Copio/incollo dal Secolo XIX a firma Diego David
Giancarlo Riolfo è stato l’ultimo allenatore “vincente” a sedersi sulla panchina nerazzurra.
Sfumate le ipotesi di approdare a Savona e Sestri Levante, Riolfo oggi è ancora in attesa di una sistemazione che possa soddisfare la sua voglia come dice lui «di fare calcio in maniera
professionale e seria».
In giro si dice che la sua strada potrebbe presto incrociarsi con quella del Cuneo, appena retrocesso dalla serie D. L’altra sera, in occasione di un memorial ad Arma di Taggia, ha guidato una formazione quasi tutta composta da suoi “allievi”, una sorta di rimpatriata. Legato alle piazze di Sanremo, dove ha militato come giocatore, e Imperia, dove a parte una breve parentesi qualche anno fa sul terreno di gioco è esploso come tecnico, ha assistito da spettatore alle allucinanti
vicende della Sanremese e soprattutto dell’Imperia.
Dopo aver iniziato, infatti, la stagione proprio nella squadra del capoluogo e aver assemblato una formazione che fino a novembre era una delle protagoniste assolute del girone A della serie D, ha dovuto abbandonare la barca in seguito alle vicissitudini societarie, quando ancora il club
di piazza d’Armi era nelle mani di Gianfranco Montali.
Come legge oggi Riolfo quanto successo a Imperia nella stagione appena conclusa? Dice Riolfo: «Non volevo certo scappare prima del naufragio, ma nemmeno essere ostaggio di certe situazioni. Quando le promesse di poter fare un anno sereno sono venute meno, ho preferito farmi da parte per non fare da parafulmine per i giocatori che erano rimasti privi di garanzie. Quello che è avvenuto dopo è solo la conseguenza dell’avvicendarsi di personaggi che hanno determinato
una serie incredibile di fatti che nel calcio sarebbe meglio non vedere mai più. Forse era meglio chiudere tutto a dicembre, sicuramente si sarebbe perso meno tempo».
Alfredo Bencardino ma nelle ultime ore è venuto prepotentemente alla ribalta anche il nome di Pino Alfano sono i tecnici dati per più accreditati per avere in dote la panchina della neonata Pro Imperia annunciata da Marco Alberti (presidente del Riviera Pontedassio, appena retrocesso
in Prima categoria). In città, però,non accenna a placarsi (anzi cresce) la rabbia dei tifosi per la decisione dell’imprenditore lattiero caseario di varare la Pro Imperia, realtà nata
dalla fusione di Pontedassio, Riviera e Onegliese di cui l’acronimo “P.r.o.” costituisce, appunto, l’abbreviazione.
Nomi utili quelli di Bencardino e dell’indimenticato Alfano, chiamato
ancora oggi affettuosamente dai tifosi “Pino Gol”, per rabbonire una piazza sul piede di guerra. La scelta di Marco Alberti,infatti,di ripartire al massimo dalla Promozione in caso di ripescaggio
(altrimenti dalla Prima categoria) e, soprattutto, di non adottare i colori nerazzurri,ma di sostituirli con l’inedito biancoblù, «visto che ha detto Alberti–le risorse economiche per rilanciare come meriterebbero i colori nerazzurri non ci sono», ha messo in subbuglio la tifoseria.
E Riolfo cosa pensa della possibilità per Imperia calcistica di rinunciare ai colori nerazzurri? «Bisognerebbe prosegue il tecnico andorese fare di tutto per salvare il titolo e con esso la
storia dell’Imperia. Le possibilità ci sono. Imperia, poi, è una delle poche piazze rimaste in cui si riesce ancora a fare calcio nella maniera giusta».
Dunque Riolfo potrebbe in qualche modo, se non si concretizzassero altri discorsi, fare ancora parte di un progetto Imperia? «Ripeto, sono disponibile a tutti i progetti che garantiscano
di poter fare calcio seriamente».
