giovedì 29 ottobre 2015

Il calcio e la morte dei valori sportivi

Amici tifosi neroazzurri. Volevo sottoporre alla Vostra attenzione una piccola riflessione sulle assurdità di questo mondo del pallone dove ormai a contare è solo il denaro e dove sono ormai stati messi nel dimenticatoio i valori sportivi. Prendo spunto dalla grottesca situazione nella quale si è venuta a trovare una nostra vecchia conoscenza, ossia il Sestri Levante calcio.
Ho seguito tramite Dilettantissimo e altri canali di stampa la loro situazione e devo dire che quanto accaduto loro è il sistema ideale per decretare la morte della passione per questo sport. I levantini, la scorsa stagione, dopo un ottimo finale di campionato (durato peraltro tantissimo) si erano conquistati sul campo la promozione al campionato di Prima Divisione. Immagino le feste in città per aver conquistato un traguardo sicuramente eccezionale per una piccola cittadina come Sestri e poi cosa succede? Che per iscriversi al campionato in questione occorre predisporre una fidejussione bancaria di 500.000 euro (un miliardo delle vecchie lire!!!!), cifra che, evidentemente, i dirigenti della società non sono in grado di sottoscrivere, e il risultato? Il Sestri Levante rinuncia alla promozione e si iscrive nuovamente alla D dove quest'anno è di nuovo protagonista.
Secondo voi cosa succederà alla fine di questa stagione? Raggiungeranno i play off e poi, malauguratamente, li perderanno oppure poco prima della fine della regular season cominceranno, malauguratamente, a perdere qualche partita? Con quale spirito i tifosi rossoblù continueranno a seguire la loro squadra?
Questo non è il calcio che vogliamo. Il calcio che ci fa pensare che, a meno di un miracolo, a Imperia non potremo mai più vedere quella serie C (a me piace ancora chiamarla così) che quelli come me un pò più avanti negli anni hanno avuto la fortuna di vedere per 6 o 7 volte e questo è assolutamente ingiusto. Se per bravura o fortuna riesci a mettere insieme una squadra che riesce sul campo a conquistare questo traguardo, per quale motivo bisogna rinunciare, non per mancati pagamenti di stipendi o per debiti verso fornitori, ma per non essere in grado di presentare una garanzia preliminare? La trovo francamente una ingiustizia abnorme e mi auguro che si trovino quanto prima soluzioni alternative come porre un tetto agli ingaggi dei giocatori di quella categoria che, molto spesso, vengono retribuiti con cifre che non esito a definire scandalose e un insulto al buon senso nella situazione di crisi di questo Paese.
Un saluto neroazzurro.
Portorino

1 commento:

bellifuori ha detto...

L'intenzione di eliminare il calcio di provincia o di basso livello è risaputo da un po' di tempo, basta vedere come si comportano i mafiosi che gestiscono l'UEFA e fare poi un piccolo calcolo per scoprire da che razza di gente viene gestito il mondo del pallone. Questo calcio ci fa skyfo!!