sabato 2 giugno 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1982/1983. SERIE C2

STAGIONE 1982/1983. SERIE C2
La stagione 1982/1983 segna l’inizio dell’avventura del nostro gruppo.
Lo striscione, lungo dieci metri, blu con i bordi neri, la scritta “ Samurai “ bianca, un elmetto nero in mezzo e la data 1982 sul fianco, fa la sua prima apparizione domenica 31/10/1982 in occasione dell’incontro casalingo con il Casale.
Per quale ragione la scelta del nome del nostro gruppo è caduta su Samurai? Bisognava cercare un nome originale, non i soliti “Boys”, “Commandos”, “Brigata” o “Fossa” di moda all’epoca.
La scelta è caduta sul nome di questa famosa casta di guerrieri giapponesi, valorosi e custodi di un proprio codice d’onore che, oltre il comportamento sul campo di battaglia, ne regolava anche la vita spirituale e terrena. I Samurai (o “bushi”che letteralmente significa “uomini che combattono”) erano al completo servizio del loro padrone e per lui erano pronti all’estremo sacrificio: il nostro unico padrone, per il quale combattiamo e combatteremo, sono i colori nerazzurri.
Lo striscione, battezzato da una fumogenata tricolore verde bianco e rossa, è collocato sul lato destro della gradinata Nord, affiancato da quello centrale “Ultras“ (la scritta completa è “ L’Imperia è una fede, gli Ultras i suoi profeti”) e da “Los aficionados” sulla sinistra. Presenti anche gli striscioni “Imperia club Bar Giorgio” e “Imperia club Bar Carlo “.
L’esordio è vincente. Uno a zero contro coloro che entreranno nel novero dei nostri nemici storici: i “Boys” nerostellati, presenti al “Ciccione” in una trentina e saranno l’unico gruppo Ultras che metterà piede nella nostra città in tutta la stagione. Dopo novanta minuti d’insulti reciproci c’è un tentativo di contatto a fine gara, sedato dalle forze dell’ordine.
Il momento per noi è importantissimo, poiché segna una sorta di passaggio di consegne con gli storici gruppi del passato, “Commandos” e “Ultras Boys “. La situazione ambientale è molto diversa da quella dei gloriosi anni ’70: la città, dopo le recenti delusioni, si è disaffezionata alla squadra, lo stadio è frequentato mediamente da seicento spettatori, ben lontani dai tre/quattromila e talvolta più, degli anni della promozione in serie C e degli spareggi per l'approdo in serie C1.
Cerchiamo, nonostante tutto, di ricreare qualcosa nella Nord: realizziamo un adesivo che riprende una scritta che campeggia sul muro esterno della gradinata (“Il sangue del nemico sprecato non sarà, anche il conte Dracula è dell’Imperia Ultrà“) ed apriamo il primo tesseramento.
Per l’organizzazione delle trasferte, nelle quali il nostro striscione viene sempre esposto, ci appoggiamo preferibilmente agli Imperia club “Bar Giorgio” e ” Bar Carlo“ con l’aiuto, talvolta, dell’emittente radiofonica locale “Radio Progetto”. Alcune sono obiettivamente impossibili: il girone comprende anche diverse squadre sarde, il Civitavecchia ed il Foligno.
Ad Asti, il 7/11/1982, ci facciamo notare con un principio d’incendio provocato dalle torce da noi lanciate, prima del fischio d’inizio, sull’erba secca ai bordi del terreno di gioco: devono intervenire gli addetti allo stadio e sono minuti di tensione, con le forze dell’ordine che non apprezzano molto l’improvvisato rogo.
Domenica 28/11/1982 si parte in treno alla volta della Spezia. Il clima non è certo simile a quello che incontreremo diciotto anni dopo: poco pubblico per uno Spezia in piena crisi societaria.
La domenica successiva, il 05/12/1982, ci rechiamo, ancora in treno, a Tortona, dove incontriamo per la prima volta i “Lions Supporters”, con i quali non ci sono screzi, nel segno del reciproco rispetto.
A Savona, il 27/02/1983 assistiamo ad un derby tranquillo, nel rispetto di una sorta di patto di non belligeranza con gli “Ultras Savona”, siglato anni prima, in funzione anti-matuziana e anti-toscana. I problemi, semmai, nascono con le forze dell’ordine che non tollerano il lancio di alcune torce, dal settore superiore della tribuna dove siamo assiepati, verso il terreno di gioco e la panchina savonese.
Domenica 13/03/1983, a Casale, le vecchie ruggini tornano a galla, aiutate dall’infelice scelta di farci mettere nello stesso settore (distinti) dello stadio “Palli”: il dopo partita è contraddistinto da una sassaiola da una parte all’altra del fetente canale Lanza, dove è parcheggiato il nostro pullman. Pullman che, dopo mezz’ ora, scortato, può dirigersi verso il casello autostradale.
L’ultima trasferta dell’anno ci porta, domenica 22/05/1983 ad Alessandria, nello splendido “Moccagatta”, che mostra un bel colpo d’occhio nella curva grigia. L’ insperata vittoria permette alla nostra squadra di cogliere due punti fondamentali per una salvezza che sarà raggiunta solo alla penultima giornata, con la società in grave crisi.
La classica invasione di campo “acchiappa maglie“ segna la fine della prima stagione del nostro gruppo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che emozione la nascita del gruppo e che sfide. In quegli anni, mi sarebbe piaciuto molto veder giocare Lombardi, dev'essere stato un grandissimo giocatore.
Guido