giovedì 27 dicembre 2012

Il ricordo di Francesco Garibbo

Qualche giorno fa, sono stato contattato via email da un ex calciatore neroazzurro, protagonista della splendida cavalcata che portò i ragazzi di Luciano Dagnino a vincere il Campionato Berretti, nella stagione 1973/1974, il massimo Campionato giovanile nazionale.
Ora uno di loro, Francesco Garibbo, mi ha contattato e raccontato alcuni annedoti di quella indimenticabile squadra e della sua breve ma intensa carriera con la nostra casacca.

Sono Francesco Garibbo, giocatore di quella squadra che raggiunse uno storico obbiettivo, la vittoria del Torneo Berretti della stagione 1973/1974.
Noi componenti di quellla formazione siamo rimasti abbastanza legati fra di noi ed ogni 3 anni organizzavamo una rimpatriata con dirigenti e giocatori, iniziativa che ho intenzione di riproporre il prossimo settembre o ottobre dovremmo rivederci (vi terrò informati), e qualcuno di noi ha conservato quasi tutto il materiale di quella stagione fantastica, che vedrò di farvi avere.
Sabato scorso mi sono fermato a chiacchierare con Ettore Gazzano, mio compagno di squadra della Berretti e dovreste sentire come si emoziona ancora quando parla di quella splendida stagione (lui che, in seguito, avrebbe indossato maglie importanti in molte categorie superiori!).
Vi racconto un episodio capitato nei quarti di finale: primavera 1974, gara di ritorno a Monsummano Terme, vicino a Montecatini Terme, contro la Valdinievole. Risultato dell' andata 2-1 per noi: loro sono una squadra tosta ma noi ci siamo dimostrati micidiali in trasferta nei sedicesimi e negli ottavi, vincendo 3-1 a Cossato (2-2 in casa) e 2-1 a Cantù (2-0 in casa).
La gara si mette subito bene per noi: andiamo in vantaggio col solito Ottonello e le azioni da rete si susseguono da una parte all'altra. Nella ripresa metto al sicuro il risultato con un gol veramente bello: scambio sulla fascia sinistra tra Mareri ed Ottonello, la sfera giunge a Bracco che effettua un cross preciso al limite opposto dell' area. Stop di petto e sinistro di collo pieno a fil di palo: 0-2 per noi!
Nel finale loro attaccano a testa bassa ma la nostra difesa concede ben poco: al fischio finale la nostra gioia incontenibile prosegue negli spogliatoi... siamo già fra le quattro squadre più forti d'Italia!
Usciamo dagli spogliatoi e ci dirigiamo verso il pullman, quando vediamo un nutrito schieramento di tifosi della squadra avversaria, di cui non conosciamo le intenzioni, che ci sta aspettando. Ci avviciniamo ed i sostenitori del Valdinievole sono in numero sempre maggiore. Mentre chiedo un parere della situazione ad un compagno di squadra, parte un lungo applauso al nostro passaggio... non vi dico quanto mi faccia piacere, ancora oggi, pensare a quel gesto così sportivo da parte degli avversari...
Qualche settimana prima, il 3 febbraio 1974, fui convocato per la trasferta di Sestri Levante, credo come premio per la mia doppietta realizzata al "Bacigalupo" contro il Savona Berretti (2-4 per noi, grazie, appunto, ad una mia doppietta ed alle reti di Ottonello e Catroppa).
Ero emozionatissimo per la mia prima convocazione in "prima squadra"... chiaramente andai in panchina, ma per me era il paradiso. Andammo in vantaggio al 45', grazie ad un rigore trasformato da Stefano Dalmonte.
Sestri Levante era, a quei tempi, un campo molto ostico: in men che non si dica cominciò a piovere di tutto in campo e contro la panchina protetta (si fa per dire) da ondalux di plastica. Nella ripresa Sacco ed Orcino ribaltarono il risultato e noi riuscimmo a lasciare il "Sivori" senza danni fisici.
Al ritorno il pullman si ruppe e, assieme a Giovanni Geremia e Giovanni Ottonello, facemmo l'autostop e raggiungemmo Imperia Ovest a bordo di un TIR... c'era l'austerity e le macchine di domenica non giravano!
Non entrai in campo, come detto, ma mi sentivo così parte di quella società in cui si respirava calcio vero anche negli allenamenti settimanali.
Dopo vari anni trascorsi in molte società delle province di Imperia e Savona, tornai nella neonata Imperia '87. Fino all'anno prima militavo in categorie superiori, ma alcuni dirigenti fecero leva sui sentimenti e mi convinsero al tesseramento in Terza categoria: la mia avventura terminò bruscamente, dopo aver disputato soltanto 3 partite.
Mio padre Melù (Bartolomeo Garibbo, per tutti Melù), calciatore (per 9 stagioni, nell'immediato dopoguerra) ed allenatore neroazzurro, sia delle giovanili che della prima squadra (nella stagione 1958/1959 culminata con la promozione in Serie D ed in quella 1959/1960) mi aveva trasmesso un amore ed un rispetto incredibili per la casacca neroazzurra!
Grazie a Francesco Garibbo, che ha voluto aprire il libro dei suoi ricordi: per me è sempre un piacere leggere queste storie di un calcio che, purtroppo, non c'è più e, pertanto, per l'ennesima volta, lancio l'appello a tutti voi a contattarmi per raccontarvi le vostre storie di nero ed azzurro vestite.

3 commenti:

Lello ha detto...

I colori prima di tutto !!!

luca ha detto...

OO Cecco vai a lavorare cinghiale!!!!!!!! :-)

Anonimo ha detto...

Cecco una carriera "fulminante": prima fulminavi i portieri ora fulmini i tordi !!