Rabbia e preoccupazione

Sono tre gli spunti che possiamo trarre dalla sfortunata gara di oggi nella quale abbiamo raccolto per la seconda volta in questa stagione 0 punti contro un’avversaria apparsa assai meno temibile di quanto si potesse pensare.

Il primo è che la sconfitta fa male solo perché rimediata in una gara molto sentita (non un derby, quello vero, si dice, tornerà molto presto, con i soliti trucchetti matuziani), ma tutto sommato risulta abbastanza indolore per il fieno messo in cascina in precedenza visto che l’obiettivo era, è e resta comunque la salvezza.

Il secondo è che, in tempi non sospetti, un po' tutti i tifosi chiedevano a gran voce uno sforzo per cercare di integrare il reparto offensivo con una vera prima punta, fosse stata anche prelevata da Campionati minori, per cercare di tamponare un’eventuale raffreddore di “Super Marco” Prunecchi. Oggi purtroppo è arrivato qualcosa che abbiamo il timore sia un po’ più grave di un raffreddore ed ecco che, improvvisamente, il reparto ha subito dimostrato come si senta la mancanza della sua esperienza e della sua tecnica.

Fabio Di Mario è bravissimo e, forse, avrebbe meritato in passato più minutaggio anche in tandem con lo stesso Prunecchi durante l’assenza di Pietro Gazzano, ma sembra essere un po’ troppo innamorato del pallone (in almeno due o tre ripartenze ha avuto la grande opportunità di mettere un compagno davanti alla porta sbagliando sempre la scelta per tentare l’iniziativa personale) e per il resto non sembrano esserci alternative salvo pescare a piene mani dalla “Juniores”.

Il terzo è che ancora una volta abbiamo dato l’impressione di non contare veramente nulla a livello societario, perché alcune decisioni prese dall’arbitro di ieri difficilmente sarebbero state prese a parti invertite. In due occasioni che hanno fruttato il rigore e il raddoppio armese non è stato fermato il gioco con un nostro giocatore a terra e, inoltre, non si è mai visto concedere una punizione a due in area per il portiere che trattiene troppo il pallone dopo aver parato un rigore. Sarebbe bastato che l’arbitro, dopo il rigore parato, avesse semplicemente invitato Matteo Geraci a liberarsi del pallone, salvo poi fischiare il fallo se non lo avesse fatto.

Ingenuo, poi, sicuramente suo fratello Alessandro Geraci a protestare dopo il fallo fischiato contro Di Mario sapendo di essere già ammonito, ma un arbitro con personalità, visto il clima già abbastanza teso, magari gliela promette, ma ci pensa due volte ad ammonire per questo motivo un giocatore che sa benissimo essere già ammonito.

Preferisco poi sorvolare sulla sportività dei nostri avversari odierni, sia in campo che nel dopo partita (leggete l'altro post odierno), perchè nessuno si aspettava cortesia da loro...

Ora non resta che mettere subito nel mirino le gare contro le cosiddette pericolanti che andranno vinte a tutti i costi per evitare spiacevoli sorprese, ma soprattutto di essere coinvolti in una lotta per i play out che questa squadra ha dimostrato più di una volta di poter assolutamente evitare.

Dai ragazzi non mollate! Avanti coi carri!