Mal comune, nessun gaudio

Nel post di ieri si parlava, tra le altre cose, del modo in cui si potevano convogliare delle risorse (economiche e non) per far crescere la società nerazzurra, coinvolgendo gli imperiesi in quella che è la storica società calcistica cittadina.
Mi ha fatto giustamente notare un lettore del blog un particolare non di poco conto: molti, imprenditori e commercianti cittadini, fino a quando ci sara' questa "guerra" tra le due società che operano in città, non aiuteranno nessuna delle due.
Le motivazioni sono semplici e condivisibili: per non far torto a nessuno non danno niente a nessuna delle due o, al limite, danno le briciole a tutti e due.
Questo è un aspetto da non sottovalutare: i possibili ingressi in societa' sono frenati dalla paura di non compromettere amicizie e rapporti di lavoro con l'altra sponda... ricordate che tempesta in un bicchier di... latte era scoppiata in occasione della sponsorizzazione dell'azienda "Latte Frascheri"?
Quindi si corre il rischio di essere soli se non, addirittura, male accompagnati.
Questo non è un desiderio di fonduta, ma un'analisi condivisibile e veritiera.

E che dire dell'annunciata mazzata alle società sportive imperiesi da parte del Comune?

Come riportto ieri da sanremonews.it da Diego David "Sono state definite dal Comune di Imperia le nuove tariffe d’uso degli impianti sportivi cittadini. Il sindaco Paolo Strescino che ha mantenuto la delega allo sport ereditandola dall’ex vicesindaco Marco Scajola, aveva annunciato la “rivoluzione” (in alcuni casi come in quello del nuovo campo di atletica l’uso era gratuito) già in occasione della conferenza stampa del suo primo anno di amministrazione alla palazzina Liberty. Aveva detto Strescino:"Dopo aver dotato la città di impianti sportivi all’avanguardia avevamo il dovere di garantirne l’efficienza prevedendo anche la partecipazione degli utenti. Gli aumenti sono stati concertati con le società sportive, che, credo, abbiano compreso". Strescino aveva anche sottolineato che i maggiori costi sarebbero ricaduti su quanti utilizzano le strutture di Imperia provenendo da fuori comune. (...)

Le due società calcistiche Imperia calcio e Pro Imperia) che usano lo stadio “Nino Ciccione” la cui gestione costa al Comune 20 mila euro all’anno dovranno versare, invece, una tariffa forfettaria annuale di 3000 euro ciascuna con dei supplementi legati, per esempio, all’utilizzo dell’impianto di illuminazione".

Imperia città dello sport... ma mettete mano al portafoglio...
Che ne pensate?