venerdì 30 ottobre 2009

Le interviste di IM1923. Giuseppe Cipolla parte 3°


Dopo la prima e la seconda, ecco la terza ed ultima parte dell'intervista a Pino Cipolla.

IM1923: Come giudica la diatriba in corso tra Imperia calcio e P.R.O. Imperia?
G.P.: Quelli della PRO mi ricordano il pasqualismo. Il “pasqualismo” deriva da una celebre gag di Totò. Che racconta di essersi imbattuto in un energumeno che lo riempie di schiaffi, gridandogli: “Pasquale tieni questo, Pasquale figlio di un cane, Pasquale ecco un cazzotto”, e così via. Totò, invece di difendersi, ride a crepapelle e a Mario Castellani che gli chiede “Perché non hai reagito?” risponde: “E chi se ne frega, mica sono Pasquale, chissà 'sto stupido dove vuole arrivare. 'Ste cose mi scompisciano”. Davanti alla Pro Imperia, ho capito di essere irrimediabilmente affetto di «pasqualismo».
La PRO e’ infatti un accrocco di ideologica inconsistenza (e che dispiacere vedere un signore come Alberti coinvolto in giochi sotterranei….), ravvivato, si fa per dire, da una amministrazione comunale trasparente, tanto è il suo spessore su questa vicenda. Una cosa da liquidare dopo dieci minuti e invece, per colpa del mio passato da Presidente, l'ho seguita -e la seguo- per vedere dove si vuole arrivare.
'Ste cose mi scompisciano.
 
IM1923: L'ultima Imperia, forse, non è ancora fallita adesso e se lo è da pochissimo. Perché la sua è fallita in dieci giorni?G.P.: All’epoca dissi: “Padre, padre, non perdonare loro, perché sanno esattamente quello che fanno”. Confermo.

IM1923: Quale ruolo hanno avuto certi suoi presunti "amici", per esempio, alcuni che erano o sono ancora in Comune?G.P.: Gli amici si sono subito squagliati come neve al sole, d’altronde si possono prendere tutte le lauree, i master, frequentare piccionaie di Columbia University, ma se non si hanno le palle, nessuna Università te le potrà dare.

IM1923: Suo successore, di fatto, è stato Diego David: non pensa che allora fosse un po' troppo giovane e inesperto per un incarico così delicato?G.P.: Ma no, Diego era in quel momento la persona giusta. E’ un ragazzo pulito, perbene, onesto, ci voleva lui, e ci voleva proprio perché fuori volavano i coltelli.

IM1923: In definitiva, lei e la Borelli davate fastidio a qualcuno?G.P.: Si, certamente si. Davamo parecchio fastidio. Facevamo ombra soprattutto a qualche notabile locale dalla memoria corta (sulle cose fatte da lui nel dopoguerra) e dalla lingua lunga e maligna, che sparava contro di noi a raffica calunnie e maldicenze come fossero un’arma impropria. Dagli e dagli, dopo 15 anni di inferno sono riusciti nel loro intento e spero che ci sia un Dio che li mandi nel girone giusto appena lo andranno a trovare. Poi, sia chiaro, io ci misi del mio a far precipitare le cose, nessuno mi aiutò, o perlomeno nessuno nelle stanze giuste si mosse per salvare i posti di lavoro, che erano la cosa che piu’ mi stava a cuore. Dice quel proverbio inglese: “Non è colpa del governo se piove, è colpa del governo se non arrivano gli ombrelli”.

IM1923: Presidente, secondo lei esiste un progetto che ha come obbiettivo quello di "tenere" l'Imperia in categorie infime? Gli autori di questo progetto, se esiste, non metterebbero a rischio la loro popolarità e il loro consenso, ampiamente dimostrato dalle recenti elezioni?G.P.: No, non c’e’ nessun progetto del genere. C’e’ solo tanta tantissima mediocrita’ ed ignavia.

IM1923: Dopo la sua uscita di scena, l'Imperia è passata nelle mani di personaggi discutibili, come Piro, Vincenzi, Montali e gli uomini della Trade line: si poteva evitare questo scempio? Se si, come mai non è stato fatto?G.P.: Si poteva largamente evitare se ci fosse stata una efficiente cabina di regia comunale, i fatti sono li a dimostrarlo.

IM1923: Lei è passato dall'altare alla polvere in un batter d'occhio, uno sport tipico dalle nostre parti: come l'ha vissuto?G.P.: L’ho vissuto innanzitutto come una grande ingiustizia. Poi ho capito la lezione che la vita mi stava dando, ed il fatto di viaggiare per lavoro mi ha aiutato. Come diceva Piovene, viaggiare è sempre un atto di umiltà.

IM1923: Qual è il suo rapporto con i media locali?G.P.: Ho avuto rapporti buoni con tutti, ma i giornalisti sono dei sopravvalutati. Gli altri fanno i fatti, loro pensano solamente a raccontarli.

IM1923: Cosa si rimprovera, a distanza di anni, come Presidente nerazzurro? Che errori pensa di aver commesso?G.P.: Io non credo di aver fatto grandi errori nella mia veste di Presidente dell’Imperia Calcio, ripeto: dell’Imperia Calcio. Ho fatto alcuni errori nella mia attività di imprenditore, ma non col calcio, perché con l’Imperia, oltre a metterci cuore e passione, ho dato davvero il meglio di me come organizzatore, trascinatore e anche come innovatore.

IM1923: So che lei segue sempre da vicino le vicende nerazzurre, da qualsiasi parte del mondo si trovi: anche per lei, come recita una canzone dei Samurai Ultras Imperia, "questa è una malattia che non va più via..."?G.P.: Si certo, come ben sapete, l’amore per la propria squadra è l’unica cosa che non si cambia mai nella vita.

IM1923: In molti glielo hanno chiesto: sarà mai possibile rivederla nella sede di Piazza d'armi?
G.P.: Si, credo di si. Quando le mie cose prenderanno la piega che devono prendere, busserò ancora a quella porta.

Nessun commento: