STAGIONE 1985/1986. SERIE C.N.D.
La delusione per la retrocessione è atroce e rappresenta una mazzata per il gruppo, perché ci obbliga, in pratica, a ricominciare da capo, nel tentativo di ricreare un po' d’entusiasmo attorno ai nostri colori.
Dopo i tragici incidenti accaduti il 29/05/1985 allo stadio “Heysel”, in occasione della finale di Coppa Campioni tra Liverpool e Juventus, il prefetto d’Imperia dichiara inagibile il "Ciccione". I primi incontri casalinghi sono disputati ad Andora, in attesa che siano portati a compimento i necessari lavori di messa in sicurezza dello stadio imperiese. Domenica 6/10/1985 nel campo neutro di Andora, poiché le cose vanno per le lunghe, esponiamo lo striscione "Con Rozzi 100 giorni, con il Comune 100 anni", che provoca una lunga polemica sui giornali locali: si fa riferimento al fatto che il Presidente dell'Ascoli, ha ristrutturato lo stadio "Del Duca" in poco più di tre mesi, mentre ad Imperia non si riesce a mettere qualche rattoppo al "Ciccione". Al "Molino nuovo", in ogni caso, ci presentiamo numerosi, in occasione del derby contro l'Albenga. Dopo il gol della nostra vittoria, ci sono scintille con gli “Ultras Albenga” e scoppia un piccolo tafferuglio, a stento sedato dalle forze dell'ordine.
Il nostro stadio è parzialmente riaperto domenica 20/10/1985 in occasione dell'incontro contro il Moncalieri: l'agibilità è consentita solo per la tribuna e di conseguenza ci posizioniamo sul suo lato destro.
La domenica successiva ci rechiamo in una cinquantina in pullman a Genova allo stadio "Pio X" (l'attuale campo d’allenamento del Genoa) dove persino le statue di marmo dello stadio, addobbate con le nostre sciarpe e bandiere, assistono con noi alla vittoria nerazzurra sulla Levante C Pegliese.
Dopo un'altra vittoria casalinga contro il Borgoticino, domenica 3/11/1985 organizziamo un pullman per Biella. La partita è sentita anche perché ci teniamo a destare un’ottima impressione in casa di uno dei pochi gruppi Ultras del girone, gli "Young Pounders". Il viaggio di andata dura un'eternità, perché il geniale autista sbaglia la strada e riusciamo ad entrare al "Lamarmora" cinque minuti prima del fischio d’inizio dell'incontro. Siamo una trentina: la fumogenata iniziale è paurosa ed il tifo alla grande fino al gol del tre a zero bianconero. Fanno la loro comparsa due nuovi piccoli striscioni, "Sturm und drang" e "Squilibrati Ultra'": durante l'intervallo, siamo addirittura intervistati da un giornalista locale (inquietante il titolo dell'articolo "In tribuna tanto fumo, in campo poco arrosto"). C'è anche il tempo per una bella litigata con il Presidente nerazzurro Rivaroli. A fine incontro usciamo scortati dallo stadio: dal pullman volano oggetti verso alcuni Ultras bianconeri che c’inseguono in motorino. Per questo motivo, allo svincolo autostradale, veniamo bloccati e identificati dalle forze dell'ordine.
Il campionato è una continua rincorsa ad un invincibile Casale: le partite contro squadre di scarso prestigio e senza tifosi al seguito, poi, sono assai poco appassionanti. Ogni occasione è buona per tifare: domenica 8/12/1985, in occasione dello pseudo-derby con l'Andora, in una tribuna stracolma, rischiamo di bruciare il bandierone durante la fumogenata iniziale. Per evitare il rogo, è sacrificata la giacca di un nostro esponente, il quale si butta sulle fiamme e le spegne usando il suo giubbotto.
Allo stadio, in occasione delle partite casalinghe, è distribuito un giornalino, "Progetto nerazzurro", curato dalla radio locale "Radio progetto": anche noi collaboriamo, con una rubrica a noi dedicata.
Domenica 15/12/1985, a Cuneo, in occasione del gol nerazzurro, scoppia una mini-rissa con alcuni tifosi biancorossi, che vogliono toglierci lo striscione.
Dopo il successo casalingo con il Maros S.Vincent, domenica 5/01/1986, alla ripresa del campionato dopo la pausa natalizia, c'è una trasferta da non perdere, a Casale, contro la capolista ed i "Boys”, nostri storici nemici. Considerato quanto avvenuto in passato, questa volta ci sistemano nella tribuna opposta a quella dei sostenitori nerostellati, presenti in massa. E’ una giornata gelida: il campo è ridotto ad una lastra di ghiaccio e la nostra iniziale torciata serve a riscaldarci. La sconfitta, maturata su calcio di rigore concesso ai piemontesi dopo soli cinque minuti, e l'immancabile sassaiola finale, segnano la fine dell'incontro e, in pratica, del campionato: gli otto punti di distacco non saranno più colmati.
Nella memoria rimangono solo alcuni splendidi gol di Desolati, un entusiasmo comprensibilmente sempre più calante, la trasferta d’Albenga contrassegnata da piccole schermaglie verbali e l'ultimo incontro con il Casale: domenica 4/05/86 i "Boys", da noi attesi a braccia aperte, non si presentano al "Ciccione" per festeggiare il loro ritorno in C2. Paga per tutti Catroppa, centravanti dei nerostellati nativo d’Imperia, che è insultato per tutti i novanta minuti e colpito da un fitto lancio d’uova, in occasione della sua sostituzione.
L'unica speranza di tornare in C2 passa attraverso un ripescaggio, che però non è preso in considerazione: si resta pertanto tra i dilettanti, tra il disinteresse totale.