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venerdì 4 febbraio 2011

In ricordo di Stefano Dalmonte


In merito al post dedicato a Stefano Dalmonte, ci ha scritto un suo ricordo l'ex Presidente nerazzurro Pino Cipolla

Sono due anni ormai che è morto Stefano Dalmonte, l’idolo della mia giovinezza, il simbolo della mia città, della mia provincia, una persona che mi faceva inorgoglire quando a Genova dicevo che lui era di Imperia. Ero già sampdoriano allora, ma i due gol che fece al Milan in un’epica partita a Marassi mi fecero quasi diventare rossoblu (il che è tutto dire).
Chiunque abbia vissuto gli anni sessanta sa che Stefano è stato il simbolo di una intera generazione di ragazzini pallonari imperiesi, l’idolo incontrastato, proprio per quel suo modo di giocare sgherro e tagliente, gomiti alti e faccia tosta, un Balotelli ante litteram, un pirata senza benda sull’occhio, un corsaro senza tatuaggi.
Lo ricordo giocare nella finale del torneo dei bar ai Giuseppini, con la gente che si spellava le mani per i suoi ‘colpi’, ricordo un suo gol quasi da fondo campo, con serpentina strettissima sulla linea di fondo e gol tra palo e portiere.
Era una persona ruvida e genuina, il Gigi Riva de noantri, un esempio per tutti noi giovanetti di come si può diventare famosi (all’epoca, senza televisioni) partendo dalla profonda provincia.
Una volta Testera, che allora allenava gli Scevola Boys, mi disse che per il movimento calcistico imperiese aveva più fatto Dalmonte con il suo esempio, che tutto l’ambaradan dei parrucconi della federazione (e delle parrocchie) in vent’anni.
Onore al merito, signori. Onore ad un grande imperiese.
Sono sicuro che anche lassù tenta di fare gol impossibili, tra palo e portiere.
Pino Cipolla

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