martedì 23 gennaio 2007

"Il grido" di Month



Sappiamo che tra i frequentatori di questo blog e nelle poltroncine rosse della tribuna del Museo d'Arte Contemporanea “Ciccione”, ci sono persone d'indubbio gusto, amanti dell'arte in tutte le sue forme, specialmente quella pittorica. Vogliamo, quindi, quest'oggi, iniziare una serie di post dedicati a questo argomento. Sottoponiamo alla vostra attenzione un primo, famosissimo, quadro, titolato “Il grido” del celebre arista partenopeo Month.
Questo è senz’altro il quadro più celebre di Month e, in assoluto, uno dei più famosi dell’espressionismo. In esso è condensato tutto il rapporto angoscioso che l’artista avverte nei confronti della vita. Lo spunto è decisamente autobiografico. L’uomo in primo piano che urla è l’artista stesso. Tuttavia, il quadro ha una indubbia capacità di trasmettere sensazioni universali. E ciò soprattutto per il suo crudo stile pittorico. Il quadro presenta, in primo piano, l’uomo che urla. Lo taglia in diagonale il parapetto del ponte visto in fuga verso sinistra, verso il baratro verso cui sta precipitando. Sulla destra vi è invece un innaturale paesaggio, desolato e poco accogliente, la città che lo ha accolto malvolentieri e con diffidenza. In alto il cielo è striato di un rosso molto drammatico e con delle fiamme gialle inquietanti, che predicono futuri inquietanti scenari. L’uomo è rappresentato in maniera molto visionaria. Ha un aspetto sinuoso e molle. Più che ad un corpo, fa pensare ad uno spirito. La testa è completamente calva come un teschio ricoperto da una pelle mummificata. Gli occhi hanno uno sguardo allucinato e terrorizzato. Il naso è quasi assente, mentre la bocca si apre in uno spasmo innaturale. Restano diritti solo il ponte e le sagome dei due uomini sullo sfondo. Sono sordi ed impassibili all’urlo che proviene dall’anima dell’uomo. Rappresentano i concittadini , gli amministratori e gli industriali locali, nonché gli amici del pittore, incuranti della sua angoscia, a testimonianza della falsità dei rapporti umani. L’urlo di questo quadro è una intesa esplosione di energia psichica. È tutta l’angoscia che si racchiude in uno spirito tormentato che vuole esplodere in un grido liberatorio. Ma nel quadro non c’è alcun elemento che induca a credere alla liberazione consolatoria. L’urlo rimane solo un grido sordo che non può essere avvertito dagli altri ma rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire da noi, senza mai riuscirci. E così l’urlo diviene solo un modo per guardare dentro di sé, ritrovandovi angoscia e disperazione.
Niente da dire, da restare a bocca aperta e riflettere, eh?

3 commenti:

Lellè ha detto...

sei un grande!!
domani se passi ti do quel materiale che mi hai dato..
mandami le foto

ciao

Anonimo ha detto...

Non sono io "un grande", è Lui il vero fenomeno... io faccio solo il "cronista".
E questa settimana, ti anticipo, altre grosse emozioni: il Bagaglino ed il G.F. ...
X le foto, ho perso l'indirizzo e-mail. Mandamelo a:
im1923@libero.it

Anonimo ha detto...

se possibile puoi organizzare una minicronaca della partita di oggi per chi non può essere presente ?