gradinata non presenta alcuno striscione appeso, in segno di protesta, se non uno recante la scritta “4/05/2003: grazie ragazzi per il solito derby da coglioni”. La partita è una farsa con gli ospiti che giocano a tiro al bersaglio contro l’incapace ed incolpevole giovane portiere nerazzurro. Quello che però scatena ancora di più la nostra rabbia è lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi, entrando allo stadio: tutto il settore dei distinti e parte della gradinata Sud, sono pitturati d'azzurro e di un grigio pallido, facilmente confondibile con il bianco. Una beffa atroce, uno stadio in sostanza pitturato con gli odiati colori, che oltretutto hanno coperto i gradini dei distinti, pitturati di nerazzurro in occasione della promozione del 1999! Quest'affronto non l’accettiamo e, nell’intervallo, ci rechiamo in tribuna a chiederne spiegazione alla dirigenza. Il Presidente Montali e suo figlio s'arrampicano sugli specchi cercando di farci credere che siamo daltonici: secondo la loro versione il bianco è in realtà grigio e che, in ogni caso, i lavori di verniciatura non sono terminati. La discussione si fa accesa ed, in breve, siamo circondati dalle forze dell’ordine: chiediamo anche spiegazioni concernenti il vergognoso derby disputato la domenica precedente e quali siano i programmi futuri della società; dopo questo lungo faccia a faccia, intimiamo al Presidente di evitare di riverniciare anche la nostra gradinata.
Termina in maniera agitata questa stagione che era iniziata in modo ugualmente turbolento, a causa dell’ingaggio dell’odiato Calabria: le prospettive per il futuro sono nebulose ed i nuovi dirigenti in questi primi mesi non ci hanno affatto convinto.

2 commenti:

Thiago Herminio Bordotti Zanetin ha detto...

Ciao.

Il libro finisce qui?

Ho letto fin dall'inizio. Un bello racconto di fede e amore per la propria squadra.

Tornerete in alto.


Abbraccio,

Thiago - Brasile

Anonimo ha detto...

Quante sciocchezze... tafferugli, cariche, scontri... tutto nella fantasia