mercoledì 28 ottobre 2009

Le interviste di IM1923. Giuseppe Cipolla parte 1°


Comincia oggi una lunga intervista all'ex Presidente nerazzurro Pino Cipolla

IM1923: Qual è l'episodio che le piace ricordare di più della sua esperienza da Presidente nerazzurro?G.P.: Mi ricordo tutto con grande piacere, anche le sconfitte che sono sempre salutari, e poi, per dirla tutta, da Presidente sono stato veramente felice.
Ero me stesso, davo tutto me stesso, e ricoprivo con passione anche il ruolo di psicologo, allergologo, sommelier, censore dell’abuso di cellulari, motivatore, confessore, animatore, medico d’urgenza, buttafuori, centralinista, barzellettiere, terapeuta, amicone, valvola di sfogo, sensitivo, maestro di bon ton e direttore sportivo (ancorche’ dilettante).
IM1923: I suoi allenatori: Adriano Pisano, Flavio Ferraro, Marcello Pallini e Giorgio Benedetti. Un suo pensiero su tutti e 4.G.P.: Adriano PISANO: E’ mio amico da quando eravamo ragazzi. Quando allenava il Ventimiglia, ci diede una rumba indimenticabile al Ciccione Forse la piu’ bella squadra avversaria che io abbia mai visto fare calcio, sembrava il Barcellona di oggi. Presi lui come allenatore, e anche qualche suo giocatore, ma all’Imperia non riusci’ a ripetere quel miracolo. Io gli voglio molto bene, soffrii molto quando lo dovetti esonerare dopo la sconfitta col St Vincent. Ma ciò non toglie che sia l’allenatore con maggior visione dalla panchina che io abbia avuto.
Flavio FERRARO: Rimasi molto colpito dalla voglia che aveva di sedere sulla nostra panchina. Quell’anno infatti ci salvammo soltanto grazie a lui, perchè faceva, da vero ginnasiarca, allenare i giocatori tutti i giorni a tutte le ore, anche durante le vacanze di Natale, in maniera intensissima. Recuperammo insomma proprio sul piano fisico. L’anno dopo invece arrivo’ decimo, se ricordo bene, pur avendolo dotato in estate di un organico importante, e mi convinsi che Ferraro era l’allenatore giusto per salvarsi, per lottare coi denti per il punticino, un po’ meno per cavalcare in testa un campionato di vertice.
Marcello PALLINI: ottima persona, preparata, competente, di buon spessore culturale. Non aveva ancora il “nome” per la panchina della prima squadra, l’ambiente era scettico su di lui, quantunque avesse fatto bene con la Juniores, ma in realta’ lui era piu’ bravo di quello che l’ambiente gli riconosceva.
Gli diedi autonomia e visibilita’. Sono rimasto amico come lo si è con gli amici veri, poche smorfie e abbracci sinceri quando ci vediamo. L’allenatore piu’ umano che io abbia avuto.
Giorgio BENEDETTI: l’anno prima seguii la Sarzanese che stava scalando fulminea la classifica da quando aveva preso lui come trainer, lo andai a cercare con discrezione a Sarzana, e mi fece un’ottima impressione. E’ un allenatore corretto e professionale, una persona simpatica e rispettosa dei ruoli. Per di piu’ faceva giocare bene la squadra, si lo so aveva fior di giocatori ma non basta avere i giocatori, bisogna anche saperli mettere insieme, e lui lo fece benissimo. In assoluto, l’allenatore piu’ completo che io abbia avuto.

IM1923: Il calciatore nerazzurro che più ha amato.
G.P.: Roberto Iannolo, e non c’e’ bisogno che spieghi il perche’. Come Moratti con Recoba, o Mantovani con Mancini o Agnelli con Platini, i presidenti si innamorano sempre di un talentuoso numero 10. Iannolo è stato un violino solista di prima fila, un Salvatore Accardo per intenditori, ed anche un bravissimo ragazzo, uno dei pochi che mi è stato lealmente affezionato anche nei tempi bui.

