martedì 9 giugno 2015

Le interviste di Im1923. Roberto Manitto

Come anticipato ieri, intervisto quest'oggi Roberto Manitto, mitico ex attaccante neroazzurro della fine degli anni '70.

IM1923:
Sei stato un idolo dei tifosi imperiesi, che ti inneggiavano al grido "Manitù Manitù". Spiega ai lettori più giovani del blog, cos'era giocare al "Nino Ciccione" alla fine degli anni '70
R.M.:Avevamo una squadra fortissima, in ogni reparto, una dirigenza adeguata, un allenatore che ricordo con tanto affetto (Bruno Baveni) ed una citta che ci seguiva e ci aiutava a vincere. Belin che bello!!!

IM1923: Terminata la carriera calcistica, sei rimasto ad Imperia: il legame con la nostra città è sempre forte.
R.M.:Vero, il legame che ho con la Citta di Imperia è forte: ho un figlio che vive qua con la madre, ho diversi amici "antichi" e nuovi, acquisiti in relazione all'attività che svolgo attualmente e tanti, tantissimi ricordi belli legati a quegli anni a cui fai riferimento.

IM1923: Tuo figlio Simone gioca nei Giovanissimi Regionali: che differenza riscontri nei settori giovanili rispetto a quando tu giocavi da "ragazzino"?
R.M.: Si, mio figlio gioca nelle giovanili. Differenze rispetto a quando giocavo io, tantissime!!! Oggi anche il calcio giovanile è caratterizzato e condizionato dai nuovi metodi comportamentali che si attuano in campo e fuori dal campo. Ritengo, comunque, che l'insegnamento che deve essere rivolto ai ragazzi deve certamente tenere  conto delle "novita", ma se un bambino non stoppa bene la palla, non calcia bene o non sa quali movimenti deve fare in campo, al di là delle proprie iniziative e del talento che esprime, non e colpa del bambino.

IM1923: Cosa dovrebbe fare la città di Imperia per aiutare la sua storica squadra del cuore?
R.M.: Cosa dovrebbe fare la città? Bella domanda: il calcio, prima di ogni altra cosa, è una passione. Da qui parte ogni cosa. Imprenditori locali, istituzioni e persone con tanta passione, potrebbero dare il via ad un nuovo ciclo che la città e l'Imperia Calcio meriterebbero. Difficile? Forse, sono impegni difficili da sostenere e difficili da mantenere, servono persone adeguate e capaci con tanta voglia e tanta passione. 

IM1923: Ad Imperia anni di scellerate gestioni e delusioni a ripetizione hanno incrinato in maniera che pare irreversibile il rapporto tra la gente di Imperia e la sua storica squadra: cosa bisognerebbe fare per cercare di ricreare quel forte legame che tu hai vissuto?
R.M.: Da tempo, mi sembra che l'Imperia Calcio sia in crisi, le difficoltà che ha avuto e che tutt'oggi ha, hanno origini diverse .
Una "grande " squadra nasce e vince se ha una "grande" società, una dirigenza capace, solida ed organizzata, che sappia organizzare il presente ed il  futuro .
E' ovvio che la solidità, e mi riferisco in particolare ai denari che una dirigenza può mettere a disposizione, sono determinanti  al fine di raggiungere determinati risultati in senso lato. Ma a volte non basta, le capacità, sempre in senso lato, dei singoli soggetti che dirigono, sono altrettanto determinante.
La gente di Imperia credo non avrebbe difficoltà a creare un legame forte simile a quello che ho vissuto io: per farlo hanno solo bisogno di credere e verificare che ci sono persone capaci, adeguate, organizzate, passionali, solide e con dei sogni da realizzare. Non è poco vero ? Cominciamo a cercare... e sperare...

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