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venerdì 18 settembre 2009

Le ultime


Copio/incollo dal Secolo XIX a firma Natalino Famà

Dopo le proteste di un anno fa quando l’Imperia Calcio rinunciò a giocare conto la Novese e chiuse i battentiUndici tifosi dell’Imperia calcio, sono stati raggiunti da informazione di garanzia. Si tratta di giovani ultras che lo scorso anno, il 18 di maggio per l’esattezza, mal digerirono la defezione della società e urlarono «Vergogna, vergogna!» quando i nerazzurri rinunciarono a disputare la partita d’andata dei play-out di serie D con la Novese.
Era la quarta defezione del torneo e comportò la radiazione per sempre dal calcio italiano della società: una pagina nera del calcio locale.
Per quelle proteste, per quei fatti che catalizzarono l’attenzione della città e occuparono un’intera domenica le forze di polizia tra via XXV Aprile e via Nazionale a Castelvecchio, decine di uomini dislocati in divisa antisommossa per cercare di porre un argine al clima infuocato, undici ultras sono chiamati a rispondere di minacce gravi e una serie di piccoli episodi conseguenti.
I fatti sono emersi, dopo oltre un anno di gestazione e indagini presso la procura della Repubblica, soltanto ieri, a pochi giorni di distanza dalla notifica.
Gli stessi tifosi hanno annunciato di aver ricevuto gli avvisi segnalando l’accaduto sulle pagine del loro sito internet “Samurai” (http://www.samuraiultrasimperia.org/), così si chiamano da decenni i ragazzi che affollano la gradinata Nord dello stadio Nino Ciccione. Gli stessi ragazzi annunciano sul sito l’intenzione di incontrarsi questa sera per decidere le azioni future e organizzare la loro difesa, cioè una iniziativa collegiale da adottare per essere validamente rappresentati in giudizio.
Si tratterebbe comunque di un’indagine che al momento è ancora in corso e che mira a stabilire se quel 18 maggio del 2008 vi sono state o meno azioni da parte della tifoseria tali da configurare eventuali reati. «Una pagina nera della società che travolse tutti i tifosi e per la quale gli ultras rischiano di pagare lo scotto» annunciano i giovani della gradinata, senza sbilanciarsi.
«Non ho parole, sono uscito come tutti gli altri dalla società ed il solo ricordo di quella triste domenica vista la defezione e la radiazione mi colpisce ancora. Preferisco non commentare» dice Tommaso Lupi, ex manager della società.
Cinquanta uomini, tra carabinieri e poliziotti, evitarono nel finale choc del campionato che gli ultras potessero scaricare la loro rabbia.
In tenuta antisommossa, caschi di protezione e manganelli, militari e agenti  crearono una linea di confine tra l’uscita dello stadio e il gruppetto di sessanta tifosi nerazzurri che avevano occupato una fetta di via XXV Aprile vicino alla sede della società.
La contestazione, comunque, non superò mai, stando alle cronache di allora, il limite della tolleranza. Per quasi tre quarti d’ora le forze dell’ordine avevano presidiato la zona sino alla partenza dei due pullman dei sostenitori e della squadra di Novi Ligure, evitando che le due tifoserie potessero venire a contatto tra loro.
Il traffico, per evitare la paralisi anche in concomitanza con la festa dell’Inter campione d’Italia, venne temporaneamente deviato su via Garessio e da qui in via Nazionale. I pullman dei tifosi e della squadra vennero poi scortati sino al casello di Imperia Ovest.
Sul campo si erano vissuti momenti concitati. Nessuno poteva accettare quell’ipotesi di fine storica della società, l’Imperia nata nel 1923.
Sino all’ultimo sembrava poter valere la soluzione di far scendere in campo la compagine Juniores, dei nerazzurri che su “consiglio” del “governo-ombra” di una società ormai distrutta, si era allenata quasi in segreto agli ordini di Everest Brilla.
Ma all’ultimo momento i ragazzini (sette-otto) non se la sentirono di andare incontro ad una brutta figura e, tra gli applausi del tifo organizzato nerazzurro, gettarono la spugna.
Attesi i canonici quarantacinque minuti, il direttore di gara Giuseppe Cibaria, non aveva potuto far altro che emettere il triplice fischio che per l’Imperia, alla quarta defezione in campionato, significò radiazione dai ranghi della Federazione italiana gioco calcio. E i tifosi assistettero un po’ arrabbiati e un po’ increduli al triste spettacolo.

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