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mercoledì 3 agosto 2011

Fenomeni paranormali: Mounsif El Haddaoui


Per la nuova rubrica "Fenomeni paranormali", cominciamo con un "Fenomeno" in campo, ma soprattutto fuori dal campo, l'indimenticabile centrocampista marocchino Mounsif El Haddaoui.
Ingaggiato dal club nerazzurro nell'estate del 1992, durante la conferenza stampa di presentazione affermò di aver fatto parte della rappresentativa del suo paese, che partecipò alla Coppa del Mondo del 1986 in Messico.
Per dimostrarlo mostrò delle fotografie che lo ritraevano al fianco del campione brasiliano Zico (che era seduto su una cyclette...); poi, antesignano di una nota "bungabunghista", affermò di essere cugino del re del Marocco Hassan.
Che si trattasse di una "pippa", almeno come calciatore, lo dimostrò ben presto in campo: lento come una lumaca e agile come un drapido, anche se su corsa di fondo imbattibile.
Un episodio: durante la preparazione a Pontedassio, primi giorni ripetute in salita. Lui viaggiava il triplo degli altri. Si facevano due giri di campo e poi si saliva su per la strada che porta alla Statale 28 per ben dieci volte. Quando la totalità del gruppo allenato da Alfredo Bencardino cominciava la salita, lui l'aveva già finita. Stessa cosa durante il "Fartlek" (tanto caro al mister nerazzurro). Una sera, durante le ripetute, un componente della squadra affermò: "Questo si fa il cross e se lo va a ricevere da solo".
Spesso infortunato, giocò solo 11 partite con la casacca nerazzurra, senza realizzare gol e senza mai lasciare il segno.
La sua carriera in nerazzurro, terminò il 20 dicembre 1992, quando giocò la sua ultima gara, al "Ciccione", contro l'Albenga.
In realtà, la sua avventura imperiese terminò il 18 settembre 1992, quando Mounsif El Haddaoui fece entrare nella camera d'albergo messa a disposizione dall'Imperia al nordafricano, la turista austrica Aloisia Fenkhart Ruhmt, conosciuta in un bar di Sanremo: secondo quanto affermato dai giornali dell'epoca, dopo una aver trascorso la serata alla discoteca "Nova", impedì alla donna di uscire all'appartamento, nascondendo la chiave sotto il cuscino di un divano e la obbligò ad avere due rapporti sessuali di seguito .
Aloisia Ruhmut Fenkhart sarebbe poi riuscita a liberarsi soltanto dopo che il calciatore si era addormentato.
Mounsif El Haddaoui ha sempre ribadito la propria estraneità ai fatti e sottolineato come la turista fosse consenziente.
Erano seguite le indagini, la condanna a 4 anni di reclusione per stupro e ratto a scopo di libidine, il risarcimento di 32 milioni e la fuga dall'Italia.
Il giallo si "riaprì" in occasione dei Mondiali del 1994 negli U.S.A. quando gli Avvocati difensori della quarantenne austriaca si accorsero della presenza, nelle file della nazionale marocchina, nella partita contro il Belgio di Scifo, con la maglietta numero 10, di Mostapha El Haddaoui: ma si trattava solo un caso di omonimia.
Un vero "Fenomeno paranormale"...
Così come per la rubrica "Chi l'ha visto?", chiunque abbia notizie o ricordi di Mounsif El Haddaoui li condivida con noi.

3 commenti:

fv ha detto...

incredibile... non la sapevo questa storia!!! comunque ho controllato e nella rosa del marocco mondiale 1986 c'è veramente uno che si chiama mouncif el haddaoui!!!

Anonimo ha detto...

sei giovane e si capisce.

Pino Cipolla ha detto...

Ricordate la mitica scena del film "The Blues Brothers" ?
John Belushi è inginocchiato dinanzi alla sua ex fidanzata che è stata da lui abbandonata il giorno del matrimonio e ora si vuole vendicare uccidendolo.
Per salvare la pelle, Le implora perdono alla sua maniera di gran paraculo:
"Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!".
Cosi era Al Haddaoui, un simpatico cialtrone, capace di dire le balle più tremende: un concentrato di incoscienza e spavalderia.
Chissà che fine ha fatto!
Secondo me è ancora in giro a fare palleggi con l’arancia e a dire che aveva fatto i Mondiali.
Come si dice sòla in arabo?
Pino Cipolla