venerdì 27 agosto 2021

La rivoluzione

 Un lettore matuziano del blog, mi ha scritto questo.

Anche se rivale mi capita di leggere con piacere questo blog e le varie discussioni che si creano. Visto che tempo fa avete parlato dell'ingiustizia di un girone A della serie D senza promozioni o retrocessioni, volevo segnalarvi questa probabile novità della prossima stagione 

Il presidente della F.I.G.C., Gabriele Gravina, vuole dare uno scrollone al sistema per riequilibrare la distribuzione delle risorse economiche. E ha previsto la nascita di serie C elite e serie D elite. Ma dalle Leghe arrivano veti incrociati.

“Tre livelli di professionismo non sono più sostenibili, quindi ho proposto una fusione tra serie B e serie C”. Parole di Gabriele Gravina, che sta seriamente pensando di dare uno scrollone al sistema calcio. Il presidente della F.I.G.C. è in una posizione di forza, reduce dalla vittoria della Nazionale agli Europei che ha consolidato la sua leadership. In questo momento può permettersi di tirare la corda, anche se all'interno del Palazzo le resistenze non mancano.

Riassumendo: l'obiettivo di Gravina è assicurare stabilità alle società. Quindi ha proposto al consiglio federale una serie A con 18 squadre anziché 20, una riduzione del numero di promozioni e retrocessioni tra le varie Leghe e una rivisitazione di tutta l'impalcatura organizzativa.

“Ci sono club che spendono più di quello che possono per non scendere di categoria” è stata l'argomentazione del presidente, che ha messo in luce un dato: “riguardo la ripartizione delle risorse economiche, il rapporto tra serie A e serie B è 1 a 8 e quello tra B e C addirittura 1 a 10. Questo divario non può più esistere”. Da quest'analisi nasce la bozza di riforma con due retrocessioni dalla A, due dalla B e 3 dalla neonata C Elite.

La nuova Lega di B avrebbe dentro la B attuale (18 squadre) e la C Elite (16 squadre). Resterebbe poi una serie C semiprofessionistica con 36 squadre (due gironi da 18), quindi una serie D Elite, intermedia tra i dilettanti e la C.

Molto complesso soltanto a pensarlo e scriverlo, figurarsi a metterlo in pratica. Gravina, in ogni caso, vorrebbe dare il via alla rivoluzione già dalla prossima stagione, la 2022/23, per contenere i costi e suddividere in maniera più equa le risorse.

Molti dettagli sono ancora nebulosi, il che non consente di analizzare in profondità il progetto. Di sicuro c'è che la serie C, per bocca del presidente Ghirelli, ha detto no. E la Lega Nazionale Dilettanti, dopo un sondaggio del Dipartimento Interregionale con le società iscritte, è arrivata alla stessa conclusione: il riassetto così com'è, non può passare.

Al di là dell'aspetto strutturale, c'è anche un risvolto pratico che interessa molti club. Chi vince il campionato 2020/21, dove giocherà il prossimo anno? Da che mondo è mondo, le riforme si fanno a medio termine e non a pochi mesi di distanza dalla loro entrata in vigore. Dalla L.N.D. filtra una rassicurazione: non ci saranno amare sorprese per chi si classificherà al primo posto nei nove gironi di serie D. Quelle squadre saliranno di categoria, senza se e senza ma. Un concetto chiaro, semplice, che non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione, a prescindere dalla necessità di redistribuire i soldi con maggiore criterio. Un concetto che verrà ribadito anche a Gravina, il quale nei prossimi giorni avrà una serie di incontri con i rappresentanti della L.N.D.

Ne tirano fuori sempre una nuova, comunque non saprei ancora dare un giudizio sulla positività o meno. Resta la certezza di un calcio che gira sempre più intorno al denaro e sempre meno intorno alla passione. 

Saluti, un Matuziano

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per entrare in vigore già dal 2022-23, e quindi sortire i suoi effetti già dalla stagione che sta per iniziare, la riforma doveva essere approvata entro il 20 agosto. Così non è stato e dunque, salvo colpi di scena, per quest'anno tutto resterà come sempre. Occorre anche ragionare sul fatto che la suddetta riforma prevedrà, a regime, 24 promozioni dall'Eccellenza alla nuova Serie D, contro le attuali 36. Non solo quindi verrebbero aboliti gli spareggi nazionali, che peraltro non si disputano già più dal '19 causa Covid, ma occorrerà ridefinire gli organici dei vari Comitati Regionali, che nel frattempo sono stati scriteriatamente allargati già dall'anno scorso. Insomma, un bel rebus.

im1923 ha detto...

Pare ovvio che questa rivoluzione, qualora venisse approvata, non potrà essere messa in pratica dalla prossima stagione, ma su una cosa sono d'accordo con Gravina: occorre una bella sforbiciata delle squadre, a partire dalla Serie A che, a mio avviso, dovrebbe essere a 16 squadre, come ai vecchi tempi.
Secondo me dovrebbero fare due gironi di C, sempre a 16 squadre e operare un bel taglio delle squadre di Serie D: se penso che quest'anno ne faranno parte addirittura 170 squadre mi pare una vera assurdità. 8 gironi di 16 squadre sono pure troppi.
Soprattutto, chi sbaglia deve pagare veramente: assurdo quello che è successo quest'anno, con tutti i verdetti del nostro girone azzerati. Il Gozzano ha rinunciato? Cazzi loro, ricominciano dall'ultima serie disponibile.
Non hai l'impianto calcistico nella tua città? Non ti iscriviamo. Addirittura, io sono dell'idea che chi non ha un impianto sportivo in erba naturale non dovrebbe partecipare... il calcio in erba sintetica è un'altro sport...
Ma tanto non succederà nulla, vuoi che nella massima serie rinuncino ai soldi dei diritti TV di 8 partite in più? Vuoi che in Serie C e Serie D rinuncino a una quarantina di tasse di iscrizione e fidejussioni in più?

Anonimo ha detto...

Io riformerei la C2 altro che tagliare.. inoltre metterei un limite massimo agli stranieri