Ho chiesto all'ex Presidente nerazzurro Pino Cipolla di tracciarmi un profilo di alcuni dei calciatori che ha avuto alle sue "dipendenze" nel periodo in cui reggeva le redini del club di Piazza d'Armi. Ecco i fantastici 14:
1. Paolo Viviani: portiere sobrio e misurato, calcolatore e freddo. Uomo spogliatoio, uomo squadra, uomo vero.
1. Paolo Viviani: portiere sobrio e misurato, calcolatore e freddo. Uomo spogliatoio, uomo squadra, uomo vero.
2. Alfredo Bencardino: detto Ruspa. Una forza della natura, un coraggioso bulldozer davanti alla difesa, piedi cosi cosi, ma carattere grinta nervi di acciaio. Allenatore meditato e attento, meno ”Ruspa” che non da giocatore, ha saputo continuare la tradizione dei difensori di fascia (e poi dei centrali) di imperiesità sicura, di buona statura, dico tecnica ma anche morale.
3. Danilo Costantini: uomo silenzioso e giocatore completo e devastante. Le sue ‘fluidificazioni’ sulle fasce valevano il biglietto. Faceva pochi gol, ma quanti cross al bacio, quanta corsa! Arava la fascia e scardinava gli avversari. Fuori campo era una persona seria, e quando lo dico intendo fargli un grande complimento.
4. Guido Calzia: piedino fatato (come dimenticare quel gol su punizione ad Albenga?), caratterino spigoloso, bella corsa e tanti gol. Ha ottenuto calcisticamente molto meno di quello che meritava.
5. Luca Oddone: grinta, tenacia, senso del gol. Polemico e virtuosamente sicuro di se, imbattibile di testa, era un centrale di sicuro affidamento. Più bravo da giocatore che da allenatore, a quanto pare.
6. Michele Sbravati: senso della posizione, senso del comando, senso del gol, senso della partita. Un giocatore di altra categoria, un uomo gentile, intelligente, rispettato e rispettoso, il mio capitano ideale.
7. Claudio Vago: l’eleganza fatta calciatore. Stile e classe erano (sono ancora?) la sua forchetta e coltello. Buoni fondamentali, ragazzo serio che sembrava sempre sul punto di decollare tecnicamente.
8. Gian Luca Bocchi: uomo ovunque, in tutti i sensi. Parlatore nato, trottolino instancabile, era nell’Imperia di Sbravati il ruba palloni in mezzo al campo, Gianburrasca dentro e fuori il rettangolo di gioco, ma persona corretta e uomo perbene.
9. Giuseppe Alfano: Pino-gol, Pino-gol, Pino-gol intonava la Nord. Sgherro e atipico, pirata di area, grandissimo bomber che al momento giusto avrebbe meritato altre categorie. Persona umile, che non si montava la testa, un esempio di come nel calcio conti l’istinto, il fiuto prima di ogni altra cosa. Posso dire un’eresia? In alcune stagioni, avrebbe fatto gol anche giocando con una gamba sola, gli entravano tutte.
10. Massimiliano Bongiorni: tecnicamente un condor, un rapace, un furetto uomo gol di grande fibra e alta intelligenza, una persona corretta e perbene, un signore fuori e un garibaldino dentro il campo. Ha fatto tanti gol importanti , molti belli e alcuni bellissimi. Il più importante per noi (ricordiamoci quello in Val d’Aosta nel 1999) l’ha fatto di destro, lui tutto mancino.
11. Adelino Zennaro: grande poeta del gol, senso del gioco e della partita. Uomo mirabile, giocatore intelligente, grande classe, grande tecnica, un onore averlo avuto ad Imperia.
12. Roberto Iannolo: il grande piccolo Roby, croce e delizia degli allenatori ‘schematici’, zucchero fuso per la platea, gol come cioccolatini, un paradiso per i buongustai della tecnica. Avesse avuto dieci centimetri di altezza in più, avrebbe giocato tra i professionisti tutta la vita. Ragazzo d’oro, ottima persona, una persona davvero gentile fuori, diventa un rasoio affilato in campo. Una chicca: le sue imbattibili punizioni. Giocatore storico, indimenticabile, una medaglia al valore.
13. Daniele Mazzei: cavallone inesauribile, capace di cose impossibili e di stranezze esilaranti. Era così anche nella vita, giocava con il cuore, con la grinta, la tecnica così così, ma tanti gol e tanta passione: oserei dire che è stato un grande divoratore di gol, ma è entrato nel cuore di tutti per l’impegno e la grinta che ci metteva.
14. Franco Rotella: giù il cappello signori. Un giocatore d’un altro pianeta, capace di tutto, una foca in mezzo al campo (se voleva), un ragazzo ancora giovane che sprigionava energia e classe come una dinamo. Indimenticabile per tecnica il suo gol a Verbania e i tre tunnel consecutivi fatti a Montero nell’amichevole con la Juventus a Torino. Che Dio lo abbia in gloria.
3. Danilo Costantini: uomo silenzioso e giocatore completo e devastante. Le sue ‘fluidificazioni’ sulle fasce valevano il biglietto. Faceva pochi gol, ma quanti cross al bacio, quanta corsa! Arava la fascia e scardinava gli avversari. Fuori campo era una persona seria, e quando lo dico intendo fargli un grande complimento.
