lunedì 26 maggio 2014

La lezione del passato


Chi conosce la storia neroazzurra (quando avete tempo, dateci un'occhiata su Imperia calcio... storia di un amore) sa bene che questa è costellata da lunghi momenti di crisi societarie e di grandi difficoltà economiche, alternate con rari momenti di serenità di bilancio e di risultati positivi sul campo.
La situazione che stiamo vivendo nelle ultime due stagioni, è il copia/incolla di quella vissuta negli anni '50, quando la maggior parte di noi non era ancora nata.
Nella stagione 1950-1951 il neo Presidente Dottor Giuseppe Benci deve subito cercare di risolvere la crisi finanziaria nella quale è piombata la società neroazzurra. La dirigenza neroazzurra indice assemblee pubbliche, fa appelli alle ditte locali, ma le risposte non sono soddisfacenti: solo dalla Prefettura dà un aiuto economico, ma è troppo modesto per le necessità della squadra. Per tagliare ulteriormente i costi, sono lasciati liberi tutti i calciatori non imperiesi ed è allestita una squadra composta solo da ragazzi locali.
La stagione successiva, l'U.S. Imperia 1924, ancora iscritta al Campionato di Promozione Liguria, il corrispondente dell'attuale Torneo di Eccellenza, continua a trovarsi in cattive acque, per mancanza di mezzi finanziari.
L'Assemblea generale dei soci elegge Presidente Gianni Vaccari e, in qualità di dirigenti, altre sette persone, con il compito di sistemare i conti ed iscrivere la squadra al Campionato. Dopo una prima sottoscrizione tra i soci, si riesce ad iscrivere la squadra al Campionato di Promozione ma, dopo soli dieci giorni, i soci si dimettono in blocco. L'U.S. Imperia 1924, a due settimane dall'inizio del Torneo, senza dirigenti, senza mezzi e con un deficit di bilancio da ripianare. Una nuova Assemblea pone al vertice societario Abramo Riolfo, che organizza una seconda sottoscrizione e, con il contributo del Comune, che stanzia la somma di 600.000 lire, l'U.S. Imperia 1924 può iniziare il Campionato. Alla guida tecnica è chiamato un allenatore del settore giovanile, Lello Nante, affiancato da un Direttore Tecnico, Giuseppe Saglietto.
Lo stesso avviene nella stagione 1952-1953, col neo Presidente Abramo Riolfo che allestisce una squadra composta da giovani del posto ed allenatore è Libero Bartoli: l'U.S. Imperia disputa un buon Torneo e schiera, nelle ultime quattro gare, la squadra "Ragazzi", con Cesare Testera in panchina.
Stesso refrain nelle stagioni successive, con squadre fatte con giocatori del florido settore giovanile imperiese, i cosiddetti "Scevola Boys", così definiti in onore del loro allenatore, Pietro Scevola, bravissimo nella crescita dei giovani calciatori.
I Presidenti cambiano come mutande: da Abramo Riolfo, si passa a Piero Tropini, ad Enrico Lai, a Vincenzo Sbrizzi  ed a Carlo Rizzo, massimo dirigente nella stagione 1958-1959, quella della rinascita neroazzurra, con la promozione in Serie D.
Le successive undici stagione, l'U.S. Imperia 1924 gioca in Serie D, per poi ottenere una storica promozione in Serie C e disputare nella stagione 1970-1971 e la successiva 1971-1972 gare che sono entrate di diritto nella storia imperiese, contro Genoa, Udinese, Ascoli, Anconitana, Cremonese, Empoli, Piacenza, Ravenna, Rimini, Treviso, Venezia ecc ecc.
Il resto degli anni '70 e di buona parte degli anni '80 l'U.S. Imperia 1924 giocherà ancora in Serie D ed in Serie C2, prima della radiazione del 1987.
Qualcuno sarà crollato nel sonno più profondo, dopo aver letto questo "trattato" di storia neroazzurra, ma spesso è bene guardare al proprio passato per comprendere il presente e costruire il futuro.
Soltanto quando l'U.S. Imperia 1924 troverà stabilità societaria ed al vertice dirigenziale si pongono, con continuità, persone credibili, riesce a rivedere la luce. Alcuni nomi? Il Dottor Carlo Rizzo, l'Avvocato Arcangelo Musso, il Notaio Nicolò Temesio, il Dottor Angelo Duberti ed il Geometra Franco Lanteri. Sono i nomi dei Presidenti delle stagioni più belle della storia neroazzurra: loro, con la loro credibilità, la loro passione ed il loro portafoglio, con l'aiuto di un contributo comunale, talvolta anticipato, e quello degli stessi tifosi.
Si, anche i tifosi: nella stagione 1960-1961 i soci neroazzurri sono 350 che diventano 514 nella stagione 1962-1963. Alla vigilia della stagione 1969-1970, il Presidente Nicolò Temesio, per affrontare dei Campionati dignitosi e garantire una tranquilla copertura finanziaria, che faccia fronte agli onori di gestione, dice che c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Fa ricorso ad una sottoscrizione cittadina, con la creazione di cartelle da 2.000, 5.000 e 10.000 lire, messe in vendita negli esercizi pubblici e privati, a disposizione di coloro che vogliono contribuire alla causa neroazzurra. Lui ci mette la faccia, ed è una faccia credibile, e la città risponde... 
Ed ora? Quante stagioni dovremo penare prima di rivedere la luce? E noi? Aspettiamo la manna dal cielo, che mai scenderà?

3 commenti:

Gazza ha detto...

L'idea e' buona, gli esempi positivi non mancano e se ne puo' parlare e decidere di conseguenza. Ora e' necessario conoscere chi sta dall'altra parte, ovvero la societa', che si esprima anche lei su questo. Perche' non possiamo pensare di metter su qualcosa senza un discorso diretto con la societa' stessa.

Anonimo ha detto...

Fino a quando non azzerano i debiti di Alberti e C , io non ci metto un solo euro. Devono pagare per gli errori che hanno commesso

Gazza ha detto...

Anonimo delle 08.54, la situazione debitoria fa parte integrante del "discorso diretto", anche se non è l'unico punto.