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giovedì 31 luglio 2025

Il Cancro del Calcio Dilettantistico

Da leggere, affiggere nelle bacheche di tutte le Ssd e imparare a memoria

Tratto da "Il Cancro del Calcio Dilettantistico" di Luca Luisi

Le 5 Metastasi del Dilettantismo Malato

1. Dirigenti Inamovibili e Incompetenti

Il 72% dei presidenti di ASD è in carica da oltre 10 anni (fonte: FIGC 2023), spesso senza alcuna formazione manageriale. Sono figure padronali, autoritarie, impermeabili al cambiamento. La società non è una comunità, è un regno personale.

 “Un’associazione sportiva è diventata una poltrona da difendere, non un progetto da far crescere.”

2. Allenatori Narcisisti e Scollegati dal Territorio

Oltre metà degli allenatori nei settori giovanili dilettanti non possiede una qualifica riconosciuta UEFA (SGS-FIGC 2022). Sono spesso ex atleti, improvvisati, convinti che l’unico obiettivo sia vincere tornei. Educazione, metodologia, sviluppo a lungo termine? Assenti.

3. Genitori-Tifosi, Spettatori Tossici

Il 64% degli allenatori lamenta pressioni indebite da parte delle famiglie per far giocare il proprio figlio (CONI–UniBo 2021). Il campo diventa tribunale, lo spogliatoio un feudo personale. Nessun rispetto per ruoli, competenze, regole. Il merito si piega al cognome.

4. Sponsorizzazioni Opache e Riciclaggio

In molte società, soprattutto nei livelli più alti del dilettantismo (Eccellenza, Serie D), girano cifre enormi senza adeguata trasparenza. Sponsorizzazioni “anomale”, sponsor fantasma, fatturazioni gonfiate o prive di contropartita reale. È un sospetto noto da anni: il calcio dilettantistico può essere usato come veicolo di riciclaggio di denaro.

5. Centri Sportivi come Terreni di Guerra

Gli impianti sportivi pubblici dovrebbero essere asset da valorizzare, condividere, sviluppare nel tempo. Invece diventano spesso oggetto di dispute con i Comuni, assegnati senza visione o strategia, gestiti con logiche da comitato di quartiere.

Il risultato: strutture fatiscenti, utilizzi inefficaci, zero programmazione.

Le Conseguenze Reali

• Dropout giovanile altissimo: oltre 100.000 ragazzi tra 13 e 17 anni lasciano il calcio ogni anno.

• Perdita di talento e motivazione: chi è bravo se ne va, chi resta spesso si arrende.

• Società in perdita cronica: il 40% delle ASD chiude l’anno in negativo o con conti poco chiari (LND, stima 2023).

• Calo di iscritti LND: -8% negli ultimi 5 anni.

Bilanci: Serve Controllo, Non Autocertificazione. Oggi i bilanci delle ASD sono autogestiti e autocertificati, spesso senza controllo formale. Questo è inaccettabile in un sistema che gestisce migliaia di euro pubblici e privati. Serve l’obbligo di revisione da parte di enti esterni certificati.

Serve trasparenza totale, consultabile online. Ogni euro speso deve essere tracciabile. Come in qualunque ente che riceva soldi pubblici.

Le Cure Possibili (e Non Più Rimandabili)

1. Formazione obbligatoria e continua per dirigenti, tecnici e staff

2. Controlli federali sui bilanci con enti terzi indipendenti

3. Codice etico vincolante per famiglie, dirigenti e tesserati

4. Gestione impianti con piani di sviluppo pluriennali, non solo concessioni annuali

5. Sistemi premianti per chi investe davvero nella crescita educativa e sportiva

Oggi il calcio dilettantistico è sospeso in un’ipocrisia.

Vuole i soldi, ma non le regole.

Vuole girare cifre da professionismo, ma rifiuta gli standard del professionismo.

Vuole essere preso sul serio, ma continua a comportarsi da amatore.

