Restaurant Ciccione

"Via vecchia piemonte" mi ha segnalato un articolo tratto da riviera24.it che copio incollo:

"Prosegue il periodo difficile per i giocatori dell'Imperia alle prese con una situazione sempre più paradossale. Oltre a non percepire rimborsi spese, devono fare i conti con grandi difficoltà anche per quanto riguarda il vitto e l'alloggio. Da ieri parte dell'organico neroazzurro mangia in una sala mensa allestita dal ds veneto, Mario Pranzani, nel locale bar che si trova sotto la tribuna dello stadio “Nino Ciccione”. Una situazione che nel mondo del calcio era più frequente mezzo secolo fa ... Ieri a pranzo sono stati distribuiti panini, da oggi i pasti sono preparati da Pranzani con la collaborazione del cuoco Francesco Maccarone, supertifoso dell'Imperia. "Ringrazio l’Agnesi, che ci ha messo a disposizione pasta, biscotti e fette biscottate e la fratelli Carli per l’olio".

Anche questa è oggi l'U.S. Imperia 1923. Ci sarebbe forse da ridere, ci sarebbe forse da piangere, ci sarebbe da andare a vomitare...

Io non provo nessuno di questi sentimenti. Penso a quei ragazzi che, lontani km da casa, si trovano a dover un incubo simile.

Mi vergogno di chi comanda la nostra città e permette che simili cose accadano; mi vergogno di quegli esseri (non umani) che trattano questi ragazzi peggio che le bestie.

Lo stesso era avvenuto lo scorso anno, con il riscaldamento e l'acqua calda tagliate negli alloggi che ospitavano i calciatori, le stanze mai pulite, i pranzi elemosinati, i conti del soggiorno richieste non a chi doveva pagarli (il master), ma alle famiglie di quei ragazzi.

Degli stipendi, poi, manco a pensarci.

Ho parlato, come avevo detto lo scorso anno, con quei ragazzi e con i genitori di alcuni di quei ragazzi... avevo un misto di rabbia e di magone che non posso spiegarvi a parole.

Io non sono come quei signori che ci comandano, io non sono come quei dirigenti che dovrebbero provvedere alla sussistenza di questi ragazzi.

Qui il calcio non centra più niente: questi non sono dei calciatori viziati, che non riescono a fare due passaggi, che giocano male.

Sono Alessio, Vincenzo, Federico, Franco, Giuseppe... sono dei ragazzi come noi: potrebbero essere i nostri fratelli, i nostri figli, i nostri amici... io domani e nei giorni prossimi voglio fare qualcosa di concreto per loro: non solo sostenerli con la voce. Voglio contribuire anch'io, gli porterò una parte della mia spesa ed invito tutti voi che avete l'U.S. Imperia 1923 nel cuore, a farlo.

Dimostriamo loro che ad Imperia ci sono anche persone di cuore, persone che non si nascondono, che sono disposte ad aiutare, persone vere... non opportunisti, delinquenti e schifosi.