IM1923: Il calciatore e l'allenatore che avrebbe voluto portare in nerazzurro.
G.P.: Arrivai ad un pelo da prendere Tiribocchi, che adesso fa gol in serie A, dopo averlo visto a Nava in una nostra amichevole con la primavera del Torino. Parlai quell’estate con Simone Inzaghi, eravamo in C2, e non se ne fece niente perche’ eravamo solo dei neo promossi. Ma da sampdoriano rimpiango di non aver avuto rapporti con la Primavera della Samp, avremmo potuto far germogliare qualche talentino blucerchiato. Come allenatore, avevo stima di Cichero, perche’ era odiatissimo ma è stato un grande allenatore, e mi piaceva la grinta e la purezza calcistica controcorrente di Paolo Sollier. Uno che diceva ai suoi giocatori che entravano in campo: “vai e libera i tuoi sogni”, una frase che sembra una poesia di Saba o di Prevert.

IM1923: Il suo migliore ed il peggiore acquisto da Presidente dell'Imperia
G.P.: Il mio miglior acquisto è stato Michele Sbravati: una persona dall’intelligenza superiore, un vero capitano, un leader dentro e fuori, un signore. E anche Massimo Peluffo, che Sbravati stesso convinse a venire da noi. Una persona perbene, un giocatore generoso, un esempio di dedizione e di attaccamento al proprio lavoro.
Il mio peggior acquisto ? Fu indubbiamente Carrettucci, strapagato al Pescara (e i loro dirigenti mi sfottono ancora adesso) ebbe un rendimento mediocrissimo, peccato perche’ era un buon centravanti ma poco adatto al nostro gioco, io sbagliai a non farlo valutare prima da un tecnico di fiducia.

IM1923: Quale arbitro ricorda di piu’?G.P.: Mi ricordo di aver visto al Ciccione tre bravissimi arbitri: un giovanissimo Tiziano Pieri, che correva come una gazzella, piu’ e meglio dei giocatori in campo!, il sig. Puliti di Ancona, un ottimo arbitro che ci diede (giustamente) un rigore contro alla fine nella partitissima al Ciccione con il Sant’Angelo, fu l’unica volta in cui andai a complimentarmi col direttore di gara nel camerino e gli dissi che avrebbe fatto una grande carriera (invece pare che non la fece), ed il terzo è Romeo di Verona, con cui vincemmo in casa, e che mi colpi’ nella direzione di gara per essere un arbitro finissimo, infatti oggi arbitra in serie A.

IM1923: Quale Presidente avversario ricorda particolarmente ?G.P.: Ricordo il pittoresco presidente della Valenzana, Omodeo, ricordo la cortesia del Presidente della Colligiana che battemmo in trasferta alla prima giornata di campionato con gol di Alfano, e che ciononostante mi offri’ champagne, ricordo Aldo Spinelli che si fermava da me a Pontedassio retour dal tavolo verde di Montecarlo e se aveva vinto mi prometteva un’amichevole col Genoa, ricordo soprattutto la cortese amabilita’ e signorilita’ di Paolo Mantovani, quando andai da lui a Genova per organizzare l’amichevole dal Ciccione della Samp, il giorno del debutto assoluto di Veron in Italia.
L'intervista continua domani

4 commenti:

Murillo ha detto...

In bocca al lupo!!

Anonimo ha detto...

Bell intervista in1923! Ma c è una cosa che non mi torna e non so se altri l hanno notata: Paolo Mantovani è mancato nel 1993 o forse 94...l amichevole al Ciccione con la Sampdoria è dell estate 97!!! Al limite Cipolla ha parlato col figlio Mantovani,che mi sembra all epoca alla guida della società. Giusto per la precisione...

Anonimo ha detto...

"Sempre in Nord" ha ragione. Andai a parlare con Paolo Mantovani a Courmayeur dove lui era in vacanza, mi promise l'amichevole e mi disse che avrebbe mandato Arnuzzo a vedere il campo. Cosi fece, Arnuzzo venne e trovo' un campo di patate e sconsiglio' l'amichevole finche' non avessimo aggiustato il campo. Subito dopo, Paolo Mantovani mori'. L'anno dopo, o forse due anni dopo, andai in sede a Genova da suo figlio, raccontandogli l'accaduto, e lui organizzo' - in memoria della promessa fattami da suo padre- l'amichevole in agosto.
Dunque, è vero che fu Mantovani junior a decidere l'amichevole, ma l'imprinting fu del grande Paolo.
Saluti a tutti. Pino Cipolla

gila ha detto...

è sempre un piacere leggere chi parla di calcio con cognizione di causa ed amore per i nostri colori. Presidente, torni presto con noi!