E allora il bivio è chiaro: O il calcio dilettantistico si struttura, si professionalizza, si fa controllare, oppure torniamo indietro di trent’anni, quando eravamo davvero dilettanti: senza sponsor, ma anche senza ipocrisia. Più poveri, forse. Ma più veri.

12 commenti:

Bingo! ha detto...

Chapeau. La fotografia della SSD Imperia calcio degli ultimi 12 anni.

Nik ha detto...

Sacra Scrittura. Gliela farei ripetere ad alta voce in ginocchio sui ceci ai nostri 2+1 inadeguati al comando...

Anonimo ha detto...

Le ricette del libro sono sicuramente articolate ma io nella mia “ignoranza” penso che basterebbe una gestione da buon padre di famiglia. Incassi 10 tieni 9 e 1 lo metti da parte per l’ anno dopo che incassi 10 hai 11 spendi 10 e cosi’ anche l’anno successivo e poi quello dopo e cosi via. Naturalmente il discorso e’ piu’ complesso e serve andare alla ricerca di nuove entrate per alzare l’ asticella anni dopo anno sino a dove però si puo’ arrivare senza ….capottare. E io continuo a pensare che Imperia puo’ valere una Lega Pro ma ci si deve arrivare in tranquillità e con una pianificazione almeno triennale. Il circo con nani e ballerine degli ultimi dodici anni deve chiudere il tendone. Anche cio’ che sara’ questa stagione se non indirizzata in altro modo rischia solo di essere un ennesimo giro di giostra fine a se stesso.

Anonimo ha detto...

Perfetto. Qui la società è un giocattolo personale.

Anonimo ha detto...

Se un anno incassi 10 nessuno garantisce che l'anno dopo incasserai 10, potresti incassare anche 4 o 3.

Anonimo ha detto...

La fotografa dell' Imperia x quanto riguarda dirigenza e programmazione ma vedo che anche nella città delle baracche nello staff non c'è un solo membro del territorio, da vergognarsi!

Anonimo ha detto...

Da ciò che si legge il pluri dimissionario, seppur uomo di maggioranza, non sarebbe fautore di continuare il campionato di serie D.
Ciò contrasta con le sue esternazioni convinte di iscrivere la squadra in serie D.
Si può sempre cambiare idea in democrazia.
L altro socio di minoranza è convinto che si possa provare. Qualsiasi uomo di spessore, di maggioranza o di minoranza avrebbe fatto un passo indietro, anche due passi, dando la possibilità a terzi soggetti di modificare la discesa libera del fallimento, in atto ormai da tanti anni, in attesa di risultati in breve tempo migliori.
Allontanarsi significa passare la mano, non disporre di potere decisionale, non presentarsi con la borsetta ad incassarele quote e gli incassi delle partite, non nominare gli educatori. Non fare nulla di ciò che ha sempre fatto.
È molto semplice.

L'impressione di tanti molti è rendere la società libera, snella ed efficiente.
Togliere il tappo per volare.





Anonimo ha detto...

GRAMONDO HA UCCISO L'IMPERIA CALCIO

Anonimo ha detto...

A me pare che, dall'ultima intervista, Gramondo non fosse così convinto di iscrivere la squadra alla D ma avrebbe preferito una serie minore tipo Eccellenza o, ancor più, Promozione. L'ha iscritta alla D solo perchè obbligato dal Sindaco...

Anonimo ha detto...

Vergognatevi voi , noi non avevamo un presidente così dai tempi di Borra .

Anonimo ha detto...

Ahahahahahahah... dai tempi di Borra? Informati con che puntualità (...) vengono pagati gli stipendi...

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 23,36, guarda che non parlo da imperiese, a me non frega un fico secco ne di Imperia ne di Sanremo, xó che una per un motivo sta affondando, l' altra pur spendendo arriva a metà classifica, giovani del posto zero, pubblico 100 paganti? Dammi un senso!