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martedì 10 giugno 2025

Staccate la spina

Brescia e Spal fallite, Sampdoria a un passo dal tracollo, come la Triestina e la Lucchese; Taranto e Turris esclusi dal campionato di Serie C, nel corso della scorsa stagione, a causa di violazioni amministrative e, chissà, quante altre società salteranno nel corso dell'ennesima estate rovente. 

Dal 2000 al 2024 nel calcio italiano sono fallite 185 società, di queste 148 (quindi l’83%) si possono considerare fallimenti avvenuti in Serie C (con le diverse dinamiche: alcune ad esempio retrocesse dalla B o retrocesse in D). Il terzo campionato professionistico è una terra di mezzo, si spende troppo e ci sono troppe squadre (60, una volta erano addirittura 90...). Di una riforma dei campionati si parla da troppo tempo e non si è fatto mai nulla.

Gente come Cellino a cui è permesso ancora di dirigere una società, personaggi come Lotito e millanta altri loschi figuri a dir poco discutibili sempre nella sala dei bottoni o ai vertici di club storici.

Gli stessi Giuseppe Ruggieri e Marco Del Gratta, protagonisti negativi dei fallimenti dello Spezia e della Sanremese e che, nel corso degli anni, sono rientrati nel mondo del calcio operando con altre società, in un calcio serio, non dovrebbero fare più parte del mondo del calcio e, invece, lì aspettiamo come i salvatori della patria calcistica neroazzurra.

Calciatori e mister che pagano per giocare o allenare (si sono svegliati tutti dopo l'inchiesta delle "Iene"...).

La Nazionale asfaltata da tutti e a un passo dell'essere fuori dal terzo mondiale consecutivo. 

Raspadori col 10, col 10, ci rendiamo conto? La maglia indossata da Totti, Baggio, Del Piero...

Stadi che cadono a pezzi.

Più di 10 anni per fare uno stadio a Roma a spese di un imprenditore privato solvente, non un fondo cinese o delle isole Cayman (il fondo lo abbiamo toccato da tempo e continuiamo a scavare).

Ma Gravina resta al suo posto e che pensa solo a salvare il brand della squadra con più tifosi in Italia.

Attenzione, non è solo colpa del presidente di turno in Figc, ora Gabriele Gravina, ma è il sistema calcio che si è messo sempre di traverso per interessi personali.

Dodici anni di mala gestione e i 2+1 sono sempre al loro posto e col piattino in mano e in attesa che altri gli risolvano i casini che hanno fatto, senza pagare le loro colpe... e la sensazione che ancora fanno i sostenuti e li si debba ringraziare...

Ma chiudessero la baracca una volta per tutte.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto verissimo e condivisibile tranne un paio di passaggi, il presidentissimo non copre il brand della squadra con più tifosi d'Italia ma una di colore simile al nostro, e MDG non ha fatto fallire la Sanremese ma i motivi della sua sparizione a suo tempo sono ben altri,(comunque gravi) forse è l'unica società nella storia in Italia che è sparita sana economicamente, tutto il resto condivisibile in pieno!

im1923 ha detto...

Gravina, in relazione alla situazione della rubentus tra penalizzazione per le plusvalenze e il deferimento per la manovra stipendi disse testualmente: "La giustizia segue il suo corso, il presidente della Federazione deve fare sintesi tra i diversi interessi, e per noi l’interesse fondamentale è recuperare in termini di credibilità quello che è un brand straordinario che è quello della Juventus".
Che, poi, l'Inda sia la rube 2.0 e la Marotta league imperversi lo vediamo tutti... E' diventata tanto il clone dei bianconeri che anche per loro vale il coro "Fino al confine...".
Quando a Mdg conosco benissimo la vicenda, gravissima che aveva coinvolto e poi travolto la sanremerdese: ho scritto così solo per sintetizzare il concetto.
Anche qui come dimenticare il coro "Eri contento in serie C, col Pampa Sosa e ..."

Vecchia Nord ha detto...

Non gliene importerà nulla, ma ci vorrebbe un accordo comune fra tutte le tifoserie d'Italia iniziando la nuova, stagione esponendo TUTTI un grande striscione con scritto GRAVINA VATTENE. Non sarà l'unico colpevole, ma di certo è il principale rappresentante di questo sistema marcio fino al midollo. Concordo in toto con l'assurdo numero di squadre professionistico (immagino unico in Europa). Fosse per me solo A e B professionistico e dalla C in giù tetto agli ingaggi e ai rimborsi spese. Giochi a calcio, non è che spacchi pietre in miniera. A seconda della categoria tetto massimo a scendere fino alla Promozione. Ci sono operai e impiegati con famiglie che lavorano fuori sede otto ore al giorno e campano con 2000 euro al mese. Spiegatemi voi come può vivere un sistema se un top player in Eccellenza o D, può percepire il doppio o anche di piu, magari più o meno ufficialmente. Non oso immaginare quanto può essere il monte ingaggi in serie C. È ora di fare pulizia!!!

Anonimo ha detto...

Per non parlare dei campionati dilettantistici (Promozione e 1 categoria) dove giocatori o presunti tali chiedono rimborsi folli e per giunta con arroganza. Bisognerebbe avere la forza di non cedere ma poi quando ti trovi di fronte a "sceicchi" dei poveri devi alzare le mani e rassegnarti. E poi non lamentiamoci se le squadre falliscono o sono piene di debiti. Bisogna avere il coraggio e la volontà di crescere talenti nelle giovanili, magari dai nomi non altisonanti ma che devono costruire la base e lo zoccolo duro delle squadre

Anonimo ha detto...

Tutto condivisibile quanto detto sopra, per quanto mi riguarda esperienza personale, ero stato contattato da una società della provincia di serie D e dopo aver scambiato quattro chiacchere mi è stato detto che avendo un lavoro non sarei stato il profilo giusto per loro, quindi giocatori ed allenatori da fuori con spese assurde per poi magari arrivare ottavi o decimi, forse sono proprio i presidenti i primi colpevoli di questo scempio!