Riprendo da dove avevo interrotto, ovvero dall'analisi delle motivazioni per le quali siamo arrivati alla situazione attuale.
Sicuramente, come dice "Portorino" (il quale mi sembra persona molto equilibrata, e quindi molto indicata per condurre una discussione costruttiva, eventualmente anche in altra sede), la Dirigenza nell'estate 2012 avrebbe potuto scegliere di fare uno o più passi indietro, rinunciando alla Serie D per partecipare ad un Campionato di livello inferiore e, per la verità, nella mente di Marco Alberti si era prospettata anche questa possibilità, combinata con l'eventualità di convogliare le risorse economiche, per quanto non faraoniche, sul Settore Giovanile. Tuttavia il confronto con gli altri membri "operativi" della Società (almeno in quel preciso periodo, collocato tra la fine di Giugno ed i primi di Luglio), portò alla decisione di proseguire l'avventura nella massima Serie dilettantistica, peraltro conquistata con grande fatica e sacrifici economici, e quindi "difficile" da abbandonare, per motivi di "orgoglio" personale (almeno credo), e per la ragione che, a partire dalla stagione 2014/2015, la FIGC ha programmato la riorganizzazione dei Campionati di "Lega Pro", con la creazione di una Serie C unica e la sparizione dell'attuale "Seconda Divisione", con la conseguenza di una probabile "spaccatura", a livello di qualità tecnica, tra le Serie professionistiche e la Serie D.
Come fare, allora, a disputare un Campionato impegnativo e dispendioso, con la consapevolezza di avere risorse economiche limitate? Ecco gli ingredienti di una "ricetta" innovativa, forse gustosa, forse indigesta...: un Direttore Sportivo debuttante in Serie D, tuttavia estremamente serio, competente e mostruosamente onesto + un allenatore debuttante in Serie D, tuttavia con alle spalle una carriera da giocatore di livello in Serie C e due anni di lavoro al fianco di Mancini e C. nella Samp dello scudetto e della Coppa Campioni, nonchè anni di militanza sotto la guida di tecnici come Guidolin ad Empoli, Ventura a Giarre, Specchia a Livorno, Cosmi ad Arezzo e, non ultimo, Pensabene a Crema...più un allenatore in seconda debuttante in Serie D, con esperienza di calcio ultra-dilettantistico, fidato "scudiero" e discreto gestore di spogliatoio (detto anche "Due di Picche"...) più un preparatore atletico a 360 gradi (nel senso che fa mille cose contemporaneamente!) con esperienze multi-disciplinari, un preparatore dei portieri ex professionista, con militanza da giocatore anche in Serie A e B più due giocatori over 30 più tre giocatori tra i 23 ed i 25 anni più una banda di ragazzi dai 21 ai 16 (!!!) anni...
Come minimo, in una situazione al limite come questa, sarebbe stato necessario concedere concedere tutto, e sottolineo tutto, il tempo necessario per amalgamare gli "ingredienti", per far sì che, partendo quasi da zero rispetto all'anno precedente, e con un budget quasi dimezzato, si potesse ottenere un prodotto accettabile, in altre parole dei risultati positivi, anche in considerazione dell'aggiunta "in corsa" di tre giocatori fondamentali, tra i quali un fenomenale "vecchietto" di quasi 40 anni...
Ecco, io, questa pazienza, su queste "pagine" e nei commenti in città, l'ho vista per poco tempo e, potendo testimoniare dall'interno dello spogliatoio, ho visto crescere piano piano l'ansia di ottenere quei risultati positivi che avrebbero appianato tutto, portando la gente allo stadio ed aiutando le asfittiche casse della Società e, magari, convinto qualche sponsor ad avvicinarsi a questi benedetti colori neroazzurri.
Sicuramente è facile parlare con "il senno di poi", ma dal punto di vista tecnico, la composizione dell'undici titolare sceso in campo nelle ultime partite, si discosta di pochissimo da quello che ho lasciato i primi giorni di Novembre, e ciò credo che voglia dire che, con il tempo necessario, il lavoro sul campo dà sempre i suoi frutti, con l'aiuto e la collaborazione di tutti, nuovi e vecchi, giovani e meno giovani.
E' altrettanto certo che, non volendo essere l' "avvocato difensore" di alcuno, non mi tiro indietro dallo stigmatizzare gli errori commessi da tutti i protagonisti di questa storia, a partire da chi si è impegnato a contribuire finanziariamente e poi si è tirato indietro, chi ha omesso di dire che i soldi erano finiti già in estate, chi si è messo alla finestra ad sussurrare il proprio disappunto fomentando le polemiche, chi ha cominciato a sparare "a zero" a prescindere, a chi ha "cavalcato" le sfortunate vicende della Prima Squadra per sfogare propri rancori personali, chi si è intestardito su determinate scelte, anche tecniche, a chi, pur avendone la possibiltà, non ha avuto l'animo di provare a correggerle...
-SEGUE-
Stefano Gaggero
1 commento:
Sto leggendo con interesse le tue considerazioni. E' tutto davvero interessante e condivisibile, non c'è che dire: io credo che però dovrebbero recepirlo soprattutto coloro che sono all'interno della stanza dei bottoni, perchè non mi pare che tutti abbiano remato sempre dalla stessa parte. L'impressione personale, ma anche di tanti altri, credimi, è che si sia navigato a vista e qualcuno all'interno abbia voluto fare qualche sabotaggio... se avessimo avuto la sensazione di unità d'intenti, ferma convinzione da parte di tutto il gruppo dirigente del "progetto" dichiarato ad inizio stagione e conseguente sua difesa ai primi inevitabili scricchiolii, ci sarebbe stato meno sceticcsmo... ed invece ecco lo scontro frontale tra il presidente ed il suo vice, che si gettano gli stracci addosso e via discorrendo, fino all'arrivo di "foresti", storicamente visti con sospetto. Questo ha creato questo clima di diffidenza, non le chiacchiere da bar o da blog.
Ci tengo a dire, anzi a ribadire, che i ragazzi componenti della squadra non sono mai contestati.
Il sottoscritto, i tifosi, contano relativamente... noi siamo per definizione spettatori, non i protagonisti. Abbiamo il dovere di pagare il biglietto o l'abbonamento, ma anche il diritto di applaudire o fischiare se lo spettacolo non ci piace... qui, invece, mi pare che se applaudi va tutto bene, se solo fai un fischietto vieni messo alla gogna o in croce...
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