lunedì 2 aprile 2012

Lamento per Niclo

Ciao Niclo,
“Tarderà molto a nascere, se nasce”, confesso che volevo cominciare cosi la mia lettera a te, come il Lamento di Garcia Lorca per il torero Ignacio caduto nell’arena.
Perché nella tua vita e nella tua morte ci sono forti tracce di quell’orgoglio e di quella stessa passione sportiva, ma ho lasciato stare perché il toro lo portavi dentro finché t’ha incornato e alla fine in apparenza ha vinto lui.
Ma hai scritto una vita piena di cose, di speranze, di fatti, di cuore. Come quando facevi il Presidente dell’Imperia ed io, giovane sponsor, ti ero vicino e respiravo le tue decisioni di oculato gestore.
Sono stati i Presidenti come te quelli che hanno onorato il calcio, Niclo: ricoprendo il ruolo per pura passione, ed ammantandolo con la giusta ruvidezza per difendersi dai lupi.
Pensarlo, ripensare a quegli anni, mi fa sentire oggi, più saggio, complice e felice.
Sono infatti gli sportivi come te gli abitanti del mio cuore, Niclo, perché, anche se lontano, porto la memoria sempre con me in valigia.
Ancora adesso ripenso alle tante partite viste insieme, alle tante discussioni, alle cene da Nannina: un altro filo, robusto, di quelli che mi sono rimasti tra le mani e il cuore.

Ciao Luca,
Mi sono molto commosso alla notizia della morte di tuo padre.
Vedi, morire è come aprire una porta e chiudersela dietro. Chi è senza chiave non entra.
“Le jardin rest ouvert por ceux qu’ils ont aimé” come disse un poeta.
Niclo l’ha trovato aperto. E’ passato.

Pino Cipolla
New York



Nessun commento: