Buon Feste a tutti i nerazzurri doc e Buon campionato ai giocatori dell' Imperia, con gli auguri che possano trovare in ogni gara la passione dentro marcata "im 1923".
Mi viene ancora in mente, certe volte, certe notti, quella fantastica partita con la Lucchese; anzi, a voler essere sincero, e’ proprio di quella domenica, che mi sforzo a tutti i costi di tener vivo in me il ricordo, in questi tempi poco felici per i colori nerazzurri. Tempi difficili non solo per i risultati, quanto per la constatazione del fatto che la citta’ non e’ stata mai, mai cosi’ distante dalla propria squadra. Ma, tornando ad allora, non penso tanto al goal, alla gioia incontenibile ed all’entusiasmo sugli spalti di un Ciccione stracolmo, ma a quei lunghissimi due o tre secondi tra il dribbling di Chistogoal al portiere e l’ingresso del pallone in rete. Quegli istanti che hanno preceduto l’apoteosi rappresentano un po’ il condensato di tutte le emozioni che questo sport puo’ offrire. Vedo ancora la trepidante ed incredula attesa nei volti dei tifosi dell’Imperia e lo scoramento che preannuncia la disfatta negli occhi dei Lucchesi, e soprattutto sento quel silenzio assordante dello stadio, che sembra trattenere il fiato, come se qualche migliaio di persone fossero in realta’ una cosa sola, che produce un rumore di fondo, che rumore non e’ e non lo senti con le orecchie, ma lo percepisci solo perche’ ti manca il respiro e senti un brivido, ed il bello e’ che capisci che a tutti, proprio tutti, manca il respiro e vengono i brividi. Ecco, a dirla tutta, anche se l’Imperia, da allora ci ha regalato qualche altra gioia (per la verita’ non molte), per me in quella immagine di Chistogoal sulla linea di porta, un attimo prima di mettere la palla in rete, c’e’ piu’ emozione e poesia di quanta ne abbia incontrata in tante altre e piu’ importanti battaglie della nostra Imperia. Forse semplicemente perche’ l’ho vissuta con gli occhi di un ragazzino di 10 anni, che vedeva quei calciatori con la casacca nerazzurra come eroi guerrieri di un mito, quel momento, che poi si rivelo’ fine a se stesso, giacche’ in fondo non servi’ ai fini della classifica , ne’ a farci promuovere, come sognavamo, ne’ a salvarci, come ci sarebbe bastato, ebbene, quel momento rappresenta sicuramente il legame piu’ forte ed intenso che ho con i NOSTRI colori. Ed e’ proprio questo, non tanto per la rete in se stessa, caro Chistogoal, cio’ di cui ti sono piu’ grato e di cui ti ringrazio.
Ho scritto tante volte di “Chistogoal”, di quell’emozione, di avere otto anni, di essere un pulcino dell’Imperia, di non sognare Ibrahimovic, del Piero o Messi. Ma di essere Lui, colui che mandò a casa “tutta Lucca”, colui che in quei “tre secondi” ci ha fatto sentire come non mai. Non vuol dire crogiolarsi nel passato, parla infatti uno che si abbona tutti gli anni alla Nord, e che quando è presente urla più che può. Ma è Natale, e se penso ai tempi che furono, l’emozione sei tu, Chistogoal. E se penso al futuro per la nostra amata casacca… vorrei risentire quei “tre secondi” in cui tutto sembrava sospeso e possibile.
2 commenti:
Mi viene ancora in mente, certe volte, certe notti, quella fantastica partita con la Lucchese;
anzi, a voler essere sincero, e’ proprio di quella domenica, che mi sforzo a tutti i costi di tener vivo in me il ricordo, in questi tempi poco felici per i colori nerazzurri. Tempi difficili non solo per i risultati, quanto per la constatazione del fatto che la citta’ non e’ stata mai, mai cosi’ distante dalla propria squadra.
Ma, tornando ad allora, non penso tanto al goal, alla gioia incontenibile ed all’entusiasmo sugli spalti di un Ciccione stracolmo,
ma a quei lunghissimi due o tre secondi tra il dribbling di Chistogoal al portiere e l’ingresso del pallone in rete.
Quegli istanti che hanno preceduto l’apoteosi rappresentano un po’ il condensato di tutte le emozioni che questo sport puo’ offrire.
Vedo ancora la trepidante ed incredula attesa nei volti dei tifosi dell’Imperia e lo scoramento che preannuncia la disfatta negli occhi dei Lucchesi, e soprattutto sento quel silenzio assordante dello stadio, che sembra trattenere il fiato, come se qualche migliaio di persone fossero in realta’ una cosa sola, che produce un rumore di fondo, che rumore non e’ e non lo senti con le orecchie, ma lo percepisci solo perche’ ti manca il respiro e senti un brivido, ed il bello e’ che capisci che a tutti, proprio tutti, manca il respiro e vengono i brividi.
Ecco, a dirla tutta, anche se l’Imperia, da allora ci ha regalato qualche altra gioia (per la verita’ non molte), per me in quella immagine di Chistogoal sulla linea di porta, un attimo prima di mettere la palla in rete, c’e’ piu’ emozione e poesia di quanta ne abbia incontrata in tante altre e piu’ importanti battaglie della nostra Imperia.
Forse semplicemente perche’ l’ho vissuta con gli occhi di un ragazzino di 10 anni, che vedeva quei calciatori con la casacca nerazzurra come eroi guerrieri di un mito, quel momento, che poi si rivelo’ fine a se stesso, giacche’ in fondo non servi’ ai fini della classifica , ne’ a farci promuovere, come sognavamo, ne’ a salvarci, come ci sarebbe bastato, ebbene, quel momento rappresenta sicuramente il legame piu’ forte ed intenso che ho con i NOSTRI colori.
Ed e’ proprio questo, non tanto per la rete in se stessa, caro Chistogoal, cio’ di cui ti sono piu’ grato e di cui ti ringrazio.
Buon Natale
MarcoSUIMilano
Ho scritto tante volte di “Chistogoal”, di quell’emozione, di avere otto anni, di essere un pulcino dell’Imperia, di non sognare Ibrahimovic, del Piero o Messi. Ma di essere Lui, colui che mandò a casa “tutta Lucca”, colui che in quei “tre secondi” ci ha fatto sentire come non mai.
Non vuol dire crogiolarsi nel passato, parla infatti uno che si abbona tutti gli anni alla Nord, e che quando è presente urla più che può. Ma è Natale, e se penso ai tempi che furono, l’emozione sei tu, Chistogoal. E se penso al futuro per la nostra amata casacca… vorrei risentire quei “tre secondi” in cui tutto sembrava sospeso e possibile.
Posta un commento