4. Guido Calzia: piedino fatato (come dimenticare quel gol su punizione ad Albenga?), caratterino spigoloso, bella corsa e tanti gol. Ha ottenuto calcisticamente molto meno di quello che meritava.
5. Luca Oddone: grinta, tenacia, senso del gol. Polemico e virtuosamente sicuro di se, imbattibile di testa, era un centrale di sicuro affidamento. Più bravo da giocatore che da allenatore, a quanto pare.
6. Michele Sbravati: senso della posizione, senso del comando, senso del gol, senso della partita. Un giocatore di altra categoria, un uomo gentile, intelligente, rispettato e rispettoso, il mio capitano ideale.
7. Claudio Vago: l’eleganza fatta calciatore. Stile e classe erano (sono ancora?) la sua forchetta e coltello. Buoni fondamentali, ragazzo serio che sembrava sempre sul punto di decollare tecnicamente.
8. Gian Luca Bocchi: uomo ovunque, in tutti i sensi. Parlatore nato, trottolino instancabile, era nell’Imperia di Sbravati il ruba palloni in mezzo al campo, Gianburrasca dentro e fuori il rettangolo di gioco, ma persona corretta e uomo perbene.
9. Giuseppe Alfano: Pino-gol, Pino-gol, Pino-gol intonava la Nord. Sgherro e atipico, pirata di area, grandissimo bomber che al momento giusto avrebbe meritato altre categorie. Persona umile, che non si montava la testa, un esempio di come nel calcio conti l’istinto, il fiuto prima di ogni altra cosa. Posso dire un’eresia? In alcune stagioni, avrebbe fatto gol anche giocando con una gamba sola, gli entravano tutte.
10. Massimiliano Bongiorni: tecnicamente un condor, un rapace, un furetto uomo gol di grande fibra e alta intelligenza, una persona corretta e perbene, un signore fuori e un garibaldino dentro il campo. Ha fatto tanti gol importanti , molti belli e alcuni bellissimi. Il più importante per noi (ricordiamoci quello in Val d’Aosta nel 1999) l’ha fatto di destro, lui tutto mancino.
11. Adelino Zennaro: grande poeta del gol, senso del gioco e della partita. Uomo mirabile, giocatore intelligente, grande classe, grande tecnica, un onore averlo avuto ad Imperia.
12. Roberto Iannolo: il grande piccolo Roby, croce e delizia degli allenatori ‘schematici’, zucchero fuso per la platea, gol come cioccolatini, un paradiso per i buongustai della tecnica. Avesse avuto dieci centimetri di altezza in più, avrebbe giocato tra i professionisti tutta la vita. Ragazzo d’oro, ottima persona, una persona davvero gentile fuori, diventa un rasoio affilato in campo. Una chicca: le sue imbattibili punizioni. Giocatore storico, indimenticabile, una medaglia al valore.
13. Daniele Mazzei: cavallone inesauribile, capace di cose impossibili e di stranezze esilaranti. Era così anche nella vita, giocava con il cuore, con la grinta, la tecnica così così, ma tanti gol e tanta passione: oserei dire che è stato un grande divoratore di gol, ma è entrato nel cuore di tutti per l’impegno e la grinta che ci metteva.
14. Franco Rotella: giù il cappello signori. Un giocatore d’un altro pianeta, capace di tutto, una foca in mezzo al campo (se voleva), un ragazzo ancora giovane che sprigionava energia e classe come una dinamo. Indimenticabile per tecnica il suo gol a Verbania e i tre tunnel consecutivi fatti a Montero nell’amichevole con la Juventus a Torino. Che Dio lo abbia in gloria.
6 commenti:
Grazie Presidente!un tifoso
A me pochi giocatori ad Imperia hanno impressionato come Menchini. Francamente lo ricordo devastante in un sacco di partite, soprattutto nell'anno della promozione in C2. L'anno dopo fece un IMPERIA-sanremese (derby del 2-1 al Ciccione) incredibile. Sotto 30 cm d'acqua sembrava galleggiare mentre saltava gli avversari come birilli sotto la tribuna. Mi chiedo perchè un giocatore con queste qualità non abbia fatto una carriera ben piu' degna di nota.
Caro Presidente le ricordo che i tempi sono cambiati e il suo trottolino instancabile è diventato molto corretto solo per il suo portafoglio.
Grazie presidente...un ex dipendente che ha lasciato a casa senza lavoro
Anonimo delle 11:26: perchè fisicamente era troppo gracile, sembrava un bambino! e per giocare a certi livelli ( c1 o c2) in parte conta anche quello, salvo rare eccezioni vedi Messi, ma appunto sono eccezioni...
Menchini era tutto, ma non certo gracile, sembrava un concentrato di potenza. Le sue opportunita', se controlli su calciatori.com, le ha avute anche in categoria superiore. Pero' in serie D è un giocatore devastante (lo è tutt'ora), mentre in categoria superiore è soltanto un buon giocatore. E' probabile che abbia scelto di essere sempre decisivo e non essere soltanto una comparsa
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