"(...) La dirigenza vuole passare per società modello, ma sono stati fatti tanti errori. Le squadre vengono costruite così, come viene, non come dovrebbe essere costruita squadra. Perché? Perché subentrano fattori esterni. E mi riferisco alla continua tendenza ad affidarsi ai procuratori per la scelta dei giocatori. L’anno scorso l’Imperia aveva il problema del gol, ha preso tre attaccanti che costavano tanto e non hanno inciso. Ma chi li ha scelti? La società o i procuratori? In società manca qualcuno che capisca realmente di calcio, che abbia esperienza. Ci vogliono giocatori che abbiano a cuore la maglia, non giocatori che cambiano maglia ogni anno. Ci vogliono giocatori locali”.
Lo abbiamo contattato e glielo abbiamo ricordato.
Ecco cosa ci ha detto: "La chiosa finale è stata, in effetti, quantomeno premonitrice.
Per vincere l'eccellenza basta prendere giocatori locali, quelli bravi ovviamente.
Per la serie D è un discorso diverso, ma ti devi affidare ad un gruppo di giocatori che abbiano a cuore le sorti della squadra al 100% e non a mestieranti in cerca di strappare contratti usa e getta.
Avete scritto bene nel post di lunedì: la squadra è stata costruita fin da subito e non ha subito stravolgimenti. Finalmente si è deciso di prendere un terzino sinistro di ruolo (Leo) e non uno adattato a farlo. Un gruppo di attaccanti con caratteristiche importanti che hanno saputo dare il proprio contributo a turno. Un giocatore della zona, con voglia di rivalsa e che ha fatto la differenza (Scalzi). Uno staff tecnico finalmente coeso.
Per vincere questo campionato lontano parente rispetto alle ultime stagioni, nonostante la partenza ad handicap e con polemiche legate al cambio allenatore, è bastato ampiamente".
1 commento:
Caro Giambo hai dimostrato, in tempi non sospetti, che di calcio (anche se a basso livello) o ne capisci oppure non ne sai una mazza.
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