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sabato 16 giugno 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1984/1985. SERIE C2

STAGIONE 1984/1985. SERIE C2
La stagione inizia sotto i migliori auspici: un nuovo Presidente ed una squadra giovane ed ambiziosa, servono a creare un clima carico d’entusiasmo.
Domenica 23/09/1984, in occasione della partita d’esordio contro la Vogherese, srotoliamo il rinnovato bandierone nerazzurro, più che raddoppiato nella lunghezza: ben venticinque metri. Quattro fusti di latta, che normalmente contengono duecento litri d’olio, sono pitturate a strisce nerazzurre e trasformati in enormi tamburi: per suonarli usiamo dei bastoni di legno, che otterranno il risultato di “aprirci” le mani. E’ riesumata la cassetta con le trombe ed una decina di bandiere, mentre l’“Imperia club Bar Giorgio” appende dietro la porta un Braccio di ferro nerazzurro.
La domenica successiva si va ad Alessandria: entrare in questo stadio è sempre molto emozionante, specialmente per la conformazione del “Moccagatta“. La curva Nord è piena, gli “Ultras Grigi” impressionano per numero e tifo, mentre noi ci posizioniamo nel settore distinti, circondati da tifosi alessandrini che vogliono impedirci di esporre il nostro striscione. A fine partita facciamo una serie di scritte sui muri dello stadio alessandrino, poco gradite dai tifosi locali, e dopo una mezz’ora possiamo lasciare la città piemontese.
Domenica 28/10/1984 è il giorno in cui il nostro striscione tenta un raid aereo per essere esposto ad Olbia ma all’ultimo minuto, proprio quando sta per salire a bordo del velivolo in partenza dall’aeroporto di Villanova d’Albenga, un nostro esponente è lasciato a terra… Sarà per un’altra volta.
Dopo un’altra trasferta impossibile in Sardegna, ci rechiamo a Savona e a Tortona, dove non ci sono problemi, a conferma del rapporto di reciproco rispetto.
E’ un’Imperia in posizione d’alta classifica, quella che incontra al “Ciccione” l’imbattuta capolista Lucchese. L’attesa in città è grandissima: è, infatti, prevista un’invasione di tifosi rossoneri. Stampiamo centinaia di volantini che invitano i nostri concittadini a riempire lo stadio e un nuovo adesivo raffigurante uno Snoopy in versione Samurai. Domenica 25/11/1984 la paventata invasione c’è sul serio: circa seicento tifosi arrivano da Lucca a bordo di una decina di pullman e autovetture. Alle 13, almeno trecento tifosi rossoneri si radunano in Piazza Dante, imbrattano e prendono a calci le serrande dei bar chiusi e si recano in corteo verso lo stadio. Appendono il loro enorme striscione “ Panthers front “ al centro della gradinata Sud, dopo aver preso a calci il custode dello stadio. Non appena entriamo nella Nord l’impatto è impressionante: la gradinata Sud, stracolma e tutta colorata di rossonero, ci sommerge d’insulti ai quali cerchiamo di replicare, anche se la differenza è notevole. Fortunatamente, poco dopo, la Nord si riempie e possiamo competere con i nostri dirimpettai. Al fianco dei soliti striscioni “Samurai“ e “Ultras“, ci sono anche quello “Armata nerazzurra “ e “Ultras sez. Imperia“ dell’”Inter club Diano Marina”.
I cinque tamburi comprati in settimana fanno il loro dovere e si va avanti in un casino assordante fino all’ 82° minuto quando segna Chisto-gol proprio sotto il settore occupato dai sostenitori toscani. Scoppia il delirio. La gradinata Nord esplode e salta al ritmo di “Chi non salta è un lucchese! “. I “Panthers front” tentano l’invasione di campo facendo paurosamente ondeggiare la recinzione. Nei distinti scoppiano i primi tafferugli che finiranno per divampare a fine partita in Via XXV aprile. Autovetture danneggiate, pietre che volano da e contro i pullman rossoneri, alcuni dei quali sono costretti a prendere l’autostrada da Porto Maurizio. All’incrocio con le vie adiacenti si scatena una mega-rissa, mentre una grandinata di pietre ed altri oggetti contundenti si abbatte sulle autovetture che incautamente imboccano lo svincolo di Imperia Est.
Domenica 2/12/1984 andiamo a Massa, a bordo di un pullman: l’eco degli incidenti della domenica precedente contro la Lucchese, è rimbalzata anche qui cosicché gli “Ultrà Massa“ ci accolgono con rispetto e un po’ d’apprensione. Un coro anti-carrarese, da noi lanciato, stempera la tensione ed è applaudito dagli Ultras bianconeri, posti nel settore distinti. Tifiamo alla grande sotto una pioggerellina incessante: a fine partita ci fermiamo nei pressi degli spogliatoi, all’interno dei quali entra uno di noi per poi uscirne abbracciato con l’ex Stefano Quattrini.
La domenica successiva, contro la Torres, l’entusiasmo è alle stelle: l’ingresso in campo delle squadre è salutato da una mega torciata. La sconfitta dei Nerazzurri è un campanello d’allarme per la squadra ma non ci abbatte.
Domenica 16/12/1984, in occasione della partita contro il Civitavecchia, esponiamo uno striscione recante la scritta “Mimmo, una sconfitta non cancella la nostra fede”, per manifestare il nostro appoggio a Mister Grassotti: la squadra ci ripaga con uno straripante successo nei confronti dei laziali.
