Che sarà, che sarà, che sarà...

20, anzi 21 anni fa c'ero, quando ricominciammo dal fondo, anzi ancora da più in basso, dalla Terza Categoria.
20, anzi 21 anni dopo, le sensazioni sono più o meno le stesse e la domanda chi mi frulla in testa la medesima: “Quanti anni passeranno prima di poter riuscire a riveder giocare la mia Imperia fuori dalla Liguria e quindi almeno in serie D?”.
Ce lo chiediamo da quest'estate un po' tutti: il cammino sarà lungo e tortuoso, perché è sempre stato così. Ad Imperia, poi, siamo capaci anche di complicarci da soli le cose, come ben sappiamo, mettendoci da soli i bastoni tra le ruote.
Quando sono entrato nello stadio, vabbè, chiamiamolo con il suo nome, nel campetto di Cervo, ci ho messo qualche minuto a rendermi conto dell'enorme passo all'indietro fatto. Ho salutato distrattamente gli amici di centinaia di partite viste assieme e devo anche essere parso scazzato e scostante, se è vero che uno di loro, quello di più lunga militanza, dopo un po', mi ha chiesto se ce l'avevo con lui... ci siamo abbracciati e chiariti in un attimo: il mio stordimento era il suo, il suo scazzo era il mio, i miei dubbi erano i suoi.
Prima dell'inizio dell'incontro mi sono passati davanti agli occhi oltre 30 anni al seguito dei nerazzurri: le gioie di Aosta e di Pontedecimo, gli spareggi a Marassi, i derby, le lacrime di Novara, il Venturina, ma anche Olginate, Casale, Spezia, Massa e tantissimi altri luoghi e stadi che ho visto, migliaia di calciatori che ho amato ed odiato, i mille e mille cori fatti, i km macinati, le risate con gli amici della Nord.
Poi è scesa in campo la squadra, ho rivisto le magliette nerazzurre (davvero bellissime... a strisce nerazzurre... non ci eravamo quasi più abituati) ed il flash back è finito, mi sono bevuto una birretta gentilmente offertami da un amico ed ho ricominciato a soffrire.
Non so quanto tempo ci vorrà prima di “rivedere le stelle”, ma oggi almeno mi sono sentito meno umiliato di quanto non lo fossi negli ultimi anni, quando sapevo chi era a comandare in Piazza d'armi.
Non so se rivedrò mai la serie D (la C2 è un sogno forse impossibile), ma oggi almeno mi sono sentito più orgoglioso di esser un tifoso nerazzurro.