Giancarlo Riolfo è stato l’ultimo allenatore “vincente” a sedersi sulla panchina nerazzurra.
Sfumate le ipotesi di approdare a Savona e Sestri Levante, Riolfo oggi è ancora in attesa di una sistemazione che possa soddisfare la sua voglia come dice lui «di fare calcio in maniera
professionale e seria».
In giro si dice che la sua strada potrebbe presto incrociarsi con quella del Cuneo, appena retrocesso dalla serie D. L’altra sera, in occasione di un memorial ad Arma di Taggia, ha guidato una formazione quasi tutta composta da suoi “allievi”, una sorta di rimpatriata. Legato alle piazze di Sanremo, dove ha militato come giocatore, e Imperia, dove a parte una breve parentesi qualche anno fa sul terreno di gioco è esploso come tecnico, ha assistito da spettatore alle allucinanti
vicende della Sanremese e soprattutto dell’Imperia.
Dopo aver iniziato, infatti, la stagione proprio nella squadra del capoluogo e aver assemblato una formazione che fino a novembre era una delle protagoniste assolute del girone A della serie D, ha dovuto abbandonare la barca in seguito alle vicissitudini societarie, quando ancora il club
di piazza d’Armi era nelle mani di Gianfranco Montali.
Come legge oggi Riolfo quanto successo a Imperia nella stagione appena conclusa? Dice Riolfo: «Non volevo certo scappare prima del naufragio, ma nemmeno essere ostaggio di certe situazioni. Quando le promesse di poter fare un anno sereno sono venute meno, ho preferito farmi da parte per non fare da parafulmine per i giocatori che erano rimasti privi di garanzie. Quello che è avvenuto dopo è solo la conseguenza dell’avvicendarsi di personaggi che hanno determinato
una serie incredibile di fatti che nel calcio sarebbe meglio non vedere mai più. Forse era meglio chiudere tutto a dicembre, sicuramente si sarebbe perso meno tempo».
Alfredo Bencardino ma nelle ultime ore è venuto prepotentemente alla ribalta anche il nome di Pino Alfano sono i tecnici dati per più accreditati per avere in dote la panchina della neonata Pro Imperia annunciata da Marco Alberti (presidente del Riviera Pontedassio, appena retrocesso
in Prima categoria). In città, però,non accenna a placarsi (anzi cresce) la rabbia dei tifosi per la decisione dell’imprenditore lattiero caseario di varare la Pro Imperia, realtà nata
dalla fusione di Pontedassio, Riviera e Onegliese di cui l’acronimo “P.r.o.” costituisce, appunto, l’abbreviazione.
Nomi utili quelli di Bencardino e dell’indimenticato Alfano, chiamato
ancora oggi affettuosamente dai tifosi “Pino Gol”, per rabbonire una piazza sul piede di guerra. La scelta di Marco Alberti,infatti,di ripartire al massimo dalla Promozione in caso di ripescaggio
(altrimenti dalla Prima categoria) e, soprattutto, di non adottare i colori nerazzurri,ma di sostituirli con l’inedito biancoblù, «visto che ha detto Alberti–le risorse economiche per rilanciare come meriterebbero i colori nerazzurri non ci sono», ha messo in subbuglio la tifoseria.
E Riolfo cosa pensa della possibilità per Imperia calcistica di rinunciare ai colori nerazzurri? «Bisognerebbe prosegue il tecnico andorese fare di tutto per salvare il titolo e con esso la
storia dell’Imperia. Le possibilità ci sono. Imperia, poi, è una delle poche piazze rimaste in cui si riesce ancora a fare calcio nella maniera giusta».
Dunque Riolfo potrebbe in qualche modo, se non si concretizzassero altri discorsi, fare ancora parte di un progetto Imperia? «Ripeto, sono disponibile a tutti i progetti che garantiscano
di poter fare calcio seriamente».
Nessun commento:
Posta un commento