"Siete la Riviera dei Fiori che usa le maglie e il nome sacro dell'Imperia"

venerdì 22 luglio 2016

Stefano Falchi, neroazzurro d'altri tempi


Il mondo del calcio è fatto non solo di calciatori, allenatori e dirigenti, ma anche, soprattutto nel calcio dilettantistico, di personaggi che non realizzeranno mai un gol o vinceranno un Campionato, ma che sono fondamentali.
Quest'oggi voglio ricordarne uno, Stefano Falchi: il suo nome, forse, non sarà noto a molti di voi, ma, se avete frequentato il "Nino Ciccione" qualche anno fa, vi ricorderete di Stefano Falchi, un volontario dell'ingresso del settore Distinti e Gradinata Nord.
Era da noi tifosi soprannominato "manina" perché aveva una mano artificiale. 
Quello che forse non sapete è che lui, talvolta, faceva passare la gente che sapeva non avere la possibilità economica di pagare il biglietto e, poi, metteva di tasca sua i soldi del biglietto. Per questa ragione, i dirigenti dell'epoca (parliamo dell'era-Cipolla) la chiamavamo la "cassa Falchi" perché, di fatto, era un incasso parallelo.
In pratica, faceva anche da custode: abitando sopra il campo aveva le chiavi della sede e più di una volta ha sventato dei tentativi di furto.
Un altro aneddoto che lo riguarda è legato al cosiddetto "Club dei cento": con l'Imperia calcio in piena crisi societaria, un dirigente dell'epoca pensò di dar vita ad una specie di azionariato popolare, limitato a cento sostenitori imperiesi che, in cambio di una tessera cosiddetta "Gold",
La mattinata stessa in cui uscì sui quotidiani locali la notizia, Stefano Falchi si presentò in sede coi contanti per sottoscrivere la sua tessera, poiché voleva a tutti i costi staccare la tessera numero 1.
Giunto in sede, un altro dirigente gli disse che non avevamo ancora stampato queste tessere, ma lui insisteva per averla, aggiungendo "Poi me la darai...". Questo dirigente, però, lo consigliò di lasciar perdere, perché si era conto che questa altri non era che una iniziativa che non avrebbe avuto seguito e che avrebbe buttato via i soldi. Stefano Falchi E lui ci rimase male.
Insomma, un neroazzurro vero.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho avuto il piacere di conoscere Stefano e posso confermare che era una persona splendida. Non si è mai pianto addosso per quello che gli era successo anzi... di quello aveva fatto la sua forza. Aveva una macchina fatta su misura per lui e guidava come un pazzo.

Ai tempi giocavo nella Juniores e lui non si perdeva una partita neanche delle giovanili.

Per quanto riguarda il volontariato fatto ai botteghini (e qui Stefano era il top) voglio raccontare un aneddoto che poco c'entra con Stefano (che non me ne voglia se lo scrivo qui) ma che ha a che fare con una polemica che quest'anno era ben nota a tutti ovvero il fatto che qualcuno mandasse al campo 40 forze dell'ordine in partite in cui di tifosi ospiti non c'era manco l'ombra.

Una di queste persone che strappava i biglietti diciamo all'ingresso lato cimitero della tribuna sotto la gestione (chiamiamola così) M.....i, un giorno di pioggia fece passare gli ultras dalla gradinata alla tribuna per non farli bagnare. A fine partita fu caricato su una macchina della polizia e passo' una notte intera in questura per aver turbato, con il suo gesto, l'ordine pubblico, ovvero aveva creato un presupposto per uno scontro tra i tifosi dell'Imperia e dei fantomatici tifosi avversari...

La mattina dopo fu rilasciato dopo condanna ad una sanzione amministrativa...pagata ovviamente di tasca sua...perchè lo stato non si accontentava di puffi e cambiali

Epascal

bellifuori ha detto...

Grande tifoso....... persona esemplare!!