Tre sconfitte consecutive affievoliscono un po’ il clima che s'era creato: individuiamo nel Braccio di ferro, mascotte del club “Bar Giorgio”, il motivo di tanta sfiga e pertanto lo bruciamo alla fine dell’incontro casalingo, perso contro il Pontedera.
Da mesi si pensa di unificare i vari gruppetti sotto un unico striscione. Decidiamo d’impossessarci di due striscioni di dieci metri l’uno, dai quali stacchiamo le scritte adesive: dopo una decina di giorni sono uniti con la scritta “Samurai Ultras Imperia“ e quale migliore esordio potrebbe fare, se non nella partita contro la capolista Prato? Tre giorni prima dell’incontro, però, succede un evento inconsueto, che sembra voglia impedirci di realizzare il nostro sogno: una nevicata imbianca completamente il “Ciccione”.
La voglia di non veder rinviato la gara fa sì che ci rechiamo allo stadio, il venerdì pomeriggio, armati di badili, per spalare la neve e rendere agibile il terreno di gioco. L’opera di da noi prestata e il sole del sabato permettono la disputa della partita.
Domenica 20/01/1985 lo striscione “Samurai Ultras Imperia“ troneggia ai piedi di una Nord stracolma: una sparuta presenza di “Rangers Prato” lascia il segno solo con una serie di scritte, su un muro nei pressi del quartiere del “Bronx”.
Il glorioso striscione “Samurai“ verrà d’ora in poi esposto solo in trasferta, cominciando dalla successiva a Voghera, domenica 3/02/1985, dove ci rechiamo, in treno. Il divertimento è assicurato da una battaglia a colpi di palle da neve contro il portiere dei rossoneri, poiché in campo assistiamo ad un'altra sconfitta, che sommata ai successivi risultati negativi fa sprofondare l’Imperia in piena zona retrocessione. A fine partita, all’uscita di un bar, un nostro esponente rischia di essere travolto da un’autovettura, che corre a folle velocità.
Approfittando di una sosta del campionato, una nostra delegazione si reca a Cairo Montenotte, dove si disputa un decisivo incontro di serie D tra la Cairese ed il Casale.
Il piccolo stadio “Rizzo” è stracolmo ogni domenica, gli “Young Boys” sono un gruppo emergente con il quale siamo in contatto da qualche tempo ed è questa un’ottima occasione per affiancarli nell’incontro con i nemici nerostellati. Il nostro ingresso allo stadio è annunciato incredibilmente dallo speaker che invita tutto il pubblico a salutarci con uno scrosciante applauso. Creiamo un po’ di confusione, ad inizio partita, bruciando involontariamente, con le nostre torce, uno striscione degli “Young Boys”, i quali però non hanno il coraggio di lamentarsi con noi.
Domenica 24/03/1985 al “Ciccione” si presentano in una ventina i “Lions Supporters” del Derthona: la vittoria Nerazzurra riaccende le speranze di salvezza. Il campionato sta volgendo al termine e la lotta per la salvezza è al suo apice.
Domenica 19/05/1985 si disputa una decisiva gara casalinga contro la Nuorese e l’ingresso gratuito favorisce la presenza di un buon pubblico. Sulla rete della Nord una mega scritta "Resteremo in C “ sovrasta lo striscione. La partita è tesa e, alla fine del primo tempo, ci spostiamo nella gradinata Sud per assistere alla seconda frazione proprio dietro la porta ospite. Un arbitraggio scandaloso culmina con un netto rigore non concessoci nel finale e scatena il putiferio: in campo volano pietre, monete, addirittura mollette, pigne e rami d’albero. La partita termina con un inutile zero a zero: l’arbitro è colpito da un pugno in pieno volto al rientro dagli spogliatoi. L’assedio alla giacchetta nera dura più di un’ora, fino a quando non esce a bordo di un cellulare della Polizia, obbligato a dribblare i bidoni della spazzatura rovesciati all’uscita degli spogliatoi.
Il campo è squalificato e la penultima partita di campionato si disputa nel campo neutro di Savona. Domenica 2/06/1985 organizziamo e riempiamo due pullman: al nostro fianco anche una decina di “Young Boys” Cairo. Quest’amicizia con i gialloblù non va giù ai “Ultras Savona” che, presenti al “Bacigalupo”, non mancano di farcelo notare. Il grido degli Ultras biancoblù “serie D, serie D” rompe quel patto di non belligeranza, tacitamente stipulato da anni. La partita contro il Siena è assurda: ai toscani basta un punto per vincere il campionato, mentre a noi servirebbero i due punti per cercare di salvarci, in considerazione del fatto che la domenica successiva dobbiamo recarci a Prato contro i biancazzurri obbligati a vincere per ottenere quel secondo posto che gli assicurerebbe la C1. I nostri, però, non lo capiscono e si accordano per un due a due, che provoca la nostra feroce contestazione. I giorni successivi i muri del “Ciccione” sono ricoperti di scritte, che prendono di mira soprattutto alcuni giocatori.
La domenica successiva, come facilmente prevedibile, perdiamo quattro a due a Prato ed assistiamo alla retrocessione nei dilettanti, mentre attorno a noi 5000 tifosi biancoblù festeggiano la promozione in C1.

1 commento:

Renzo ha detto...

" A noi che abbiamo letto l'articolo
ci piace veramente " complimenti .
Renzo B.