martedì 3 aprile 2007

Modello imperiese- prima parte


In queste ultime settimane, successive ai violenti scontri di Catania, è impazzato il dibattito sulla violenza negli stadi e sui rimedi per porre rimedio a questo problema.
La frase più ricorrente è stata, come tutti sanno, -Bisogna adottare il “modello inglese”-.
Si, bella idea, mai sentita... purtroppo superata, perché il vero, il migliore, il più sicuro, è uno solo: il “modello imperiese”. Un metodo, come detto, insuperabile, che garantisce la totale scomparsa del problema violenza negli stadi...
Chi è stato al “Ciccione” nelle ultime domeniche (o mercoledì o venerdì... visto che ora si gioca pure durante la settimana... il derby col Savona, come noto, si giocherà proprio mercoledì 25 aprile...), immagina di cosa parlo, ma per tutti gli altri, per i quali la partita è ancora un pericolo per sé e per chi gli sta al fianco, ecco un breve resoconto delle accortezze studiate per farci passare delle serene giornate allo stadio.
Per prima cosa, siccome la maggior parte degli italiani è sportiva solo col telecomando in mano, i Nostri hanno pensato bene di farci fare una bella passeggiata prima di arrivare alla biglietteria: sì, perché non si può più parcheggiare nel piazzale antistante la Nord, a meno che tu non abbia una bella cassa da morto nel bagagliaio della tua autovettura, o che tu stesso non sia dentro la cassa, oppure che tu non abbia al tuo fianco una specialista del settore (non una fica, ma una “prefica” di liceale memoria, una di quelle donne che, a pagamento, piangono a dirotto), un bel mazzo di fiori (non rose, perché dotate di aculei, che potrebbero rivelarsi armi atte a ferire) e confezione magnum di fazzoletti (quelli, eventualmente, possono comunque servire, viste le soddisfazione che da anni ci togliamo...).
All'inizio di Via Pindemonte, un solerte ed incorruttibile vigile “scrutatore” stabilisce se tu sia triste perché un tuo caro è morto o perché vai a vedere l'U.S. Imperia 1923: nella prima ipotesi, sei “fortunato” e puoi passare avanti, fino al prossimo posto di blocco, situato cento metri avanti, dove un vigile “usciere” ti apre il cancello che porta al cimitero e puoi parcheggiare. Se invece sei solo un tifoso nerazzurro, parimenti “fortunato”, non c'è possibilità di varcare il primo posto di blocco e devi parcheggiare chissà dove, almeno a mezzo km di distanza se non vuoi che un altro vigile “sanzionatore”, ti rifili una bella multa, come abitualmente viene fatta a tutti quelli che, nottetempo, inavvertitamente lasciano l'auto in sosta lungo la via che porta allo stadio.
Dopo aver fatto questa bella e salutare passeggiata, avrai sete: una bella birretta fresca da bere con gli amici, non sarebbe male, eh? Ahia! In nessuno dei due bar della zona rimasti ancora aperti (gli altri hanno dovuto rinunciare) puoi bere una birra, al limite un chinotto o una cioccolata calda: per una birretta fresca, devi farti un altro mezzo km, ma non vi dico dove, perché altrimenti anche questo lo blindano.
Con la gola secca o con le gambe pesanti, ti trascini fino all'ingresso dello stadio: e qui le novità sono all'ordine del giorno perché, da inizio stagione, l'accesso alla “Nord” è cambiato già tre volte. Quello tradizionale, lato distinti (chiusi ad aeternum) non c'è più e la scaletta rossa lato “cessi”, è stata costruita per usufruirne per sole 6 domeniche: ora si entra direttamente dall'ingresso della Tribuna (e chi vuole entrare in Tribuna deve passare dall'entrata posta in Piazza d'Armi), dove, da una modernissima struttura, puoi comprare il tuo biglietto d'ingresso... Tornelli? Biglietti nominativi? Metal detector? Che spreco: qui da noi, un vecchietto seduto su una sedia di paglia strappa biglietti a getto continuo o controlla il tuo abbonamento (che poi altro non è che un foglio A4 fotocopiato, con scritto a penna il tuo nome e cognome), salutandoti con una bestemmia in dialetto.
-segue-

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