domenica 9 agosto 2009

Ciao papà Manlio


Con grande piacere e commozione copio/incollo sulla pagina principale del blog due testimonianze di chi Manlio Sobrero lo conosceva bene, i suoi figli Francesca ed Alessandro, che hanno voluto condividerle con tutti noi. A loro il mio personale ringraziamento e tutta la mia vicinanza in questo triste momento.

Ciao papi... ora più di prima sento il tuo respiro, la tua voce la tua presenza..è stata un'esperienza indescrivibile.. volevo stare con te fino al tuo ultimo respiro, come ci sei stato tu al mio primo... sei stato un gran padre, pensavo speciale perchè tutti i papà sono speciali, ma ora leggendo il tuo mondo capisco il perchè... e nonostante tutto tu hai scelto prima noi e dopo il pallone... grazie.

Potrei ricordare mio padre citando decine di episodi di bontà d'animo e generosità.
Potrei ricordare le numerose vittorie conseguite sia come uomo che come sportivo. Ma quelle le conoscete tutti, ognuno può ricordare la propria.
Invece lo voglio ricordare con quella che potrebbe apparire come una sconfitta.
Era la fine degli anni '60 e mio padre, nemmeno maggiorenne, militava nelle giovanili del Genoa. L'avversario di turno era la Juve. E il centravanti della Juve era un certo Roberto Bettega.
I giovani grifoni erano le vittime predestinate, e a Manlio toccava l'ingrato compito di marcare il futuro attaccante della Nazionale. Che, come potete immaginare, era già una forza della natura.
Non conosco i particolari, papà non è mai stato prodigo di dettagli; possiamo solo supporre che furono 90 minuti molto lunghi e molto duri.
Bobby-gol fece il suo dovere, e lo stesso fece Manlio. Tanto che mi disse: “Alla fine gli feci segnare solo tre gol”.
Questo era mio padre. Un uomo che, anche di fronte ad una sconfitta inevitabile, ce la metteva sempre tutta, senza mai accampare scuse.
Ha fatto lo stesso con la malattia. Ha combattuto. Ha dato il massimo. E ha perso. Come con Bettega.
Solo che, purtroppo, la malattia si è rivelata un avversario ben più scorretto e infingardo.
Se lassù c'è un campo, sicuramente Manlio è là, a rendere la vita difficile a qualsiasi attaccante.
Vorrei, insieme alla mia famiglia, cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che si sono stretti intorno a noi ricoprendoci di un affetto che a stento siamo riusciti a contenere.
Abbiamo ricevuto testimonianze che ci hanno commosso, e per davvero. Purtroppo l'elenco delle persone da citare sarebbe lunghissimo, senza contare i numerosi gesti che, nell'abbraccio collettivo che abbiamo ricevuto, ci sono inevitabilmente sfuggiti. Sicuramente Manlio ha preso nota di tutto, e saprà, in qualche modo, sdebitarsi.

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