lunedì 29 giugno 2020

No tifo, no party

Il ritorno dell'Imperia 1923 era atteso da sette lunghissimi anni da tutti, soprattutto dalla tifoseria organizzata neroazzurra, che potrà (restrizioni Covid permettendo) confrontarsi, al "Nino Ciccione" e in trasferta, con le tifoserie organizzate di altre squadre, alcune delle quali storiche rivali o amiche.
Non è ancora stato formalizzato da quali squadre sarà composto il nostro girone (chi sa la data vera o indicativa lo dica in sede di commento a questo post) ma pare quasi certo che potremmo forse rivedere le tifoserie Ultras di Derthona, Savona, Sanremese e Casale e, magari, qualcuna inedita. Insomma, una bella differenza dopo anni di nulla cosmico, eccezion fatta per quelle di Sanremese, Albenga e Sestri Levante, le uniche due viste al "Nino Ciccione", dal 2013 a oggi.
Ma siamo poi sicuri che le rivedremo?
Secondo alcuni famosi epidemiologi gli stadi potrebbero rimanere vietati al pubblico addirittura per un anno e mezzo. "A meno di miracoli, dovremo privarci a lungo di questo piacere" concorda il virologo italiano Roberto Burioni.
Ma il calcio non può privarsi così facilmente del rumore generato dagli spalti gremiti. L'ambiente surreale generato dal silenzio è capace di generare prestazioni al di sotto delle normali capacità. Atleti e allenatori si nutrono dell'energia emanata dalle persone che circondano un campo da gioco, basti leggere le dichiarazioni rilasciate all'unisono dai primi quattro riconfermati dall'Imperia, l'allenatore Alessandro Lupo ("il pubblico del "Ciccione" da grande entusiasmo ai ragazzi in campo"), il centrocampista Davide Sancinito ("a Imperia ho trovato una tifoseria fantastica, voglio giocare la serie D con questa maglia perché sono sicuro che tutto l'ambiente sarà magico e una piazza come Imperia la merita assolutamente") e gli attaccanti Edoardo Capra ("sono felice di aver vinto il Campionato con l'Imperia, la Serie D la volevo assolutamente giocare con questa maglia perchè la meritano questa città, i tifosi, l'ambiente e tutte quelle persone che ogni domenica vengono a sostenerci") e Luca Donaggio ("rispetto a tutte le squadre che mi hanno contattato, ho voluto dire di no, anche dispiaciuto, ma è bello giocare a Imperia perchè vivi l'entusiasmo dei tifosi, è una piazza molto calda, respiri il calcio).
Con gli spalti deserti, senza il cuore pulsante di questo sport popolare, che senso ha giocare?
Ma non solo per colpa delle restrizioni "Covidpendenti"... nelle ultime stagioni, le rare volte che c'erano delle squadre con una tifoseria organizzata alle spalle (le sopra citate Sanremese, Albenga e Sestri Levante) il Questore di turno o ha impedito il loro accesso al "Nino Ciccione" (e il conseguente divieto degli Ultras imperiesi di recarsi in trasferta) o ha limitato a numeri risibili e con restrizioni abnormi la loro presenza.
Accadrà lo stesso, qualora si giocasse a porte aperte? Ne siamo quasi certi, e questo sarebbe l'ennesima sconfitta per tutti, di chi vorrebbe sfidarsi da una curva all'altra, di chi vorrebbe assistere a gare dinanzi a spalti gremiti e degli stessi che, chiudendo le curve, dimostrerebbero la loro incapacità di garantire un servizio d'ordine adeguato per simili eventi.

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